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La sfida del Futuro

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  • Di Marco Faia

Immagino che tutti sappiate qual è il nostro problema più grande oggi: l’inquinamento.

Al primo posto abbiamo l’inquinamento causato dall’emissione di Co2. L’incremento globale della concentrazione di CO2 è principalmente dovuto all’uso di combustibili fossili e ai cambiamenti nell’utilizzo dei suoli.  Anidride carbonica e temperatura media globale sono strettamente connesse tra loro. Se aumentano le emissioni e le concentrazioni in atmosfera di anidride carbonica aumenta anche la temperatura media globale.

Al secondo posto abbiamo l’inquinamento dovuto dalle conseguenze di un uso spropositato della plastica. Tutti ne usiamo in quantità nelle nostre case. La plastica è ovunque ed è la conquista dell’era moderna. Esiste, si può dire, un mondo prima della plastica e uno dopo. Estremamente cambiato, per certi versi migliorato, certamente, per altri peggiorato.

Solamente un anno e mezzo  fa ne sapevo molto poco. Ne sentivo parlare  in televisione, ogni tanto ho visto qualche documentario in tv, e ad un certo punto anche il sindaco della mia città ne ha cominciato a parlare chiedendo a noi cittadini di iniziare a fare la raccolta differenziata. Un segno di civiltà e anche un segno del cambiamento dei tempi. Da quel momento la nostra spazzatura doveva essere gestita, in qualche modo. Recentemente ho avuto l’occasione di approfondire molto di più l’argomento perché ho iniziato ad attivarmi,  ho comprato la bicicletta, ho passato qualche domenica a raccogliere plastica sulle spiagge insieme a gruppi di persone molto simpatiche e alla fine ho deciso che volevo fare qualcosa di più in modo attivo e sostanziale. Quindi sono entrato a far parte di un progetto che mi ha dato l’opportunità di capire ancora da vicino qual è l’entità di questo problema e quali risposte è possibile dare, questa volta davvero concrete. Risposte che, tra l’altro, riservano un’opportunità per chi le sa ascoltare. Nessuno parla della possibilità di investire in futuro ma tutti rimangono a parlare del problema. forse perché parlare di problemi fa più ascolti, mentre le soluzioni interessano meno. Le soluzioni  assomigliano più a delle pubblicità: quando qualcuno ce le racconta sembra sempre che ci stia vendendo qualcosa.  E allora parliamo del problema.

Il nostro pianeta sta andando alla deriva. Terra, aria e mare stanno affrontando la sfida più grande nella storia: accumuli, vere e proprie montagne, di bottiglie, contenitori, utensili di plastica  la maggior parte della quale non è riciclabile. Tonnellate e tonnellate di plastica che viene smistata in tutto il mondo, da nord a sud Da ovest a est. Ci sono paesi come la Cina che per anni hanno preso la plastica e l’hanno stoccata in grandi quantità. Solamente Bangkok ogni giorno ne accumula nelle sue discariche a cielo aperto 250 tonnellate. Siamo bombardati in televisione di immagini di isole grandi quanto intere nazioni che galleggiano sul mare. Una di queste oggi vaga per l’Oceano Pacifico ed ha un’estensione in chilometri quadrati paragonabile alla Francia!

Notizia recente: onde di immondizia hanno invaso la Repubblica Dominicana Causando un danno di inquinamento ambientale di proporzioni drammatiche.

Ogni anno 13 milioni di tonnellate di plastica vengono riversate nel mare, dove molta della quale lentamente si scompone in microparticelle e poi viene ingerita dai pesci e dagli altri animali nella catena alimentare. Così, alla fine anche noi mangiamo plastica, letteralmente. E’ stato stimato che ognuno di noi ingerisce la quantità di una carta di credito di plastica alla settimana. Senza considerare che molti di questi animali rimangono feriti o muoiono a causa proprio di ciò che mangiano e dei residui di plastica nei quali rimangono intrappolati. Ci sono uccelli marini che, non distinguendo la plastica dalle alghe, la portano come pranzo ai propri piccoli.  Specie che, a causa di questo problema, oggi sono in via di estinzione.

