Gli editori del The Atlantic, nei 163 anni di storia del giornale, avevano appoggiato (endorsed) solo 3 candidati alla presidenza: Abraham Lincoln, Lyndon Johnson ed Hillary Clinton. Quest’anno vi hanno aggiunto un quarto: Joe Biden. Tutti candidati coinvolti in elezioni in cui vi era, e vi è, da districare situazioni di estrema confusione nazionale.
Nell’ottobre del 2016, The Atlantic, nel suo endorsement della Clinton, affermava del suo opponente Trump:
“Traffica in teorie cospiratorie ed invettive razziste; è terribilmente sessista; è erratico, secretivo e xenofobo; esprime ammirazione per governanti autoritari, e mostra egli stesso tendenze autoritarie… E’ un nemico delle conversazioni basate sui fatti; è ignorante e indifferente rispetto alla Costituzione; sembra che non legga.”
Allora si diceva, con la solita magnanimità della sinistra, che malgrado tutti questi difettucci, una volta presidente, sarebbe cresciuto nella carica. Ed invece è successo esattamente il contrario: è lui che ha abbassato la presidenza al suo livello e l’ha abbrutita insieme con la nazione che avrebbe dovuto servire. Oggi, nell’endorsement di Biden, The Atlantic afferma:
“Quello che abbiamo imparato dalla pubblicazione di quell’editoriale è che abbiamo attenuato il caso. Donald Trump è il peggior presidente che questa nazione ha visto sin da Andrew Johnson, o forse James Buchanan, o forse mai. Trump ha portato il nostro paese ad abbassarsi; ha diviso il popolo; ha creato uno scontro di razze; ha corrotto la nostra democrazia; ha mostrato disprezzo per gli ideali americani; ha fatto della crudeltà un sacramento; ha incoraggiato i propagatori di odio; ha abbandonato gli alleati; si è allineato con i dittatori; ha incoraggiato terrorismo e violenza; ha scardinato agenzie e dipartimenti governativi; ha deprivato l’ambiente; ha opposto la libera espressione; ha mentito freneticamente ed evangelizzato congiure; ha sottratto bambini ai loro genitori; è diventato avvocato di un potere straniero ostile; e ha fallito nel proteggere l’America da un virus devastante. Trump non è responsabile per tutti i 220.000 morti dovuti al Covid-19 in America. Ma per la sua avarizia e ignoranza e negligenza e titanica incompetenza, ha permesso a decine di migliaia di americani di soffrire e morire, molti soli, tutti senza necessità. Ogni giorno che passa, la sua presidenza miete più morti.”
Inoltre The Atlantic, dopo aver osservato l’indifferenza per la perdita di vite umane durante la pandemia in corso, si chiede, piuttosto retoricamente, come Trump potrebbe affrontare una seria crisi nel mutevole scacchiere internazionale. E viste le tensioni in corso, non sarebbe assurdo prevedere la decisione della Cina di invadere Taiwan, o una guerra nucleare fra Pakistan e India, o un attacco della Korea del Nord a quella del Sud, o un attacco iraniano ad Israele. In questo contesto è importante che la persona in controllo dell’arsenale nucleare degli USA, possa essere all’altezza di una responsabilità cosi grave.
E nell’endorsement di Biden, The Atlantic aggiunge:
“In molte materie riguardanti il governo e la difesa degli Stati Uniti, il presidente è imbrigliato da entità governative in competizione fra loro e da un’intricata ragnatela di leggi e consuetudini. Solo in un’area cruciale -il controllo dell’arsenale nucleare- il presidente somiglia, nelle parole dell’ex ufficiale missilistico e scolaro Bruce Blair, a un monarca assoluto. Richard Nixon era presidente quando Major Hering lo interpellò su questo e, alla presenza di membri del Congresso, a una cena alla Casa Bianca, sembra abbia risposto, “Potrei uscire da questa stanza ed in 25 minuti, 70 milioni di persone morirebbero” Una dichiarazione allarmante, ma accurata.