di Ileana Barone –
In via Oslavia, nel quartiere Prati di Roma, visse e lavorò un importante artista Futurista: Giacomo Balla.
La casa, che è divenuta un laboratorio di sperimentazione, verrà aperta al pubblico dal 26 maggio al 24 ottobre.
L’artista
Nato a Torino nel 1871 fin da piccolo mostra un grande interesse per la pittura e il disegno, avvicinandosi pian piano anche alla fotografia.
Nel 1859 lascia Torino per trasferirsi a Roma dove vivrà fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1958.
I suoi studi riguardanti la ricerca di effetti di luce e dinamismo lo porteranno ad avvicinarsi alla corrente del Futurismo e, dopo aver conosciuto Marinetti, a firmare “Il manifesto tecnico della pittura futurista”.
La casa
In questa casa, dove visse dal 1929 con la moglie Elisa, Balla concentrò tutto il suo talento artistico trasformandola in una vera e propria officina di sperimentazione: dipinse le pareti, i mobili, gli arredamenti e gli utensili.
Creò opere pittoriche e scultoree, abiti da lui disegnati e tantissimi oggetti che hanno dato vita ad un caleidoscopico progetto, ad una grande opera d’arte.
“Ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente”. Così scriveva nel 1915 Giacomo Balla insieme a Fortunato Depero nel loro Manifesto per la ricostruzione futurista. “Daremo scheletro e carne all’invisibile – annunciavano – all’impalpabile, all’imponderabile, all’impercettibile”.
Ed è proprio questo che è diventata la sua dimora: “un insieme di tutte le forma e gli elementi dell’universo che formino dei complessi plastici che metteremo in moto”.
L’evento
La casa Balla è stata oggetto di un complesso intervento di restauro supervisionato dalla Soprintendenza, ma che non era mai divenuto realtà.
Finalmente, dopo anni di silenzio, il progetto ha raggiunto un punto di svolta grazie al programma curato dal MAXXI.
“Casa Balla. Dalla casa all’universo e ritorno”, a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Domitilla Dardi è anche una mostra tematica allestita nella galleria 5 del Museo.
Pietromarchi afferma:
Finora mai aperta al pubblico dopo la morte delle figlie, la casa è rimasta chiusa per una serie di ragioni ereditarie. All’inizio degli anni duemila è stato posto il vincolo dalla Soprintendenza come bene storico di particolare importanza artistico-culturale e la Banca d’Italia, negli ultimi anni, ha visto piccoli interventi di restauro. Ora, per la prima volta, abbiamo stretto un accordo con gli eredi per aprirla in sicurezza, con visite guidate su prenotazione di piccoli gruppi ogni fine settimana per cinque mesi.
All’interno della mostra saranno esposte opere inedite e realizzate per l’occasione che ragionano sulle molteplici suggestioni di Casa Balla, portando a galla il pensiero sfaccettato del Maestro.
Gli artisti e creativi invitati ad analizzare la casa sono: Ila Bêka & Louise Lemoine, Carlo Benvenuto, Alex Cecchetti, Emiliano Maggi, Leonardo Sonnoli e Space Popular.
Il futuro
Alla domanda su quale sia il futuro dell’iniziativa, Pietromarchi ha risposto sostenendo che l’apertura dell’appartamento è legata al progetto ma spera che sia il primo passo per restituirla permanentemente al pubblico.
La mostra è stata realizzata con la collaborazione della Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio e con il supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Mibact con il contributo di Banca d’Italia.