di Marco Faia
In questo articolo iniziavo a parlare di futuro. Futuro dal punto di vista delle azioni possibili per riportare la barra a dritta per quanto riguarda l’inquinamento che, a ben guardare, ha un comune denominatore: la plastica.
Vorrei fare un ulteriore passo in avanti, iniziando a parlare della soluzione raccontandovi di una bella intervista fatta ad Andrea Cerio una persona speciale, che fino al 28 febbraio 2019 non conoscevo. In poco tempo Andrea ha scalato la classifica dei miei punti di riferimento, grazie ai valori di cui si fa portavoce e al progetto che ha portato in Italia, uno dei più ambiziosi che abbia mai avuto l’opportunità di conoscere. Una persona che di questo progetto ne ha fatto uno stile di vita permettendomi, grazie alle sue lezioni formative, di essere parte integrante di una soluzione che a mio avviso aiuterà il mondo a migliorare il suo stato di salute.
Nello scorso articolo abbiamo descritto il problema della plastica e delle conseguenze che ha causato e che causerà nei prossimi anni se non invertiamo il processo peggiorativo in atto. Oggi faccio parte di un gruppo di persone capitanato dal Dott. Andrea Cerio che ha deciso di credere ad un progetto straordinario, complesso, ma realizzabile che, grazie all’aiuto di tutti, sta diventando già qualcosa di grande e di molto potente.
Avrei potuto descrivervi io la soluzione che sta nascendo, qualcosa che è destinata a cambiare il futuro probabilmente, ma perché non sfruttare la conoscenza di colui che ha portato questa opportunità in Italia? Così ho incontrato Andrea per passare un paio d’ore a parlare di cosa sta succedendo.
Intervista ad Andrea Cerio
Come nasce il tuo interesse per questo progetto?
Tutto è iniziato con una telefonata: era il mese di gennaio del 2019 ed un mio conoscente che aveva già collaborato con me in un altro progetto mi ha chiamato dalla Thailandia. Inizialmente avevo snobbato la sua proposta di business: lavorando da 27 anni nella creazione di reti commerciali ricevo continuamente offerte di business e sono spesso costretto ad essere molto selettivo.
Ma la frase magica della telefonata è stata quando mi ha detto “Andrea, qui in Thailandia c’è una società che trasforma la plastica in carburante…”. Sono una persona molto curiosa e credo che la curiosità sia uno degli elementi in grado di far progredire la nostra persona e il mondo in cui viviamo, basti pensare alle più importanti scoperte o invenzioni nel corso della storia. Tutto è sempre iniziato con qualcuno che è stato curioso di scoprire o inventare qualcosa. Così sono stato invitato come ospite in Thailandia per una settimana: non dimenticherò mai la mia prima visita in questo paese, a 9.000 km di distanza, dall’altra parte del mondo e al positivo shock che ho provato nel conoscere questo progetto che aveva l’ambizione di ripulire il mondo dalla plastica senza alcun tipo di ulteriore inquinamento per il pianeta.
Era solo un progetto, una vision, un progetto che partiva da zero con l’idea di creare impianti capaci (grazie alla pirolisi) di trasformare questi rifiuti che oggi inquinano terra, mari e aria nel miglior biocombustibile avanzato.
Oggi tutto ciò è una meravigliosa realtà: abbiamo 2 impianti che ogni mese eliminano circa 240 tonnellate di plastica ed il terzo impianto sarà operativo tra pochi giorni. Il mio sogno di fare qualcosa di bello per il pianeta, per me, per i miei figli e per tutti noi è oggi una realtà sotto gli occhi di tutto il mondo.
Secondo te quali sono gli aspetti più positivi di questo progetto? Dove credi che potrà arrivare questa nuova realtà nei prossimi anni?
Sono un visionario, un sognatore, altrimenti non avrei mai potuto sposare questa nobile causa e questo progetto che fino a un anno fa era solo “teoria”. Ad oggi ciò che abbiamo già realizzato mi ha dato ragione, anche se sono consapevole che siamo appena agli inizi.
In cambio di una partnership queste società hanno il compito di mettere a disposizione un’area in cui installare gli impianti, ricevere le autorizzazioni dalle autorità locali e rifornire gli impianti di materia prima da lavorare. Stanno nascendo impianti in Thailandia, in Slovenia, Belgio, Irlanda, Olanda e Colombia.
Ogni nuovo progetto prevede l’installazione da 1 a 10 impianti nell’arco di 18 mesi con una capacità produttiva a pieno regime di oltre 600.000 litri di biocarburante avanzato ogni mese (un singolo impianto infatti è capace di produrre oltre 60.000 litri di carburante ogni mese). Ogni singolo progetto viene finanziato da investitori per un 49,9%, il restante 50,1% della proprietà resta in mano a Corsair Holding che ne detiene così il totale controllo, amministrativo e tecnologico.
Il 49,9% dei fondi necessari viene invece raccolto in tutto il mondo da società o persone fisiche che decidono di investire nel progetto grazie ad un ROI (Ritorno annuale dell’Investimento) molto elevato e rendite riconosciute ogni mese per i prossimi 10-15 anni, ossia per tutta la vita media di ogni singolo impianto. Parte di questo 49,9% viene raccolto dal nostro progetto attraverso la piattaforma ECOVO dove la società proprietaria della piattaforma Cloud Horizon investe ogni mese i profitti ottenuti dalla vendita di ogni prodotto sulla piattaforma. Cloud Horizon è già il principale investitore in Thailandia con il 33% delle quote.
Dove potremo arrivare?
Credo molto lontano, sempre tenendo bene a mente che questo è un progetto nel medio-lungo termine (almeno 4-5 anni) e che l’obiettivo della società e arrivare nei prossimi 10 anni a una produzione annuale di oltre 1 miliardo di litri di carburante, grazie a centinaia di impianti operativi in ogni parte del globo.
