di Chiara Narracci –
Continua la rubrica curata da Chiara Narracci, sociologa, consulente e mediatore familiare dedicata ai genitori. Un genitore che lavora, impegnato, stressato, può diventare un genitore distratto o inconsapevole di stare mancando all’appuntamento con la propria “genitorialità positiva”. Chiara ci fornisce alcune skills di immediato e facile utilizzo per essere più attenti ai bisogni dei nostri figli.
Ignorare i capricci: siamo sicuri?
Quante volte abbiamo detto o sentito dire queste parole di fronte ad un capriccio pesante dei nostri figli?
Ci siamo mai fermati a pensare a quanto questo atteggiamento relazionale sia assurdo? Ignorare il bisogno di attenzione dei nostri figli può aiutarli a farli sentire considerati e amati? Sappiamo bene che tanto meno ci siamo sentiti così nell’infanzia tanto più cercheremo un appagamento di questi bisogni da adulti nel rapporto di coppia, diventando svalutanti rispetto al sentimento nutrito dall’altro.
Perché non farà mai abbastanza, semplicemente, perché non dipende da lui, sono infatti ferite che risalgono all’infanzia e non ci rimane che imparare a curarle da soli.
Il bisogno di attenzione dei figli
Torniamo all’affermazione iniziale: se tuo figlio ha bisogno di attenzione al punto di mettere in scena tragedie in pubblico, probabilmente gliene stai dando poca o troppa, durante l’arco della giornata. E’ il caso, dunque, di fermarsi e fare mente locale su quanto e come lo facciamo sentire visto, considerato, rispettato e amato.
Possiamo sempre addrizzare il tiro, scusarci e provare a fare meglio. Parlando possiamo far vedere ai nostri figli quanto li amiamo nonostante i nostri limiti e scaldargli il cuore. Siamo solo persone, non siamo perfetti, se lo fossimo saremmo malati di controllo e castreremmo i nostri figli nella possibilità di essere e di accettarsi indipendentemente dalle nostre aspettative. Cerchiamo di essere autorevoli, amare e contenere.
Le tre frasi della “considerazione”
Di fronte ad un comportamento anomalo possiamo trattarlo ricordandoci di dare considerazione, chiedendo:
“come mai ti stai comportando così?
Normalizzazione: “anche io mi sentirei in questo modo…” Contenimento: “questa reazione, comportamento non è buono per te…”
Sono solo tre passaggi, facili da ricordare e assolutamente efficaci nel far sentire visto, amato, compreso e contenuto l’altro… indipendentemente dalla sua età.