“Non si può minimizzare il fatto che la pandemia da coronavirus abbia avuto un impatto sul mondo del lavoro, dagli strumenti e dai metodi utilizzati dalle aziende per assumere e formare i candidati, alle nuove politiche sul lavoro a distanza e alla flessibilità richiesta, arrivando a ridefinire il concetto di ciò che effettivamente significa trovare “il right fit” tra candidati e datori di lavoro.”
Inizia così lo speciale “white paper” di Monster Italy. Uno studio sul futuro del lavoro dal punto di vista di recruiter e candidati che ha coinvolto oltre 10mila persone in tutto il mondo dai 18 ai 67 anni.
“Credo profondamente che quest’anno saremo in una posizione migliore, soprattutto nella seconda metà del 2021”, afferma Scott Gutz, CEO, Monster.
“Dovremmo aspettarci più posti di lavoro e più candidati attivi, e molte più attività in generale”
Lo sappiamo bene ormai, come dalle professioni più ricercate alle strategie di formazione, sia il digitale a guidare la trasformazione del lavoro, a partire dal cloud e dall’uso sapiente dei dati. Ne abbiamo parlato con Simone Terreni, Ceo di VoipVoice, in due puntate dedicate allo smartworking. Il grande impatto relativo al COVID-19 è stato, infatti, il modo in cui le aziende si sono rapidamente orientate per gestire la crisi. Molte le modifiche introdotte riguardo temi come flessibilità, lavoro a distanza e protocolli sanitari.
La professoressa Ashley Whillans della Harvard Business School ha ipotizzato un cambio drastico della formula del lavoro dalle 9 alle 5 che potrebbe tramutarsi in un 3-2-2: tre giorni in ufficio, due a casa, due di totale disconnessione. Molte ricerche dimostrano che lavorare alcuni giorni alla settimana da remoto aumenta l’efficienza. Tuttavia naturalmente influiscono sulla produttività da remoto il tipo di attività ed i mezzi tecnologici a disposizione delle persone. Inoltre, è di recente attualità la sentenza della Corte europea proprio in tema di reperibilità. Smartworking non deve significare essere sempre raggiungibili e a disposizione (anche fuori dall’orario previsto). QUI il nostro articolo.
Argomenti, quelli legati ai nuovi trend del lavoro, che recentemente abbiamo toccato spesso sull’interessantissimo LinkedIn report: i lavori in crescita nel prossimo futuro, e poi Smartworking: Lavoro, pandemia, ostacoli e soluzioni. LinkedIn promuove il confronto, oppure puoi approfondire su Coronavirus. Previsioni di cambiamento nel mondo del lavoro, ed ancora su Il futuro del lavoro fluido è arrivato e torniamo a parlarne oggi. Perché? Perché l’argomento è quanto mai attuale, scottante e fondamentale per i prossimi mesi. La crisi che stiamo vivendo vogliamo che conduca verso nuovi spiragli, idee, innovazione, modelli virtuosi. E perché Monster Italia – piattaforma globale che forma i media per il recruiting, le tecnologie e le piattaforme per connettere persone e opportunità di lavoro aiutando i loro clienti a completare selezioni e a trovare un nuovo impiego – ha creato un vero e proprio e-book per la sua ricerca, scaricabile QUI.
Per approfondire la mentalità sia dei recruiter che dei candidati, il
sondaggio completo riguardante il Futuro del lavoro ha esplorato una
varietà di argomenti, tra cui:
• Le prospettive di assunzione
• L’impatto pandemico
• Virtual Recruiting
• Idoneità e trasparenza
• Gestione dello “Skills Gap”
• Strumenti e risorse
• Diversity & Inclusion
“Candidati e aziende hanno visto quanto può essere efficace lavorare da casa” sostiene Jort Wassenaar, consigliere delegato Monster Europe. “Ora che il vecchio dibattito contro il lavoro da casa – quale nemico della produttività – è stato smentito, candidati e dipendenti si aspetteranno molta più flessibilità”.
Il futuro del lavoro è flessibile
Aspettiamoci un ritorno sicuro e graduale al face-to-face. “Prevedo che, nonostante le opzioni di lavoro virtuali e flessibili continuino, assisteremo anche a un graduale ritorno al lavoro in presenza”, afferma Gutz. I datori di lavoro devono iniziare a pensare a come mettere le persone a proprio agio nell’interagire tra loro ancora una volta, concentrandosi sulla salute e la sicurezza, aggiunge,
Monster Italia spiega che “Nonostante un 2020 tumultuoso, le prospettive
di assunzione per il 2021 sono per lo più ottimistiche. Esistono alcune eccezioni, principalmente in settori come la vendita al dettaglio e il settore alberghiero/ricreativo che non sono ancora pronti a prevedere riaperture e un completo ritorno alle attività. Ma complessivamente, 8 datori di lavoro
intervistati su 10 affermano di voler assumere nel 2021.
