Sottotitolo: Per la democrazia c’è ancora una speranza
Ieri ho assistito ad un contrasto in diretta fra due tipi di giornalismo. Mentre in America i maggiori media televisivi (CNN, NBC, ABC, ecc) interrompevano il discorso (rantolo?) di Trump dalla Casa Bianca alla prima avvisaglia di infondate accuse di brogli, in Italia la Rai sottoponeva gli spettatori all’angoscia di doverlo subire per intero. Possibile che dopo 4 anni di cattiva amministrazione e di comunicazioni fasulle, un personaggio come Trump riscuota ancora credito nel Bel Paese? Un giornalista non è, o non dovrebbe essere, un passacarte; le notizie le dovrebbe selezionare e commentare con la barra dritta su una informazione corretta ed imparziale. Passare un Trump senza un minimo di controllo e filtro critico è troppo anche per la Rai che, a Porta a Porta, un giorno ospita la Meloni ed il giorno dopo Salvini. D’altra parte non ho ancora visto Joe Biden apparire sugli schermi italiani; potrebbe essere che non seguo tutti i programmi in diretta dallo Stivale e so che Rai3 è più progressista, ma se malgrado questo Trump è più presente in Italia che in America, mentre Biden, il prossimo Presidente degli Stati Uniti, non esiste, beh, questo mi pone forti dubbi sulla correttezza del giornalismo italiano.
E’ stata una elezione ravvicinata. Il voto femminile suburbano ha disertato Trump, così come un minimo del voto maschile di bianchi con istruzione superiore. Ma per la maggior parte Trump ha ripreso quasi per intero gli stessi votanti del 2016. E’ questo è pauroso. Cosa avrebbe dovuto fare di peggio Trump per alienare il voto repubblicano? Probabilmente non sarebbe bastato che fosse sceso sulla 5th Avenue in mutande con un fucile in mano ed avesse sparato al primo che gli fosse capitato a tiro.
Dopo la peggiore crisi pandemica degli Stati Uniti, con ¼ di milioni di morti e 10 milioni di contagi, dopo una recessione economica superiore a quella di Bush del 2008, dopo 4 anni passati a preoccuparsi solo di fare campagna elettorale su e giù per l’America, dopo il discredito internazionale, dopo essere stato incriminato per abuso di potere alla Camera (ma salvato dal Senato repubblicano con un processo farsa), dopo migliaia di menzogne inanellate in un rosario di tweet farneticanti (il vero ed unico metro di misura della sua politica), quasi 70 milioni di americani hanno votato per lui. La sua base culto fascista non dovrebbe superare i 20 milioni; e gli altri? Possibile che non vedano il pericolo di un demagogo al governo del paese e di una deriva fascista? Capisco che milioni di persone si preoccupino solo degli interessi guadagnati dalla loro pensione e che altri milioni vedano solo il proprio conto in banca e quanto si sia ingrossato, fregandosene della povertà rampante e dei milioni di bambini (bambini? In America?) affamati; quello che non capisco è come mai il liceo o l’università, per quelli che ci sono andati, non li abbia resi cittadini migliori, capaci di superare i pregiudizi e le chiusure verso le diversità sessuali, di credo e di razza. E non capisco questo odio ingiustificato verso i democratici, che è, alla fine dei conti, forse la causa principale del perché queste elezioni siano risultate così all’ultimo respiro. Un odio che fa vedere la pagliuzza nell’occhio dei loro avversari, da considerare a tutti gli effetti dei nemici, e di sorvolare sulle travi dei loro.
E di questo, Trump è l’esempio più macroscopico.
Cosa sta facendo in questo momento? La cosa più anti americana possibile. Contestare elezioni svolte, tra l’altro, secondo norme che garantiscono massimo controllo e trasparenza. Nessun perdente aveva mai avuto niente di cui lamentarsi; persino Gore aveva concesso la vittoria a Bush nel 2000, quando la Suprema Corte aveva fermato il conteggio in Florida, con una differenza di solo poche centinaia di voti. Invece Trump scandaglia avvocati dappertutto ed intenta cause, qui per fermare il conteggio (dove è in vantaggio), lì per accelerarlo (dove è in svantaggio). Ma Biden vince anche in questo, perché le sue casse elettorali sono molto più piene e può disporre di almeno il doppio degli avvocati rispetto a quelli messi in campo da Trump.
Comunque sia, un comportamento che, già imbarazzante per sé, è estremamente pericoloso per la tenuta democratica del paese. Anti americano ed anti patriottico. Anche se difficile da cogliere per gente per la quale il patriottismo vuol dire sventolare bandiere e andare in giro armati sino ai denti.
Ma a Trump non interessa; sino a quando può disputare un’elezione, può stare lontano dai tribunali pronti a porlo sotto accusa per un bel numero di crimini. Il triste continuo della saga.
Una cosa da aggiungere. Queste elezioni sono state vinte dal voto nero che ha risposto come non mai all’invito di Michelle Obama ad andare a votare come se la loro sopravvivenza dipendesse dal loro voto. Black Lives Matter ha contato più del suprematismo bianco. Ed in un paese flagellato dal razzismo sistemico, questo potrebbe rappresentare una svolta.
Sino a quando il GOP (Grand Old Party) riesca a tenerne conto. Difficile, ma possibile.