Napoli è tornata ad essere una polveriera. Intorno alle 23 davanti alla sede della Regione Campania è scoppiata la rivolta contro l’annuncio del governatore De Luca di un nuovo lockdown.
La manifestazione è degenerata subito con un fitto lancio di pietre contro la polizia che ha risposto con cariche di alleggerimento. Alcuni cassonetti sono stati dati alle fiamme e alcuni rovesciati per strada. Gruppi di giovani incappucciati sono partiti all’assalto delle auto delle forze dell’ordine: vettura accerchiata, apertura delle portiere e pugni, calci e cinghiate sferrati agli occupanti. All’altezza dell’incrocio con Via Santa Lucia qualcuno ha lanciato bombe carta e fumogeni verso le forze dell’ordine. Prima, nei vicoli del centro storico intorno all’università Orientale centinaia di persone hanno bloccato anche la circolazione pedonale.
Il flash mob era stato rilanciato dai social e così da ogni parte del centro di Napoli gruppi di ragazzi e non solo si erano dati appuntamento a largo San Giovanni Maggiore e all’università Orientale di Napoli. Una diretta su Facebook incitava alla ribellione civile.
Due striscioni in cima a un corteo: “tu ci chiudi e tu ci paghi“, e poi “contro De Luca“. La manifestazione del centro storico si è poi tramutata in corteo che lungo corso Umberto si è diretto in via santa Lucia, davanti la sede della Giunta regionale. Molti gli assembramenti e le persone scese in strada senza mascherina. Dopo un momento di relativa calma, alcuni manifestanti hanno tentato nuovamente di raggiungere il palazzo della Regione al grido “libertà, libertà“, ma anche in questo caso sono stati allontanati dalle forze dell’ordine. Un ferito alla testa ma in maniera lieve tra le forze dell’ordine, ragazzi che lamentano contusioni tra i manifestanti. “Questa sera abbiamo assistito a veri e propri comportamenti criminali verso le forze dell’ordine. Nessuna condizione di disagio, per quanto umanamente comprensibile, può in alcun modo giustificare la violenza“, afferma il questore di Napoli, Alessandro Giuliano. A protestare non sono commercianti e piccoli imprenditori che lo hanno fatto pacificamente in queste ore, sia a Napoli che a Salerno, ma giovani radunatisi nelle zone tradizionalmente frequentate da universitari e galassia antagonista.
Tra le diverse anime scese in piazza anche ultrà della curva A dello stadio San Paolo, attivisti di centri sociali e movimenti come Identità insorgenti.