di Giacomo Torresi –
Nascerà alle porte di Roma, convogliando la migliore ricerca di settore, la prima Hydrogen Valley italiana.
Una valle dell’idrogeno che si occuperà del settore a 360 gradi per accorciare la distanza che attualmente separa le più promettenti innovazioni dalla produzione su grande scala.
Il progetto porta la firma dell’Agenzia Nazionale Enea e sì è già aggiudicato un investimento di 14 milioni di euro da parte della Mission Innovation.
L’attenzione nazionale e mondiale sull’idrogeno è rapidamente cresciuta negli ultimi anni, culminando in Europa con una serie di strategie governative dedicate. (Ne avevamo parlato su InsideMagazine)
Ma tra gli obiettivi messi bianco su nero dalla Commissione Ue e dagli Stati membri, e l’attuale sviluppo del settore, vi è ancora una lunga strada da compiere.
Un percorso fatto di collaborazione dialogo diretto, non solo fra i vari Paesi, ma anche tra il tessuto produttivo e il mondo accademico e della ricerca.
L’Hydrogen Valley italiana progettata dall’Enea si pone come luogo ideale per questa integrazione.
L’obiettivo, spiega la stessa agenzia, è creare incubatore tecnologico che curi tutta la nascente filiera: dalla produzione alla distribuzione, dall’accumulo all’utilizzo.
E che metta in comunicazione tra loro università, istituti di ricerca, associazioni e imprese.
Il luogo selezionato è il Centro ricerche Enea Casaccia, dove gli scienziati creeranno una serie di infrastrutture hi-tech per lo studio e la sperimentazione del vettore.
Giorgio Graditi, Direttore del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili dell’ENEA, sottolinea:
Si tratta di una piattaforma polifunzionale, inclusiva. Al suo interno ci occuperemo di idrogeno a 360 gradi, per accelerare ricerca e innovazione e arrivare a colmare il gap fra scala di laboratorio e industriale”
All’interno Hydrogen Valley italiana si testerà l’impiego di idrogeno puro e in miscela con gas naturale per la produzione elettrica, mettendo a punto anche miscele idrogeno-metano da immettere nella rete interna di distribuzione del gas.
Sarà a tal fine realizzato un “idrogenodotto” locale dedicato da utilizzare in modo capillare a seconda della domanda delle utenze.
Il progetto prevede anche la realizzazione di una stazione di rifornimento per veicoli a fuel cell in uso all’interno dello stesso Centro. L’incubatore studierà anche le diverse applicazioni del power-to-gas alimentate da fonti rinnovabili.
Graditi ha aggiunto:
“Questi sono solo alcuni esempi delle potenzialità di un progetto tutto italiano che darebbe la possibilità alle aziende di produrre innovazione, sperimentando e validando le proprie tecnologie in un ambiente dedicato e con il supporto di personale e laboratori qualificati“.
“Per realizzare il primo dimostratore di ‘taglia rilevante’ della reale fattibilità di un’economia green basata sull’idrogeno, sfrutteremo tutte le potenzialità del nostro Centro Ricerche Casaccia che si estende su oltre 100 ettari, con circa 1000 ricercatori, importanti infrastrutture e laboratori di ricerca, una rete autonoma del gas e dell’energia elettrica, circa 200 edifici, strade e servizi”.