Esiste poi un altro problema collegato alla plastica che è l’inquinamento atmosferico e che va ad alimentare il problema numero uno che riguarda come detto l’emissione della Co2. Lo sapevi che il 95% della plastica non si può’ riciclare? Così, la plastica per essere smaltita viene spesso bruciata creando nubi tossiche che si disperdono nell’ambiente e che alla fine finiscono nei nostri polmoni. E non è tutto, le microparticelle formate quando la plastica si scompone evaporano insieme all’acqua con la quale formano nuvole che ad ogni pioggia disperdono nel terreno altra plastica. I carburanti che usiamo derivano dal petrolio così come la plastica d’altronde, e sappiamo bene come la combustione di questi carburanti crei inquinamento e vada a sommarsi alle principali cause di innalzamento delle temperature globali determinando la maggior parte di quegli sconvolgimenti climatici che oramai siamo abituati a vedere nei nostri telegiornali

Noi l’abbiamo creata e noi ora ci stiamo affogando dentro. E il problema è destinato a peggiorare. E quindi? Cosa possiamo fare con tutta questa plastica? Ora parliamo di soluzioni.

La risposta è: trasformarla in un’opportunità. Agire e non essere più parte del problema ma della soluzione. Da una parte la crisi, la minaccia, e dall’altra una speranza.

Oggi esistono varie iniziative alcune più valide, alcune meno e, tra queste, una soluzione all’inquinamento da plastica straordinariamente sostenibile. 

Si tratta della possibilità di trasformare la plastica in biocarburante attraverso un procedimento che si chiama pirolisi,  al 100% a zero impatto ambientale.  Un eco-carburante di altissima qualità. Carburante che, una volta raffinato, può essere usato nelle automobili, negli aerei, per le navi. Esistono degli impianti già funzionanti che stanno trasformando ogni giorno plastica in questa risorsa energetica ecologica. Purtroppo se ne parla poco mentre divulgare queste alternative possibili, e anche i modi per essere parte di queste soluzioni, oggi dovrebbe essere all’ordine del giorno.

Sto parlando della possibilità di  sostenere questo tipo di soluzioni, investire tempo e azioni utili. Il guadagno è il futuro, nostro, dei nostri figli dei nostri cari. Oggi si può. Oggi si deve.

La leva che mi spinge ad agire è motivata dal fatto che ogni giorno sento parlare dei molti problemi legati all’inquinamento, di salute nostra e del nostro ambiente. Lo sappiamo tutti che siamo il risultato di ciò che pensiamo, che mangiamo e che respiriamo. Tutto inizia dal pensiero certamente, quindi dobbiamo iniziare a pensare in termini di azione costruttiva.

Per prima cosa, per intervenire sul problema di ciò che mangiamo e respiriamo è fondamentale iniziare a fare gioco di squadra, prendere coscienza del fatto che se non ci uniamo tutti per lo stesso fine, arriveremo ad un punto di non ritorno. Il 2050 è il nostro punto di non ritorno, data entro la quale l’ONU ha imposto dei paletti. Ed è proprio qui che nasce l’opportunità di un investimento nel futuro, in quelle tecnologie e soluzioni sostenibili che sono dedicate a cambiare il modo di gestire i nostri inquinanti. Forse non lo sai, ma un grande motore nel mondo si è già avviato per non mancare l’appuntamento con questa data.

Hai la possibilità di fare qualcosa di importante e di concreto per la salvaguardia del nostro pianeta… cosa vuoi fare?

A questo punto faccio una domanda a te, oggi: Pensi che ciò che fai sia sufficiente a risolvere il problema della plastica? Investire nel futuro è la migliore azione che puoi fare. Iniziamo allora a studiare insieme come. Dal prossimo articolo.

Puoi leggere il prossimo articolo QUI.

Sono nato a Palermo e vissuto a Torino, imprenditore nel settore dell'Hair Styling da 30 anni. Influencer e studioso di soluzioni e investimenti che riguardano il mondo dell’inquinamento da plastica, mi sono impegnato a influenzare ogni giorno più persone possibili.

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