Una mattina di qualche anno fa mi sono ritrovato in una sala di un hotel di Milano insieme a una quarantina di persone per frequentare un corso di eccellenza linguistica. Il docente era Paolo Borzacchiello il quale, proprio in quel periodo, si trovava all’alba di un percorso straordinario che lo ha portato a qualificarsi come il miglior esperto del settore oggi in Italia, sicuramente. Tra i primi al mondo, probabilmente. Ho seguito i passi di Paolo con interesse e gusto, dall’apertura di HCE, alla pubblicazione de “La parola magica” il primo libro di una trilogia della quale “La quinta essenza” sembra essere il capitolo conclusivo.
Un esperimento editoriale
I tre libri fanno parte di un esperimento editoriale ardito, quanto rivoluzionario, che gira attorno ad un principio principe: le parole cambiano. Meglio ancora, a creare cambiamenti sono le giuste parole e il giusto ordine in cui le esponi. Prima ancora delle parole, i pensieri. Le parole, difatti, vanno prima pensate per poi essere pronunciate. E’ dunque il modo in cui pensi che determina il modo in cui parli. E il bello è che se ti abitui a parlare in un certo modo, ti abitui poi anche a pensare in un certo modo. E’ un percorso ri-generativo.
Per questo motivo, “La quinta essenza” è un romanzo di trasformazione. Perché durante la lettura automaticamente il tuo cervello pensa le cose che legge e, parola dopo parola, ti porta ad acquisire una serie di istruzioni che ti permettono di accedere alla “quinta essenza”. E’ questa la straordinaria innovazione proposta da questa lettura, un libro che ti cambia mentre lo leggi. La quinta essenza, come gli altri libri della trilogia, è stato scritto con una innovativa tecnica di ingegneria narrativa che nasce dalla conoscenza di Paolo Borzacchiello delle dinamiche mentali e, per questo, in grado di portare il lettore a far nascere dal profondo una nuova consapevolezza, dalla sua parte più intima e autentica, che sarà in grado di indirizzarne i pensieri e i comportamenti modificando la realtà in cui vive.
Di cosa parla “La quinta essenza”
Il libro narra dell’ultimo capitolo (ma si legge anche come testo a sé) di un’avventura insolita, quella del protagonista Leonard Want, profiler alle prese con una serie di sfide ai limiti dell’impossibile, dalle quali dipende il futuro del genere umano. Ovviamente, saranno proprio le sue abilità a dargli le armi adatte per fronteggiare avversari tra i più temibili che si possa immaginare, e a gestire nel frattempo situazioni personali intime e delicate. Want non è un supereroe, ma un uomo normale dalle conoscenze straordinarie chiamato a gestire, con le sue abilità linguistiche e grazie alla sua profonda conoscenza delle neuroscienze, esseri sovrumani. E mentre lo fa lancia un messaggio a chi legge: anche tu puoi gestire difficoltà apparentemente insormontabili semplicemente cambiando modo di pensare e di pensarti.
In questo modo l’autore ribalta il paradigma classico che vuole nel rapporto tra narratore e lettore, il primo attivo e il secondo passivo. Qui il lettore agisce continuamente ricreando attraverso le sue sensazioni, se stesso e il suo ambiente. E’ dunque il lettore a diventare eroe, ad acquisire nuovi poteri? Sembrerebbe di sì. “Possedere la quinta essenza significa imparare a direzionare la tua energia ancestrale. Così facendo potrai finalmente evolvere e avere piena coscienza del tuo potere sulla realtà. Potrai scegliere chi vuoi diventare davvero e che cosa vuoi realmente creare in questo mondo. Per essere felici, serve un coraggio straordinario. Sei pronto per questa magnifica avventura?“, scrive Paolo Borzacchiello.