Ci saranno ovviamente alcune difficoltà da superare. Trovare candidati qualificati e valutare le persone in cerca di lavoro sulla base di
colloqui sono le priorità delle aziende. E per i dipendenti, l’ultimo anno di lavoro virtuale e le preoccupazioni pandemiche hanno innescato una tendenza globale di ansia legata al lavoro, qualcosa che le aziende dovranno affrontare.”
Mercato e nuovi business, infrastrutture e competenze evolute, digital enabler e professioni emergenti, ecco quali sono gli ambiti in cui il futuro del lavoro è maggiormente focalizzato. Il settore è l’information and communication technology (non per altro InsideMagazine nasce proprio cogliendo il cambiamento del paradigma) trainato dalla crescita esponenziale del traffico dati e dell’utilizzo di vecchie e nuove applicazioni. Secondo un report Censis – Centro studi Tim, il volume registrato nei 15 giorni dopo le prime misure restrittive di marzo è stato tra il 70% e l’80% in più.
Assumere guardando a domani
L’epidemia sta rivoluzionando il mercato del lavoro. Ma se alcuni settori sono in difficoltà altri sono in forte crescita e prevedono assunzioni. A partire dalla sanità e dall’informatica.
Le parti più impegnative del processo di assunzione scelte, secondo lo studio, sono state:
- Valutazione dei candidati nel colloquio
- Identificare rapidamente candidati di qualità
- Selezionare in modo efficace i candidati prima del colloqui
- Ottenere un riscontro e il coinvolgimento dei candidati
Anche secondo quanto abbiamo riportato nell’articolo LinkedIn report: i lavori in crescita nel prossimo futuro pubblicato il 22 febbraio su I’M, la tendenza è netta. Un’indagine di Assolavoro Datalab, svolta nei primi 10 giorni di novembre su due dei principali portali per la ricerca di lavoro, LinkedIn e Trovit, che elenca le 30 figure più ricercate. Secondo l’analisi, nell’ultimo bimestre del 2020 sul totale delle richieste espresse dal mercato del lavoro, in tutto circa 480mila posizioni, ben 297mila riguardano le 30 figure indicate. Le sole agenzie per il lavoro per lo stesso periodo offrono complessivamente circa 90mila opportunità, per lo più contratti a tempo determinato.
Un altro studio, realizzato da Excelsior e Unioncamere-Anpal, stima un calo dell’1,2% degli occupati totali a fine 2021 rispetto al periodo pre-crisi, che diventa però una crescita (+2,2%) nel settore pubblico, grazie allo sblocco delle assunzioni in sanità imposto dall’epidemia. Va anche considerato un altro dato legato alla riapertura delle attività nel terzo trimestre 2020 che ha generato un trend positivo del +13% rispetto ai tre mesi precedenti, e i profili più ricercati negli annunci di lavoro pubblicati dalle aziende sul web testimoniano la necessità di accelerare la trasformazione digitale.
Donne e inclusione
A proposito di donne, le quali rimangono sempre più sotto pressione rispetto ai pari grado di sesso forte (articolo dedicato QUI) a livello globale, le stanno subendo il peso fisico ed emotivo del lavoro più degli uomini, con tassi più elevati di ansia, depressione, mal di testa e solitudine. Le donne in Italia presentano tassi di ansia mediamente più elevati.
La diversità, l’equità e l’inclusione sono temi fondamentali e sempre più sentiti. Segno del cambiamento dei tempi. Ed è “da tempo un’importante priorità tra i datori di lavoro a livello globale, ma i movimenti per la giustizia sociale del 2020 ne hanno accelerato le iniziative. I candidati di oggi hanno grandi aspettative quando si tratta di questioni di diversità e inclusione, costringendo le organizzazioni a fare valutazioni e aggiornamenti onesti delle loro politiche aziendali.”
Idoneità e trasparenza
Seguendo quanto riportato dalla ricerca di Monster Italia: “Sia i datori di lavoro che i candidati stanno cercando di trovare la loro corrispondenza
perfetta, ma entrambi hanno idee diverse sul modo migliore per determinare il giusto match. Gli strumenti tradizionali come curriculum e
colloqui hanno ancora la loro importanza, ma la definizione delle aziende su cosa significhi essere il candidato ideale potrebbero cambiare.
