Scambiamo due idee sul mondo che stiamo vivendo, sul suo cambiamento, su un nuovo “come”. Come dare e ricevere informazione, formazione, condivisione, conoscenza, educazione in un mondo VUCA.
Cosa significa VUCA?
VUCA è l’acronimo che si usa per sintetizzare in una parola i concetti Volatility, Uncertainty, Complexity and Ambiguity, ovvero, volatilità, incertezza, complessità e ambiguità caratteristici di questo periodo di profondi cambiamenti. Come leggiamo su complexityeducation, i punti VUCA nello specifico:
Volatility
Si riferisce alla natura e alle dinamiche dei cambiamenti in un dato contesto, (come ad esempio il mercato economico) che può essere caratterizzato da fluttuazioni, turbolenze, cambiamenti. Maggiore è la volatilità, più i cambiamenti sono veloci.
Uncertainty
Indica la misura con cui è possibile prevedere con sicurezza il futuro. All’incertezza si lega l’incapacità di comprendere cosa sta succedendo, di essere cioè consapevoli dei cambiamenti in atto nell’ambiente circostante. Più il mondo è incerto, più è difficile da prevedere.
Complexity
Un contesto è tanto più complesso quanto più i fattori da considerare sono numerosi, diversi tra loro e diverse sono le relazioni tra gli elementi. Una maggiore interconnessione, infatti, aumenta la complessità del sistema; questo rende arduo analizzare la quantità complessiva di informazione. Più il mondo è complesso, più difficile sarà da analizzare.
Ambiguity
La mancanza di chiarezza di un fenomeno non consente di interpretarlo adeguatamente. Una situazione è ambigua quando l’informazione è incompleta, contraddittoria o inaccurata per giungere a delle conclusioni. Si tratta cioè di un fenomeno “sfumato”, cioè fuzzy.
E se da una parte prende posto il come, dall’altra trova spazio il suo antagonista per eccellenza: il cosa.
“Cosa” viene erogato, cosa viene tradotto, cosa creato, cosa perso e cosa ritrovato?
I cosa sono i contenuti, e questi ovviamente dipendono dalla relazione tra chi scambia gli oggetti in questione. Si tratta del mittente e del ricevente. In un caso qualsiasi, uno di questi saremo noi. Ora tocca decidere: come vogliamo assolvere a questo ruolo?
Ma andiamo per gradi
Come navighiamo, gestiamo e guidiamo in tempi di VUCA?
Stiamo vivendo un periodo turbolento non solo a livello locale, ma come pianeta. Avvicinandosi ai punti critici del riscaldamento globale, la pandemia, i lockdown globali, i muri eretti tra i confini, scivolando verso la politica di destra guidata dal “prospetticidio” online, e senza dubbio andando verso una recessione globale senza alcuna idea dell’impatto a lungo termine che tutto ciò potrà provocare. Dall’altra vediamo contromisure ancora possibili. Biden che sostituisce Trump, Salvini che si perde nell’ennesimo slogan lasciando strada ai Draghi, ai Letta e ai Conte. Erdogan che fa brutte figure in diretta mondiale rubando il posto a Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea dal 1º dicembre 2019. A Bruxelles lo hanno soprannominato il ‘sofagate’ con tanto di hashtag per i social. D’altronde non poteva passare inosservato il torto commesso dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ma anche dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nei confronti della presidente della Commissione europea lasciata senza sedia al ricevimento nel Palazzo di Ankara. Tutto fa brodo in un mondo VUCA.
Il mondo VUCA
Tutto questo saliscendi, questo mietere novità, notizie, critiche e consensi, si riflette sulla società, sulle diverse culture, senza ombra di dubbio anche su aziende, organizzazioni, team di lavoro di qualsiasi generalità, e singoli professionisti. La soluzione, l’unica possibile in questi tempi, è informare ed essere informati, essere presenti e interessati, curiosi, condurre qualsivoglia attività gestendo, se non è possibile far altro – nell’attesa di nuove libertà o, detta alla Matteo Renzi, di un “nuovo Rinascimento” – il tutto da remoto. Le percentuali che i sondaggi sul personale mostrano, rivelando un vero e proprio cambiamento di rotta: oggi il 30% del lavoro si fa a domicilio, il 50% è ibrido e solo il 20% si fa in ufficio a tempo pieno. Ovunque si sta valutando un nuovo modello post-pandemia completamente impostato sul remoto.
Chi avrebbe mai pensato a marzo 2020 che in poco più di un anno il mondo sarebbe cambiato così tanto? E il mondo del lavoro si chiede cosa mai potrà succedere nel prossimo di anno!
Il nostro mondo moderno è più complesso che mai. Quali sono i motivi? Quali sono gli effetti? – I problemi e le loro ripercussioni sono più stratificati, più difficili da capire. I diversi strati si mescolano, rendendo impossibile avere una panoramica di come le cose sono correlate. Le decisioni sono ridotte a un intricato intreccio di reazione e controreazione – e scegliere il percorso corretto è quasi impossibile.
Contromisure al mondo VUCA
La tecnologia e le nuove forme di comunicazione stanno mettendo il piede sull’acceleratore ed è facile prevedere che quando saremo usciti da questa crisi, lo avremo fatto proprio grazie a tecnologia e comunicazione. Ma anche tanta, tanta informazione. Presa di coscienza delle cose che funzionano, quelle che non funzionano, quelle che sarebbe possibile far meglio. Cogliere gli indicatori, i segnali, di incoerenza fa una grande differenza. Crescere come collettività, come folla non più organicamente indifferente, ma intesa come cultura di un popolo che finalmente oggi impara a gestire le nuove risorse che ha in mano. VUCA rappresenta una serie di sfide che dobbiamo affrontare sia come individui, che come team, manager e organizzazioni nei vari settori del nostro vivere.
Individualmente, queste sfide possono essere significative, ma possono essere formidabili se condivise, combinate e, quindi, vinte insieme.
Ne abbiamo memoria comune: erano le prime settimane di pandemia e di lockdown e in tutta Italia si rispondeva insieme, con un linguaggio comune. Si cantavano le “nostre” canzoni, in cori da condominio, si affacciavano slogan dai balconi e bandiere dalle finestre. In fila si stava tutti composti e distanziati e si parlava una nuova lingua creata insieme.
Prendiamo i social, ad esempio. Finora li abbiamo usati per postare video di gattini, foto dei tramonti, sfighe personali o globali. Domani come li useremo? Saremo in grado di diventare una collettività che si confronta a nuovi livelli corrispondendo a questo mondo VUCA dove prendere decisioni richiede coraggio, presenza e disponibilità a commettere errori?
La prima serve alla seconda, la seconda alla terza, non solo per tenerci in contatto in un’epoca di distanze, ma anche per sviluppare nuove formule di vita più facilitata. Un principio di azione e reazione secondo il quale passata la profonda crisi, si dimostrerà la grande opportunità? Forse si approderà a una civiltà più a misura d’uomo?
Foto di Monica Silvestre da Pexels