Nel suo tanto atteso libro di memorie, Yvon Chouinard, leggendario scalatore, uomo d’affari, ambientalista e fondatore di Patagonia Inc. condivide la tenacia, il coraggio, l’etica e l’attenzione all’ambiente che sono diventati il filo conduttore del business di una delle aziende più rispettate al mondo. Vuoi sapere chi è Yvon Chouinard? Leggi questo articolo
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Dalla sua giovinezza come figlio di un fabbro franco-canadese alle emozionanti e ambiziose spedizioni di arrampicata che hanno ispirato i suoi progetti innovativi per l’attrezzatura sportiva, Let My People Go Surfing è la storia di un uomo che ha portato il bene e le grandi avventure nel cuore della sua vita lavorativa.
Questo è un libro che influenzerà profondamente sia gli imprenditori che gli appassionati di outdoor.
Introduzione
La prefazione alla seconda edizione di un libro diverso dagli altri, perché parla dell’imprenditoria in modo unico, secondo il punto di vista di Yvon Chouinard, fondatore del noto brand Patagonia: “Sono più di sessant’anni che faccio l’imprenditore. Faccio fatica a dirlo: è come ammettere di essere un alcolizzato o un avvocato.”
È una professione che non ho mai rispettato. Buona parte dell’imprenditoria è ostile alla natura, distrugge le culture autoctone, ruba ai poveri per dare ai ricchi e avvelena la terra con gli scarichi delle fabbriche. Ma l’imprenditoria può anche produrre cibo, curare malattie, controllare la crescita demografica, dare lavoro e in generale arricchire le nostre vite. E può farlo guadagnandoci e senza rinunciare alla propria anima.
È di questo che parla questo libro. I miei valori sono il risultato di una vita vissuta nella natura e della mia passione per gli sport cosiddetti estremi, lo, mia moglie Malinda e gli altri ribelli di Patagonia abbiamo imparato da questi sport, dalla natura e dal nostro stile di vita alternativo, e abbiamo applicato queste lezioni alla gestione della nostra azienda.” (Dall’introduzione alla prima edizione). “In origine ‘Let my people go surfing’ doveva essere un manuale filosofico per i dipendenti di Patagonia. Mai mi sarei aspettato che sarebbe stato tradotto in più di dieci lingue, utilizzato in licei e università e che avrebbe addirittura influenzato grandi multinazionali… Abbiamo sempre considerato Patagonia come un esperimento, come un modo alternativo di condurre un’azienda. Nessuno di noi sapeva per certo se avrebbe funzionato, ma quello che sapevamo era che non ci interessava fare affari come tutti gli altri. Beh, è passato quasi mezzo secolo… e continuiamo a sopravvivere, addirittura a prosperare.”
Il libro
Il libro– che si avvale di un contributo di Naomi Klein – racconta la storia di un’azienda anomala che dell’impegno nel preservare l’ambiente e la natura ha fatto il marchio distintivo ed è in parte autobiografia del suo protagonista e in parte un manuale per i dipendenti di Patagonia per capire cosa rappresenti l’azienda. In entrambe le parti funziona come un libro che torna sulla visione molto radicata di Chouinard di vivere la vita e fare affari nel modo giusto.
Gran parte del libro copre la storia di Patagonia , dai suoi primi anni come azienda di lavorazione dei metalli creando chiodi e moschettoni per scalatori fino alla sua attuale reincarnazione come azienda globale di abbigliamento outdoor.
Per tutto quel tempo, Chouinard ha mantenuto un’intenzione ferrea che è partita dall’assumere brave persone e poi lasciarle andare avanti libere nel fare il loro lavoro, ed è da qui che viene il titolo. Una filosofia definita dal suo creatore, “MBA”, un gioco di parole sul comune acronimo Master in Business Administration che reinterpreta come “management by absence” (gestione in assenza). In sostanza: dare ai dipendenti l’opportunità di prendere decisioni sulla propria vita, pur sapendo che devono comunque dare risultati al lavoro.
Limitare il danno, portare valore
Il punto cruciale della visione di Chouinard è limitare il danno che i suoi processi di produzione arrecano all’ambiente, e fare comunque tutto il possibile per compensare quel danno. In effetti, la regola non scritta di Patagonia è lasciare l’ambiente migliore di come l’ha trovato. Ci si concentra anche sul sostegno alle questioni ambientali locali e sull’affrontare le questioni globali, osservando attentamente i processi di produzione. Ad esempio, usare meno cotone (ci vogliono 2.700 litri di acqua per far crescere abbastanza cotone per fare una maglietta – i dati sono condivisi anche dal WWF qui), e usare cotoni organici prodotti in modo sostenibile o altri tessuti. Guidare l’industria a creare nuovi tessuti che siano più resistenti, meno dannosi per l’ambiente e anche in alcuni casi benefici per l’ambiente come il tessuto che usano in Patagonia, che è ricavato da bottiglie di plastica di scarto.
Uno degli altri aspetti del libro ruota intorno all’idea che realizzare il prodotto perfetto non significa aggiungere tutte le funzionalità possibili, ma piuttosto ridurle all’essenziale e garantire che sia assolutamente perfetto per il lavoro per il quale è stato ideato. Una politica che si riflette nella filiera di tutta l’azienda, perfino nei negozi dove l’arredamento viene fatto con mobili riciclati.
Nonostante la visione ambientale e l’atteggiamento verso il proprio personale che Patagonia rispetta, la sua vera abilità sta nel marketing. C’è solo un capitolo molto breve dedicato al marketing nel libro, ma in sostanza l’intero tomo è un manifesto di marketing aziendale, oltre che un fantastico pezzo di auto-promozione.
Consigliato a tutti coloro che gestiscono un’attività e che sono interessati all’ambiente e a comunicare con attenzione i propri valori, non solo ai propri clienti, ma a tutti gli stakeholder del proprio settore, partendo dal personale.