di Giacomo Torresi –
Il 3 novembre si sono svolti in diretta streaming gli Stati Generali della Green Economy del 2020, organizzati dal Consiglio nazionale della green economy, formato da 69 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico e della Commissione europea e il supporto tecnico della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
È stato proposto un pacchetto di misure innovative e di proposte programmatiche in cinque settori strategici della Green Economy: energia e clima, economia circolare, green city e territorio, mobilità urbana, sistema agroalimentare.
Lo scopo di queste misure è quello di attivare uno sviluppo durevole, una ripresa degli investimenti e dell’occupazione e dare una risposta rapida alla crisi climatica, utilizzando le risorse messe a disposizione di Next Generation Eu (strumento europeo di emergenza per la ripresa chiamato anche Recovery Fund del valore di 750 miliardi di Euro, che integrerà temporaneamente il bilancio dell’UE con nuovi finanziamenti provenienti dai mercati finanziari).
Le proposte spaziano dalle innovazioni tecnologiche per la produzione di idrogeno verde all’adozione di criteri stringenti per indirizzare gli investimenti; dagli incentivi per tecnologie di riciclo dei rifiuti plastici e del settore edile all’aumento fino al 30% del territorio e del mare tutelato; dalla riduzione del tasso di motorizzazione privato italiano al di sotto di 500 auto per 1.000 abitanti entro il 2030; fino all’incremento dell’agricoltura biologica al taglio dei fertilizzanti chimici e una graduale carbon tax.
Intervenuto in video collegamento il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha tenuto a precisare: “Non dobbiamo più pensare che solo i grandi player nazionali possano contribuire a raggiungere una maggiore sostenibilità, sono ancora più importanti le famiglie e i cittadini. Per fare questo, il Recovery Plan deve guardare a tutto il territorio nazionale, solo così vinceremo la sfida. Coinvolgere le famiglie, creare valore economico, generare posti di lavoro e diminuire il rischio sanitario e ambientale. Stiamo abbandonando il vecchio sistema della Rivoluzione Industriale per una Rivoluzione Green che si fa costruendo una base e poi volando. Siamo pionieri: come tutti i pionieri cerchiamo di scoprire il nuovo, aspettando tecnologie green sempre più innovative, come l’idrogeno, cercando di lasciare il vecchio combustibile fossile”.
Il tema della rivoluzione verde, che vede l’Italia (per ora più a parole che nei fatti) in prima linea, sembra prendere sempre più piede soprattutto a livello istituzionale. Basterà questo per spingere cittadini e imprese a cambiare il proprio paradigma di vita e il modo in cui viviamo il nostro ruolo su questo pianeta?