Arriva l’estate e finalmente una meritata pausa. L’importante è che tu sia consapevole di un fatto: prendersi dei momenti di relax è molto importante per il nostro equilibrio. Purtroppo, un aspetto della nostra vita che viene sempre, e sottolineo sempre, sottovalutato è l’ozio.
Ozio, questo sconosciuto
Al solo sentirne la parola abbiamo un certo timore, un fastidio. Per carità, ci piace l’ozio, ma sappiamo di potergli dedicare solo una parte poco importante del nostro tempo. Quel tempo così consapevolmente occupato dalle cose urgenti e da quelle che servono, appunto, per riempire gli altri spazi di tempo. Oggi sono per lo più i social, la televisione, gli aperitivi passati a chiacchierare con gli amici e tutta quella serie di attività che usiamo accavallare per… passare il tempo. Ma tutto questo ha poco a che fare con la nobile arte e pratica dell’ozio.
Il cervello rifugge questa parola, la nasconde, la boicotta a priori perché in un certo momento, da qualche parte, ci hanno insegnato che l’operatività è un bene, l’inattività è un male. Il termine ozio viene associato al concetto di pigrizia. E chi è pigro non è mai d’aiuto per gli altri. Sbagliato!
Anni e anni di “chi dorme non piglia pesci” per scoprire che è una delle più grandi menzogne della storia? Proprio così.
Non ti sto invitando a passare le giornate sul divano, delegando le tue responsabilità ad altri. Ti sto portando invece a conoscere il vero valore della pausa legata ad un’attività, soprattutto se impegnativa.
L’importanza dell’ozio
Questa fondamentale importanza era non solo conosciuta, ma esaltata in antichità. Fece Roma e il suo impero grandi. A Roma, infatti, ozio (otium) e negozio (negotium) erano due realtà entrambe nobili, in quanto impegnavano le giornate del civis romanus (l’uomo libero), anche se antitetiche. Come si vede dalla stessa struttura morfologica delle due parole latine, la seconda deriva dalla prima: il negotium è, infatti, la negazione dell’otium.
il negotium è la negazione dell’otium
Nella cultura latina due erano le attività a cui l’uomo doveva dedicarsi, e l’una era al servizio dell’altra. L’ozio senza il negozio avrebbe provocato un importante squilibrio, con le conseguenze legate alle tensioni e allo stress che oggi ben conosciamo.
A Roma, mentre il negotium era il momento dedicato all’attività (soprattutto di Stato) l’otium era il momento da dedicare alla contemplazione spirituale, alla riflessione e alla distrazione.
Non so se i saggi romani sapessero già dell’importanza del relax per il nostro cervello. Ad esempio, devi sapere che la memoria si fissa in questi momenti di maggiore distensione. Noi, difatti, costruiamo nuove sinapsi durante il riposo e il sonno, generando nuovi collegamenti tra i concetti e tra ciò che abbiamo imparato. Senza questo momento di pausa preziosissimo, la maggior parte del nostro lavoro verrebbe persa. Smarrita, perché labile e volatile, essendo la conoscenza immateriale, per cui bisognosa di fissarsi a qualcosa che invece lo è. Ed ecco la funzione dei neuroni e degli scambi tra questi.
Noi oggi diciamo: “L’ozio è il padre dei vizi”. Il Romano, ben consapevole del più profondo significato di questa parola, che oggi ha perso del tutto il suo senso, condannandoci alla frenesia delle nostre giornate lavorative, avrebbe probabilmente detto: “L’ozio è il padre delle virtù”.
“L’ozio è il padre della virtù”
E la virtù non è che l’intima essenza dell’essere umani. “Vir” = uomo.
Prendersi il tempo per spostare la mente, dà modo di ragionare ad un altro livello. Al di fuori delle frequenze dettate dalla focalizzazione più impegnativa, che tra l’altro richiede grandi quantità di energia. E la fonte di energia più facile e immediata se ci pensi bene è proprio il cibo. Senza accorgercene, passiamo le giornate in impegni continuativi e mangiando cibi altamente calorici (perché gli zuccheri danno subito la spinta richiesta dal cervello per continuare a lavorare).
Lo scarto di questi alimenti si accumula invece nelle cellule sotto forma di grassi. Insomma, sembra il più grande dei paradossi, ma proprio il dimenticarci il ruolo prezioso dell’otium ci ha trasportati a vivere stili di vita spesso altamente dannosi anche per la nostra salute.
Quindi memoria migliore, forma migliore e cos’altro?
Non sottovalutiamo anche il contributo che l’otium dà alla nostra capacità intellettiva. Di fatto, concedersi pause frequenti ci rende più intelligenti, più saggi, più accorti, più ispirati e capaci di ispirare. Non per altro l’otium permetteva all’uomo libero di esprimere le più alte qualità morali, insieme al prodotto di un lucido intelletto.
