di Virginia Rifilato e Gabriel Rifilato –
Un’intervista esclusiva di Roman Walks in collaborazione con InsideMagazine. La versione integrale sarà pubblicata sul numero di Roman Walks “Primavera 2021″, nelle edicole della capitale a Maggio (ne abbiamo parlato qui).
Secondo Giorno – La situazione del Turismo Romano e il progetto di navigabilità del Tevere grazie al Recovery Fund
Roman Walks:
La crisi pandemica alla quale abbiamo accennato sta mettendo in ginocchio il settore del turismo romano. Vuol farci qualche considerazione su quello che immagina sarà l’immediato futuro di albergatori e ristoratori romani? Ritiene che, in questo contesto, andrà avanti il progetto di realizzare, da Fiumicino a Roma, 60 km di navigazione sul Tevere con i finanziamenti del Recovery Fund?
Virginia Raggi:
“Io spero che questo progetto vada avanti anche perché è stato sposato dal Sottosegretario del Ministero alle Infrastrutture che ha lavorato con noi dal punto di vista della realizzabilità tecnica. L’ostacolo più grande è sempre stato quello di superare il “salto” che c’è all’isola tiberina. Dal punto di vista tecnico, idraulico, ingegneristico si può fare, quindi oggettivamente il Recovery Fund potrebbe essere una risorsa importante che crea una nuova via di trasporto completamente ecologica, perché immaginiamo tutti dei battelli sostanzialmente fotovoltaici, a consumo zero. Potrebbe quindi essere un’occasione per creare un nuovo punto di vista di Roma, della nostra città.
Perché il fiume attraversa Roma dalla foce fino a Castel Giubileo passando attraverso una molteplicità di ambienti dal punto di vista ecologico e attraverso una serie di stratificazioni storiche. Non solo: potrebbe essere anche una fonte di guadagno e di nuove professionalità, quindi dal punto di vista lavorativo crea delle opportunità, dal punto di vista turistico crea delle opportunità, e lo stesso dal punto di vista storico-naturalistico.
Ci sono tanti fiumaroli sul Tevere (si chiamano così quelle persone che da sempre vivono e amano il Tevere, e se ne prendono cura) e avevano le lacrime agli occhi guardando un progetto del genere che, se fosse realizzato, potrebbe rendere questo fiume al pari di quello che già avviene in altre capitali. Oggi purtroppo il Tevere viene percepito un po’ come una ferita, e noi abbiamo cominciato con il progetto Tiberis, facendoci dare dalla Regione Lazio una parte in concessione (le sponde e le aree golenali sono tutte della Regione Lazio) e abbiamo iniziato a far vedere cosa si può realizzare. Essendo le aree golenali delle casse di espansione per quando il Tevere sale, non possiamo costruire opere permanenti, debbono tutte poter essere rimosse quando arriva la brutta stagione per essere poi ricollocate la stagione successiva. Abbiamo continuato poi con l’iniziativa Piazza Tevere la scorsa estate, ma a causa delle restrizioni per il covid l’area era soggetta alle ovvie limitazioni. Tornare a vivere le nostre sponde, non solo durante le manifestazioni estive, ma proprio come luoghi di passeggio, di osservazione, è secondo me fondamentale. E il fatto che anche il Ministero abbia apprezzato questa iniziativa, secondo me potrebbe essere davvero la chiave del successo.“