di Ileana Barone –
La nuova arena del Colosseo, pronta nel 2023, avrà un’anima Green e High Tech.
È stato presentato finalmente il progetto dei vincitori del bando di gara per la riqualificazione del monumento più importante dell’Italia.
Il progetto
Un pavimento in legno con un’anima super tecnologica e green, con un sistema di pannelli in fibra di carbonio che muovendosi e girando permetteranno sia la vista dei sotterranei sia la loro ventilazione, oltre a permettere di vedere il sistema scenico originario.
“Una struttura estremamente leggera e completamente reversibile”, affermano i progettisti di Milan Ingegneria, la società veneziana che, insieme ad altri specialisti, ha vinto il bando di gara lanciato da Invitalia per la realizzazione dell’intervento, finanziato dal 2015 con 18,5 milioni di euro.
Il ministro della Cultura Franceschini ha definito il progetto
ambizioso che aiuterà la conservazione e la tutela delle strutture archeologiche recuperando l’immagine originale del Colosseo e restituendogli anche la sua natura di complessa macchina scenica.
L’idea
Il ministro Franceschini aveva preso in carico questa idea già nel 2014 riprendendo l’input dell’archeologo Daniele Manacorda, e portandola avanti nonostante le critiche e le polemiche arrivate anche da molti addetti ai lavori.
E che oggi torna sulla possibilità di sfruttare l’arena ritrovata anche per eventi “di alto spessore”, iniziative culturali o di spettacolo di caratura internazionale.
“So che le polemiche non mancheranno – ammette il ministro – il Colosseo è il nostro monumento simbolo è giusto che si discuta. Ma è una grande sfida dell’Italia”.
Ciò che viene presentato oggi è l’idea, il progetto di massima, ma ci vorranno altri mesi per portare a termine ciò che architetti e ingegneri definiscono “l’esecutivo” e contestualmente dovrà essere lanciato un altro bando di gara per individuare l’impresa che lo costruirà.
Ma a questo punto i tempi sono abbastanza contenuti, la nuova arena del Colosseo, anticipa la direttrice del parco archeologico Alfonsina Russo, dovrebbe essere realizzata entro il 2023.
Lo studio di ingegneria
Lo studio di ingegneria a capo del gruppo vincitore ha un portfolio ricchissimo di progetti eseguiti in tutto il mondo e collaborazioni pluridecennali con le grandi firme dell’architettura a partire da Renzo Piano col quale stanno realizzando tra l’altro l’ospedale di Emergency a in Uganda, ma anche Mario Cucinella, Von Gerkan, Marg und Partner, Arata Isozaki, Herzog & De Meuron, Matteo Thun, Bolles+Wilson, Parisotto e Formenton, Rem Koolas.
Inoltre il loro nome è legato al restauro conservativo della Basilica Palladiana di Vicenza.
Il progetto, curato insieme all’architetto Fabio Fumagalli di Labics e ad altri, è stato scelto da una commissione sorteggiata da Invitalia e composta da Salvatore Acampora, Stefano Pampanin, Michel Gras, Alessandro Viscoglisi e Giuseppe Scarpelli.
L’idea alla base del progetto è quella di unire le ragioni della tutela con il recupero dell’immagine originaria del monumento e quella del suo funzionamento come macchina scenica.
La piattaforma
Come spiega l’architetto Fabio Fumagalli, la piattaforma è stata collocata alla quota che aveva all’epoca dei Flavi e “riprende dal piano originario sia la forma sia le funzioni”.
Le travi “sono poggiate direttamente sulle strutture murarie senza ancoraggi meccanici” e questo proprio per rendere la struttura il meno invasiva possibile e del tutto reversibile: “Se fra dieci o cent’anni ci sarà la necessità di rimuoverla, si potrà ripristinare lo stato di fatto di oggi”, fa notare Massimiliano Milan.
Il nuovo piano di calpestio sarà composto da pannelli mobili realizzati in protruso di carbonio e rivestiti in legno di Accoya, un materiale “che si ottiene attraverso un processo di acetilazione delle fibre del legno” per aumentarne la resistenza ma anche la durata.
Alta tecnologia, dunque, ma anche sostenibilità perché non si dovranno abbattere essenze pregiate ed è stato previsto tra l’altro il riciclo delle acque piovane.
Lungo il perimetro del monumento ci saranno poi 24 unità di ventilazione meccanica che controlleranno l’umidità e la temperatura degli ambienti ipogei.
“In soli 30 minuti si potrà garantire il ricambio completo dell’intero volume d’aria”, assicurano ancora i progettisti.
“Il nuovo piano dell’arena – spiegano i progettisti – proteggerà gli ambienti sottostanti dagli agenti atmosferici, lo scarico idrico verrà notevolmente ridotto grazie ad un sistema di raccolta dell’acqua piovana che poi verrà riutilizzata nei servizi igienici del Colosseo”.