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Elaisian, startup agritech dedicata agli uliveti e al Made in Italy

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Damiano Angelici e Giovanni Di Mambro, entrambi 26enni, insieme all’informatico Gabriele Allegrini, nel 2016 hanno creato Elaisian, startup agritech basata su un sistema di supporto alle decisioni che previene la malattie di uliveti e vigneti. L’agricoltura di precisione per produttori olivicoli nasce qui, da una semplice ma vincente idea: costruire un dispositivo con diversi sensori che rilevano la situazione climatologica, i tre tipi di clorofilla a, b, betacarotene e componentistica come potassio, magnesio, zinco. Il sistema monitora i principali componenti del terreno attraverso una fotocamera e, attraverso una rete wifi lo connette a una centralina restituendo dati essenziali ai produttori. Il sistema va posizionato ogni due ettari, che è la distanza giusta che i due giovani inventori hanno studiato con l’Università di Perugia.

Specifici algoritmi su ogni malattia possono inoltre allertare i produttori con anche una settimana di anticipo su eventuali azioni da adottare per contrastarne il processo, insieme alla migliore concimazione da dare.

Una soluzione all’avanguardia che strizza l’occhio all’agricoltura 4.0 per la coltivazione di ulivi e viti. Oggi Elaisian impiega 18 persone, ha sedi in Italia e Spagna e ha appena annunciato un aumento di capitale da un milione di euro. Non solo: Elaisian, il sistema di agricoltura di precisione per oliveti e vigneti, è oggi attivo in 10 paesi (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Marocco, Algeria, Uruguay, Cile e USA). In Italia è presente in 19 regioni e in Spagna è attiva in 25 città con clienti come Finca La Gramanosa, Hacienda Queiles e Vianoleo.

Attualmente ci sono più di 1.000 fattorie che utilizzano il sistema Elasian.

Come è iniziata l’avventura

Non è mai facile avviare una startup. Soprattutto per la carenza di denaro iniziale che investe quasi tutte le aziende o provette tali. A questo progetto hanno creduto Fortitude Group Holding investment e Innova Venture, con un investimento di 625mila euro, e diversi business angel (con 280mila euro). Dalla Regione Puglia arriva un ulteriore contributo di 160mila euro. I nuovi fondi serviranno a consolidare la presenza in Italia e Spagna e scalare in altri Paesi dove l’azienda è già attiva, come Grecia, Portogallo e Nord Africa. Dalle parole dei fondatori:

«È una grande opportunità di crescita che ci consentirà di giocare un’importante partita fuori dai confini italiani»

L’idea iniziale è stata fin da subito al passo coi tempi, quelli in cui la trasformazione digitale è un imperativo per le nuove e vecchie aziende di qualsiasi settore. I due creativi hanno quindi pensato a un’app che può monitorare i campi h24 connessa a una stazione agrometeo in grado di monitorare il microclima di uliveti e vigneti, basata sugli algoritmi che generano alert e report a richiesta.

All’insegna della sostenibilità

L’obiettivo iniziale era quello di trovare soluzioni innovative per ridurre i costi dei fitofarmaci e fertilizzanti, oltre a incrementare la produzione di olive e frutta in generale.

«Avere un impatto sull’ambiente e sulle piante ma anche sulla vita lavorativa di ogni azienda agricola è per noi un vanto» dicono Angelici e Di Mambro. «Il connubio tra tecnologia e innovazione genera veramente un grande risultato che giornalmente fornisce un supporto utile al lavoro degli agricoltori».

In un’intervista riportata di colturaecultura.it, Giovanni e Damiano spiegano:

A oggi abbiamo una ventina di produttori. Il costo è abbastanza in target con quelli che sono i loro bisogni e la loro disponibilità. Si tratta di produttori con appezzamenti di terra non inferiori ai 1000 alberi. Ci sono arrivate richieste anche da produttori lontani dalla loro terra e che hanno meno di 300 alberi. Abbiamo scelto questo settore (a oggi è solo per gli ulivi ma il sistema è studiato per alberi da fusto e da frutto) perché era uno dei più arretrati e con maggiore potenziale a livello italiano, sia come produzione che come terre. Il settore andava salvaguardato. A causa di meccanismi non efficienti o malattie si perdeva tanta produzione. Siamo partiti da questi problemi per sviluppare un settore importante per il Made in Italy.

E a proposito proprio del Made in Italy, dicono:

“C’è tanto da fare e da imparare ad esempio dalla Spagna che sta facendo bene sul lato dell’innovazione e molti giovani si stanno prodigando nell’attività agricola. In Italia i giovani non si vedono come produttori di olio o vino. Spesso quelli che vogliono iniziare sono over 40. Sarebbe necessaria una spinta a livello governativo.”

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