Conosci queste due modalità del cervello? Diffuse Mode e Focus Mode?
Parlaimo di neuroscienze al servizio dell’ozio. Devi sapere che il cervello passa naturalmente tra quella che viene definita modalità focalizzata, alla modalità diffusa. Quando sei in focus, ti stai concentrando su qualcosa, mentre in diffuse i tuoi pensieri iniziano a vagare. Questo è un processo del tutto naturale. Durante la fase di diffuse, infatti, la mente parte alla ricerca di nuovi elementi, di soluzioni, di alternative. Il divagare della mente può essere un’opportunità di problem solving. Una modalità molto creativa e proficua quindi.
Hai presente quei periodi, particolarmente stressanti, in cui un pensiero diventa assillante? Come dopo un litigio ad esempio, o quando abbiamo un impellente problema da risolvere al lavoro, in famiglia, ecc. La mente continua a vagare intorno ai soliti concetti, cercando e ricercando soluzioni. Passiamo notte insonni, giornate intere rapiti da questo stato che non fa che aumentare i nostri livelli di stress.
Invece di vivere nel qui e ora, ci arrovelliamo nei circoli viziosi dei nostri pensieri. Tecnicamente si chiama mind wandering, e quando ci ritroviamo in questo stato, non facciamo che porci interrogativi ai quali non stiamo trovando soluzioni. Iniziamo così un circolo vizioso intorno a pensieri fissi.
La soluzione al mind wandering, al perdersi nel ginepraio dei pensieri, è applicare una certa dose di volontà per riportare il cervello in focus mode. Il passaggio dal focus mode al diffuse diventa, ancora una volta, proficuo. Negotium e otium. Uno dei personaggi più interessanti che faceva buon uso di questa conoscenza era Salvador Dalì, il noto pittore surrealista del XX° secolo. L’artista usava un’interessante tecnica per trovare l’ispirazione per i suoi dipinti incredibilmente creativi: si concedeva momenti preziosi sulla sua poltrona in cui lasciava vagare la mente (diffuse) fino quasi ad assopirsi. Nel frattempo, aveva l’accortezza di tenere in mano un mazzo di chiavi che, al momento in cui il sonno sopraggiungeva, puntualmente cascavano a terra riportando alla veglia e all’attenzione (focus) Dalì. In quei momenti il pittore aveva le più grandi illuminazioni.
Vuoi quindi eccellere nella tua vita, nei tuoi affari, nel tuo lavoro… nei tuoi dipinti? Abbi molta cura di alternare otium e nogotium. Oggi le neuroscienze ci suggeriscono, quando sei impegnato in un lavoro importante e che richiede la tua massima focalizzazione, di dividere il tempo in:
45 minuti di intensa attività focalizzata (focus mode)
15 minuti di distrazione in cui semplicemente fare “altro” (diffuse mode)
Camminare e fare semplici esercizi ginnici è molto importante perché mette in circolo energia ed endorfine che tengono carichi ed evitano che si debba ricorrere al junk-food per dare nuova carica. Ma si possono alternare all’attività motoria anche momenti di distrazione diversi, come il dedicarsi alla meditazione (la mindfulness è una pratica superlativa per questo), o socialmente utili, come il semplice chiacchierare con qualcuno. Usare questo quarto d’ora, infatti, per andare nell’ufficio del collega, o fare una telefonata, uscire qualche minuto all’aperto per passeggiare con qualcuno, ci aiuterà tra l’altro a tessere quella rete di rapporti così preziosi per ognuno di noi, sia a livello personale che professionale.
Un altro modo per alternare i due momenti può essere dividere la giornata in due, la mattina negotium, il pomeriggio e la sera otium. Avere la capacità di “staccare” e svagarsi è il miglior antidoto allo stress e ci rende più creativi. Questo è il grande segreto dell’ozio.
Le ville d’ozio
Conosci le “Ville d’ozio”, definizione attribuita ai complessi architettonici degli scavi archeologici di Stabiae, in Campania? Questo era il loro scopo; la villa romana era un luogo di ritiro che rimaneva comunque produttivo dal punto di vista creativo, dove l’uomo libero poteva dedicarsi alla riflessione scientifica e filosofica o a scrivere opere letterarie.
In questi luoghi i riti quotidiani erano impostati proprio per alternare momenti di lavoro a lunghi momenti di svago mentale e attività fisica. In questo caso erano i momenti di evasione ad essere sospesi per brevi momenti dedicati ad attività costruttive, rivolte alla migliore preparazione del negotium.
Ora, facendo nostro il suggerimento dei saggi Romani, e quello delle attuali scienze umane, riportiamo l’ozio tra le priorità della nostra vita, soprattutto nei periodi di maggiore impegno fisico e mentale. Ne guadagneremo in modo esponenziale in lucidità, snellezza e prontezza in ogni campo della vita.