Si evidenzia inoltre una sostanziale differenza tra ciò che i candidati mostrano nei loro CV e ciò che le aziende preferirebbero effettivamente vedere nei profili.”
“La pandemia ha impresso un’accelerazione al bisogno di trasformazione digitale e di smartworking, questa reazione delle aziende ha portato il settore It a concentrarsi sul fornire prodotti, servizi e infrastrutture ma ha rallentato la capacità di occupare professionalità e competenze digitali essenziali per lo sviluppo“
ha osservato Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, secondo il quale “assumere sarà una conseguenza della ripartenza”. In accordo con le previsioni e il Piano nazionale di ripresa che prevede per il digitale uno stanziamento di 48,7 miliardi di euro dei 196 resi disponibili dall’Ue tra prestiti e contributi a fondo perduto: “Siamo di fronte a una combinazione straordinaria tra Recovery fund, piano di bilancio e settennato Ue 21-27 – osserva Gay – ma è urgente dotarsi di una politica industriale per dare una direzione al digitale e attuarla con approccio di sistema, tra pubblico e privato”.
La crisi sanitaria, i lockdown e l’aumento del lavoro da remoto hanno accelerato la crescita di questo mercato e nel 2021 la spesa totale per soluzioni cloud crescerà sette volte più velocemente della spesa It complessiva. Tanto che, secondo CompTia, il cloud (59%) sarà la seconda infrastruttura più importante nel 2021.
Stiamo dunque vivendo una forte accelerazione dei processi di digitalizzazione nel nostro Paese, nell’ambito dell’istruzione con la DAD, allo smartworking nel mondo del lavoro al cashback di Stato e alla spinta verso l’E-commerce. Tutti processi avviati nel 2020 che avranno una ulteriore espansione in questo nuovo anno. La richiesta di profili come digital business designer e architect, data scientist, enterprise architect, chief digital officer, cloud architect (ed e-Coach ndr) si contrappone a una tendente carenza di competenze che sembra destinata a continuare. Questo, a quanto racconta Monster Italia, secondo l’87% dei datori di lavoro che afferma, conseguentemente, di avere difficoltà a coprire alcune posizioni. E un terzo concorda sul fatto che il divario è maggiore ora rispetto a solo un anno fa.
L’importanza delle softskill
Quando si tratta di trovare o proporre lavoro, le soft-skills (oggi più di ieri, e domani più di oggi) sono molto ricercate dalle aziende. I candidati, oltre ad avere le competenze tecniche e specialistiche, devono essere in grado di avere doti di flessibilità, capacità di lavorare in team, di problem solving, di gestione dello stress, caratteristiche ormai imprescindibile in qualsiasi professione. Oggi più che mai un fattore critico, proprio perché, se da una parte la tecnologia sostituisce la mano umana, il cervello, l’empatia, la capacità relazionale, l’inventiva, rimangono i fattori determinanti proprio per guidare i robot del futuro.
Altro aspetto al centro del dibattito sul lavoro è quello del riprogettare il lavoro per permettere alle persone di tornare protagoniste. La crisi ci sta aprendo gli occhi sulla dimensione umana e sulla sua importanza, per questo non soltanto dobbiamo tornare a essere produttivi, ma dobbiamo farlo stando bene, migliorando modelli e processi, ma anche i rapporti tra dipendenti e proprietà. L’azienda è sempre di più una comunità di persone, parafrasando Adriano Olivetti. Oggi il benessere dei dipendenti è imprescindibile dalla produttività. Questa pandemia l’ha dimostrato. Un dipendente sano e felice è anche produttivo e lo può essere da ovunque. Per questo nascono nuovi concetti di status lavorativi che vanno alla conquista del territorio e alla riscoperta del contatto con la sua bellezza. Sono startup come Everywhere TEW (viaggi, esperienze, lavoro. La nuova frontiera dello smartwork) o Borgo Office (la scrivania con vista sui borghi più belli d’Italia)
Il rapporto tra recruiter e dipendenti è l’emblema del futuro del nostro Paese, proposta e domanda specchio della nostra futura capacità produttiva che ci apre ad una nuova consapevolezza: siamo un unica comunità di persone unite verso uno sforzo comune, chiedere sforzi ai nostri dipendenti richiede che anche imprenditori e istituzioni per primi si rimbocchino le maniche.