di Nicoletta Mesina –
“Il paradiso è sotto i nostri piedi, così come sulle nostre teste”
– Henry David Thoreau –
La sostenibilità
La terra. Elemento simbolo della vita e fin dai tempi più antichi venerata come Dea, Madre, l’origine del tutto. E con lo stesso rispetto, amore e devozione di allora dobbiamo prendercene cura, abbandonando ogni tipo di coltivazione intensiva e utilizzo di pesticidi dannosi per la sopravvivenza.
Si parla di scelte responsabili, etiche. Preservare il territorio e tutto ciò che ne deriva adottando misure e approcci sempre più sostenibili.
Sviluppare un modello comune di azione che permetta alla filiera vitivinicola di procedere lungo un sentiero ben delineato e che sia coerente con i principi dello sviluppo sostenibile.
La tutela del patrimonio paesaggistico e della biodiversità, l’adeguata formazione del personale, la salute e sicurezza dei consumatori, investire nella green economy, la salvaguardia delle tradizioni e della cultura locale, insieme ai beni archeologici, artistici e naturali che costituiscono la ricchezza e l’identità di un territorio, sono i pilastri su cui si fonda la sostenibilità e che sono alla base del progetto VIVA.
La filiera vitivinicola produce un notevole impatto sull’ambiente, a seguito dello sfruttamento di risorse idriche e del suolo.
Coltivare la vite, produrre i vini con metodi sostenibili, utilizzare l’acqua in modo razionale, limitare l’uso dei prodotti chimici sono le tecniche adoperate da una delle cantine più antiche della Sardegna, l’unica che a oggi ha aderito al programma VIVA.
Così custodiamo la nostra terra, la sua ricchezza di vita, la sua natura.
Cantina Argiolas
Una storia. Un territorio.
Una famiglia. Tre generazioni. 250 ettari. Cinque tenute.
Una storia iniziata nel lontano 1938 quando il capostipite Antonio Argiolas fondò la cantina. Un amore per le proprie origini, per la storia dei luoghi, per le viti e il vino, coltivato giorno dopo giorno e tramandato primi ai figli Antonio, Franco e Giuseppe e poi ai nipoti, che con lo stesso impegno e costanza hanno seguito le orme familiari.
Tra le campagne di Sibiola, tra le sinuose colline del Trexenta, tra i comuni di Selegas e Guamaggiore sorgono la Tenuta Serdiana, la Tenuta Sisini, la Tenuta Sa Tanca, la Tenuta Vigne Vecchie e la Tenuta Is Solinas. Ognuna di esse, grazie alle condizioni climatiche ottimali, produce una varietà diversa di vini. Una linea così ampia da solleticare e accontentare ogni tipo di palato e naso.
Dal giallo paglierino di S’ELEGAS, Nuragus di Cagliari, dal gusto pieno, morbido e ricco dalle note fruttate, al rosso rubino del COSTERA, Cannonau dall’intenso profumo, rotondo, avvolgente, fino al rosé SERRA LORI, tenue, delicato ma al tempo stesso vivace.
Com’è stato possibile tutto ciò?
Il rispetto per la natura, la biodiversità, il territorio circostante. Anni passati a studiare, a capire come tale bagaglio culturale e patrimonio naturale potesse essere preservato nel migliore dei modi.
L’agricoltura integrata e la tecnica di potatura Simonit & Sirch sono alcuni degli strumenti adottati in passato e tutt’ora vigenti.
- La rotazione delle colture ha permesso al suolo di restare fertile, di non essere abusato o sottoposto a continui e intensi sfruttamenti.
- Il taglio poco invasivo delle viti giovani aiutando i ceppi a vivere più a lungo.
Innovazione e tradizione
Ma la vera innovazione è stata la cosiddetta viticultura di precisione. Un progetto ambizioso quanto impegnativo, poiché prevede un sistema di geolocalizzazione che permette di conoscere esattamente la situazione delle piante, il loro stato di salute. Un monitoraggio a 360 gradi grazie al quale è possibile intervenire laddove ci siano problemi.
Incamminarsi tra i vitigni e gli oliveti delle campagne di Serdiana vuol dire addentrarsi in un mondo di antichi mestieri, comprendere come il passato e il moderno possano convivere, tutelando un paesaggio che vale la pena lasciare intatto per le generazioni future.
Un viaggio alla riscoperta di sapori e profumi sapientemente mixati. Un retrogusto emozionale in grado di risvegliare quei ricordi legati alla tradizione, da tempo rilegati negli angoli sperduti della memoria.