di Ileana Barone –
Oggi 15 marzo ricorre la giornata nazionale del “Fiocchetto Lilla”, per la sensibilizzazione contro i disturbi alimentari.
Promossa per la prima volta nel 2012 dall’associazione “Mi nutro di vita“, l’iniziativa vuole offrire sostegno a coloro che stanno lottando contro queste problematiche e, allo stesso tempo sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei DCA – Disturbi del Comportamento Alimentare, che annoverano bulimia, anoressia e obesità ma anche altre forme.
Sul portale che ha promosso l’iniziativa, tra gli obiettivi c’è quello di “difendere i diritti fondamentali di chi è colpito da un Dca, sensibilizzare l’opinione pubblica, conoscere la frequenza, le caratteristiche e le gravi conseguenze che questi disturbi possono avere per la salute fisica e psicologica di chi ne soffre, scoraggiare il disinteresse da parte di chi non è direttamente coinvolto e accrescere la consapevolezza a livello individuale, collettivo ed istituzionale”.
Una corretta informazione
La giornata del “Fiocchetto Lilla” è stata ufficializzata il 19 giugno del 2018 e certificata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Sul sito che la promuove si legge che istituire una giornata riguardante temi cosi importanti ha aumentato l’attenzione della popolazione italiana circa queste patologie che usano il corpo come mezzo per comunicare un disagio che ha radici molto più profonde.
Per gli esperti del settore è importante realizzare una corretta informazione circa i DCA, in modo che venga reso più semplice capire i meccanismi psico-biologici che favoriscono la malattia.
È importante inoltre far comprendere che questi disturbi possono essere curati attraverso una rete assistenziale che individui subito il disturbo, anche attraverso l’attivazione di percorsi riabilitativi multidisciplinari specializzati.
Fondamentale è quindi per il buon esito del trattamento che venga fatta una diagnosi precoce della malattia ed un intervento tempestivo con medici specialisti.
I numeri in Italia
A soffrire dei disturbi a livello alimentare, in Italia sono circa 3 milioni di giovani, un fenomeno spesso sottovalutato non solo dai familiari ma anche da chi ne soffre e che costituisce una vera e propria “epidemia sociale”.
Tra i soggetti interessati il 95,9% è donna, mentre il 4,1 è uomo.
Soffrire di un DCA, oltre ad avere conseguenze negative sul piano organico, ha effetti importanti anche sul funzionamento sociale della persona, con gravi penalizzazioni della qualità di vita; ne limita le capacità relazionali, lavorative e sociali.
Spesso, inoltre, il disturbo alimentare è collegato ad altre patologie psichiatriche: oltre, quindi, a provocare un’intensa sofferenza psichica, coinvolge anche il corpo, con serie complicanze fisiche.
Nonostante questo, solo una piccola percentuale di persone che soffrono chiede aiuto.
Purtroppo la pandemia con i conseguenti lockdown ha portato ad un aumento dei disturbi alimentari nel nostro Paese.
Infatti, secondo i dati resi noti dal Centro Nazionale per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, nei primi 6 mesi del 2020 in Italia ci sono stati 230.458 nuovi casi a fronte dei 163.547 dello stesso periodo del 2019, con un aumento del 30%.
Tra questi sono aumentati quelli di esordio della malattia ex novo, si sono aggravati quelli preesistenti e si è abbassata la fascia di età, che ha coinvolto pazienti anche fino a 11 anni.