di Giacomo Torresi –
Per secoli Norimberga fu conosciuta per l”eccellente industria del giocattolo.
Il Novecento ha visto tuttavia la città cristallizzarsi come primario centro nazista, dove il 15 settembre 1935 vennero promulgate le leggi razziali.
Bertolt Brecht, dal suo esilio danese, nella “Ballata di Marie Sanders” rispose a quelle leggi, evidenziando il tragico destino delle coppie improvvisamente criminalizzate per amori ritenuti contrari alla purezza ariana:
A Norimberga han fatto una legge e delle donne han pianto, perché andavano a letto con l’uomo sbagliato
Sempre a Norimberga, nell’area smisurata e incompiuta del Reichsparteitagsgelände (Area dei raduni di Norimberga), progettata dall’architetto del Führer, Albert Speer, e parzialmente realizzata tra il 1933 e il 1938, per ospitare i raduni del Partito nazista, si inscenarono le liturgie delle oceaniche adunate nazionalsocialiste.
In quella stessa città bavarese, a partire dall’autunno del 1945, si svolse la fondamentale serie di processi contro gerarchi nazisti di primo piano e successivamente contro membri delle SS, della polizia, di avvocati, medici, imprenditori.
Robert H. Jackson
Per il primo processo, proprio nel suo palazzo di giustizia, le potenze vincitrici cercarono un minimo comun denominatore per dare un esempio e lanciare un monito al mondo con una sola voce, esercitando l’arte della diplomazia e del compromesso, a cominciare dalla scelta dei 24 accusati di maggiore spicco.
All’apertura dei lavori, il procuratore capo Robert H. Jackson, affermò:
Non possiamo dimenticare che così come ora noi giudichiamo gli imputati, verremo giudicati dalla Storia
Lo stesso Jackson sottolineò come non si stesse cercando vendetta, bensì un giusto processo, inteso come “una delle più significative concessioni che il potere abbia mai riconosciuto alla ragione”.
Holocaust Memorial Museum
Pubblicando tra il 1949 e il 1953 le trascrizioni dei processi di Norimberga nella traduzione inglese, il governo americano fornì un primo sostegno alla ricerca storica.
Oggi, a distanza di 75 anni da quei fatti, l’Holocaust Memorial Museum di Washington ha immesso in rete integralmente i materiali audio di quelle 775 ore di interrogatorio e tutti i filmati mostrati durante il dibattimento.
Rebecca Boehling, direttrice della sezione documentale del museo, spiega:
I 24 criminali del primo processo sono solo una minima parte dei carnefici, tuttavia attraverso di esso venne documentata la verità storica dell’Olocausto e degli orrori nazisti
I documenti
Il rilascio online di tutti i documenti, digitalizzati grazie ad un progetto pluriennale,
rende accessibile a tutti le prove dell’Olocausto, e questo è di cruciale importanza, in considerazione dell’attuale crescita di fenomeni di falsificazione e negazione della Storia
Dopo questo lungo lavoro è possibile dunque ascoltare dalla viva voce di imputati, testimoni e avvocati, ciò che avvenne udienza dopo udienza, e visionare i filmati che contribuirono a inchiodare gli accusati alle loro responsabilità.
Qui è possibile ascoltare gli audio integrali.
Qui è possibile visionare i video dei processi.