di Ileana Barone –
La notizia
È di qualche giorno fa la notizia che, finalmente, il Mausoleo di Sant’Urbano a Roma è tornato a far parte del patrimonio dello Stato, dopo una lunga trattativa con i proprietari. È dal 2017 che il Ministro Franceschini lavora per far si che le visite per la tomba monumentale del IV secolo d.C. siano aperte al pubblico.
La tomba che conserva al suo interno le spoglie del martire cristiano Urbano, tra mura alte oltre dieci metri, con abside e nicchie laterali e resti della scalinata frontale con cui si entra in via Appia, è la regina viarum, conosciuta in tutto il mondo e raffigurata da poeti e pittori.
La vittoria del Mibact
Nel commentare l’avvenimento il ministro Franceschini ha detto che si tratta di:
un importante passo verso il pieno recupero al patrimonio pubblico del più importante complesso archeologico dell’Appia Antica rimasto in mani private. L’acquisizione del Mausoleo di Sant’Urbano da parte del Parco è l’inizio di un percorso che aprirà ai cittadini questo sito straordinario, arricchendo così l’esperienza di visita della più grande area archeologica al mondo
Alle sue parole si sono aggiunte quelle del direttore del Parco dell’Appia Antica, Simone Quilici, tornato da un anno alla guida del Parco Archeologico, già direttore nel 2019, poi decaduto insieme alla perdita di autonomia della Soprintendenza del Parco e successivamente riportato al suo posto dal ministro Franceschini, che ha detto:
Sono particolarmente felice di aver potuto siglare l’atto definitivo che consegna al nostro Istituto il sepolcro. È una buona notizia che ravviva un momento complicato per tutti. Il mausoleo è diventato negli anni un simbolo della deturpazione e degli abusi che in questa zona erano impunemente perpetrati a danno dei beni culturali nonostante le innumerevoli denunce di tanti intellettuali tra i quali voglio ricordare Antonio Cederna. Con questo nuovo acquisto avremo non solo modo di poter studiare a fondo l’edificio, e acquisire dati scientifici rilevanti, ma potremo anche restaurare e restituire alla cittadinanza e alla fruizione pubblica un nuovo spazio verde, in uno dei tratti più suggestivi della via Appia Antica: un luogo davvero spettacolare che ha ancora molto da raccontare
Il mausoleo e il suo futuro
Analizzato alla fine dell’800 da Rodolfo Lanciani con i fratelli Giambattista e Bernardo Lugari, che avevano acquistato il terreno dal principe Alessandro Torlonia, l’edificio deve il suo nome all’episodio citato dalle fonti cristiane, secondo le quali il corpo del Santo sarebbe stato trasportato dalla devota matrona Marmenia in un edificio realizzato in una sua proprietà lungo la via consolare.
Dopo i lavori di manutenzione, verrà riaperto l’ingresso storico da via Appia Antica, dove c’è ancora un tratto basolato e da dove diparte una traversa dell’Appia Antica all’altezza del IV miglio, che è a circa venti minuti di cammino dal Mausoleo di Cecilia Metella e a quindici dal Casale di Santa Maria Nova e dalla Villa dei Quintili. Una posizione strategica per la visita al Parco.