Sei uno dei 5 Leader Mondiali di questo progetto: cosa suggerisci a chi decidesse di voler seguire la tua strada?
Come già detto lavoro in questa industria da 27 anni e ritengo di essere uno dei maggiori esperti di questo settore a livello mondiale.
Ho già fatto 5 viaggi in Thailandia per conoscere il progetto sotto ogni punto di vista, perché quando sposo un progetto per me la cosa più importante è che sia una realtà seria e reale. Ho messo la mia faccia e la mia credibilità in questo progetto ed avendo migliaia di persone che mi seguono da oltre due decenni tanti mi hanno già seguito.
Chi mi conosce sa che non scherzo su queste cose: è la mia persona che garantisce la validità del progetto agli occhi di chi mi conosce da anni. Come uso dire spesso, il momento giusto di entrare in un nuovo business, in un nuovo mercato, unico al mondo e assolutamente esclusivo è “il prima possibile”, ossia prima di tutti gli altri.
Sono certo che questo business diventerà nei prossimi anni il più etico e ricco al mondo, con milioni di followers, supporters e influencer sparsi in tutto il pianeta. Già oggi centinaia di persone si uniscono al progetto ogni settimana, presto saranno decine di migliaia. La domanda che una persona interessata dovrebbe farsi è: “voglio essere uno dei tanti o uno dei primi..?”
Ricordo a tutti che ad oggi siamo l’unico progetto del genere a livello mondiale, senza concorrenza e siamo l’unica community che può fare concretamente qualcosa di significativo contro il problema della plastica.
Chiaramente chi lavora riceve provvigioni settimanali molto interessanti ed in un momento mondiale di così grande incertezza sarebbe bene per tutti avere a disposizione un “piano B” e crearsi nuove entrate parallele alla propria attività principale.
Infatti, la maggior parte dei nostri collaboratori svolgono questa attività come part-time, senza nessun tipo di obbligo né di dover acquistare nessun tipo di prodotto. Un attività assolutamente libera che sta attirando persone di ogni età, sesso, categoria sociale ed economica.
Io parlo sempre di “sfida del futuro”: quale è la sfida personale di Andrea Cerio?
Chi mi conosce e collabora con me sa che per me le sfide sono tutto, sfidare in primis se stessi, sfidare i luoghi comuni, il pensiero delle masse, la sfiducia e il poco credo in se stessi che è instillato in molte persone.
Sfidare la vita, ogni giorno. Questo aiuta a sentirsi vivi e ad affrontare il nostro viaggio, la nostra esistenza con nuovi stimoli, con la voglia di creare, di realizzare qualcosa di importante per noi e per tutte le persone che amiamo.
Sono una di quelle persone che ha avuto tutto e perso tutto, passando da una vita da sogno a non avere neppure i soldi per una birra al bar, ma non ho mai perso la voglia di realizzarmi. La voglia di lottare.
Ed oggi sorrido di nuovo, e anche molto. Perché questo è alla base di una sfida: non fermarsi, non arrendersi fino a quando non si raggiunge il proprio obiettivo, accettando anche momentanei rallentamenti, stop forzati o cadute che possono farci anche male. In questo periodo ne sappiamo tutti qualcosa. Ma proprio nei momenti di crisi, la frase da ripetersi ogni giorno deve essere sempre la stessa: rialzati, riorganizzati, concentrati sul tuo obiettivo finale e riparti.
Purtroppo solo il 5% delle persone riesce in questo non facile modo di pensare e il 95% invece si arrende sempre troppo presto, ed è il motivo per cui non riesce a realizzare quella vita da sogno che ha sempre desiderato.
La mia sfida è essere il fondatore della più grande community al mondo nella lotta contro la plastica, di vedere nei prossimi anni decine e decine di impianti in tutto il globo, di vedere il nome della nostra società su TV, giornali, internet, documentari, di sentire che questa società avrà eliminato dal pianeta centinaia di milioni di tonnellate di plastica.
La mia sfida è aiutare i miei influencer a sfruttare questa grande chance e di cambiare le loro vite perché oltre ad essere un progetto etico è anche un business molto remunerativo, dove lavorando bene è possibile creare in pochi anni una situazione economica in grado di sistemarsi per sempre.
Perché la vita non è fatta solo per lavorare: il lavoro deve essere una parte della vita ed arrivati ad un certo punto si dovrebbe “tirare i remi in barca” e godersela un poco;, viaggiare, fare del bene, dedicarsi agli hobbies, alla famiglia, agli amici.
Questo con noi è possibile. Ti sfido a farlo assieme a noi. Ti sfido ad essere felice, accetti…?
Io personalmente ho già accettato. Era il 28 febbraio 2019, una data scritta a grandi lettere sulla mia agenda. Quando ho accettato “la sfida” cominciando a pensare e vivere nello stesso modo, accettando di sfidarmi e di sfidare un’idea che a distanza di quasi due anni è già diventata una bella realtà. Oggi che su tutti i media d’informazione si parla di pandemia, si quanto questa abbia le sue radici in un sistema mondo malato, penso sempre che devo fare la mia parte, che devo essere in prima linea tra quelli che lavorano attivamente alle soluzioni concrete.
Domani tornerò a incontrarmi con Andrea per continuare questo dialogo ambizioso. Insieme a noi ci saranno molte altre persone, che conosciamo ogni giorno, a cui parliamo di un’idea di pianeta possibile. Oggi siamo ancora una goccia nell’oceano ma insieme possiamo veramente costruire il nostro futuro, lasciandoci anche guidare da chi può orientarci nella direzione giusta, accettando la sfida.
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