South South art gallery online Liza Essers
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Nasce South South: la piattaforma che esplora l’arte mondiale

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di Ileana Barone –

Una nuova piattaforma online dedicata al mondo dell’arte sta prendendo vita in questi giorni. Il suo nome è South South, ed è stata creata per divenire una community, un archivio, un’antologia e una risorsa non solo per gli artisti ma anche per curatori, collezionisti e gallerie che hanno il loro centro di attività delocalizzato rispetto all’asse Usa/Europa.

Ciò che è fondamentale in South South è la possibilità del pubblico di esplorare centri d’arte alternativi e scoprire la notevole produzione artistica di quelle regioni storicamente emarginate, quelle del Global South.

L’idea

L’idea è venuta a Liza Essers durante il lockdown. Figlia di immigrati, cresciuta in Sud Africa, la madre apparteneva alla prima generazione di rifugiati dalla Libia mentre il padre era figlio di immigrati lituani. Dopo aver studiato economia e aver avuto un’esperienza nel business decide di dare un taglio netto alla sua vita e ricominciare facendo la curatrice indipendente e produttrice di film vicini al mondo dell’arte.

Nel 2008 compra la storica Goodman Gallery che fu fondata nel 1966 a Johannesburg, in pieno apartheid, e che si espanse a Cape Town e Londra. La galleria già a quei tempi sfidava le regole sociali del Sud Africa aprendo le porte ad artisti e visitatori di colore spesso esclusi dai musei. Ed è proprio nell’impegno politico e sociale della galleria che Essers rivede la sua storia.

Liza Essers

Il progetto

Abbiamo detto che sarà una piattaforma virtuale che ha lo scopo di realizzare un archivio di testi e contenuti che raccontino una storia diversa da quella Occidentale, che è più privilegiata. Prima della pandemia, circa il 70 % delle entrate della maggior parte delle gallerie del sud del mondo arrivava dalle fiere. Con i viaggi bloccati la situazione si è fatta molto dura e i luoghi come Johannesburg sono diventate delle mete troppo distante dai centri mondiali d’arte. L’obiettivo di South South è quello di dare quindi una risposta concreta a questa percezione di isolamento.

Nel mese di aprile 2020 Liza Essers ha deciso di coinvolgere nel progetto molte gallerie da tutto il mondo, che adesso collaborano al progetto. La piattaforma funziona su invito, le gallerie possono pagare tra i 1500 e i 3000 dollari per farne parte. Solo le emergenti non hanno costi. Ogni galleria avrà un video di presentazione e un breve documentario della città in cui lavora.

Il primo evento

L’evento che darà il via alla piattaforma sarà South South Veza che sarà possibile seguire online dal 23 febbraio al 7 marzo 2021 con il live selling event. I profitti saranno destinati agli artisti e alle gallerie e fino al 20% del ricavato andrà in beneficienza a partner senza scopo di lucro, un riconoscimento dell’importante contributo che South South destina all’ecosistema dell’arte.

Il termine “Veza” proviene dall’isiZulu, una delle 11 lingue nazionali del Sud Africa, e vuol dire “esibire, produrre e rivelare”: sarà infatti un incrocio tra un’asta virtuale e una Online Viewing Room (OVR) aperta ad ogni pubblico. All’evento parteciperanno più di 50 gallerie, da 40 città diverse e provenienti da tutti e 5 i continenti.

Alla presentazione delle gallerie si accompagneranno talk, film, performance realizzate da alcuni curatori famosi: Elvira Dyangani Ose (Dipartimento di Visual Cultures a Goldsmiths e Thought Council alla Fondazione Prada), Rodrigo Moura (Chief Curator del Museo del Barrio a New York), Paula Nascimento e Suzana Sousa (curatrici e ricercatrici indipendenti).

La Goodman Gallery di Liza Essers

Qua è possibile vedere le opere della Goodman Gallery.

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