di Ileana Barone –
Durante il lockdown il numero di abusi contro le donne è notevolmente aumentato. Si parla di un + 119% di chiamate ai centri antiviolenza.
Vivere a stretto contatto con il proprio aguzzino, senza possibilità di chiedere aiuto, ha portato i centri antiviolenza a chiedere aiuto al Governo per impedire che la situazione degenerasse.
Il primo Governo a muoversi è stato quello regionale delle Canarie. Il Presidente Pedro Sanchez, accogliendo l’appello del Segretario Generale dell’ONU Antonio Gutiérrez, preoccupato per l’enorme aumento di richieste pervenuto nei primi mesi della pandemia, ha dato vita all’iniziativa “Mascarilla 19”: parola in codice che la vittima deve pronunciare per chiedere aiuto. Si è sviluppato così un SOS segreto, un codice che le vittime di violenza posso utilizzare in farmacia e che mette in moto un protocollo di emergenza: viene chiamata la polizia e le strutture pubbliche di assistenza contro la violenza maschile.
Da questa espressione è nato il progetto artistico Mascarilla 19 – Codes of Domestic Violence sviluppato dalla casa di produzione In Between Art Film di Beatrice Bulgari.
Iván Argote, Silvia Giambrone, Eva Giolo, Basir Mahmood, MASBEDO, Elena Mazzi, Adrian Paci e Janis Rafa, sono gli 8 artisti italiani e internazionali, scelti dai 3 curatori Paola Ugolini, Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi, che sono stati invitati a confrontarsi sul tema delicatissimo della violenza di genere. Ogni artista ha creato, attraverso il suo linguaggio e la sua sensibilità, un film.
Beatrice Bulgari, presidentessa della Fondazione, sul Corriere della Sera afferma: “Ho avuto questa idea durante il lockdown. È come se il progetto avesse scelto me. Leggendo il giornale, ho scoperto questo SOS segreto “Mascarilla 19”. Ho ragionato sul fatto che se addirittura un organo istituzionale inventa questo stratagemma per aggirare gli aguzzini, vuol dire che la violenza di genere non solo è un fenomeno strutturato nella società, ma si aggrava durante situazioni di crisi”.
Il progetto della casa di produzione In Between Art Film, risponde ad una doppia spinta: da una parte richiamare l’attenzione su un’emergenza globale, quella della violenza di genere, e dall’altra fornire un supporto e un incentivo al mondo dell’arte che in questo momento è caratterizzato dall’insicurezza.
Con il progetto Mascarilla 19 si è voluto utilizzare l’arte come cassa di risonanza di un enorme e grave problema sociale. Attraverso la visione di questi artisti si vuole far riflettere sulla realtà che stiamo vivendo in questo particolare momento storico, mettendo anche in paragone i diversi contesti sociali, politici e culturali degli artisti.
Gli 8 film, che durano circa un 1 ora e 45 minuti, sono in mostra al Museo MAXXI di Roma fino al 31 ottobre, dopo andranno in tour per l’Italia. Si potranno vedere a Firenze all’interno del progetto Lo schermo dell’arte – Festival internazionale di cinema e arte contemporanea, dal 10 al 14 novembre; al Triennale Milano Teatro il 23 novembre e al Teatrino di Palazzo Grassi a Venezia il 1° dicembre.