Il sole ci regala enormi quantità di energia ogni giorno. Energia che se riuscissimo a catturare sarebbe più che sufficiente per ogni esigenza umana presente e futura. I pannelli fotovoltaici eseguono tale compito trasformando una parte della luce in energia elettrica. In Italia già centinaia di migliaia di abitazioni fabbriche, scuole, municipi hanno installato degli impianti fotovoltaici e l’energia da essi prodotta serve per far funzionare elettrodomestici e in piccola parte attualmente anche processi industriali.
Sino a pochi mesi fa però le leggi italiane imponevano a ciascun impianto di alimentare solo l’abitazione o la fabbrica sopra la quale l’impianto è installato. Per questo motivo quando le famiglie vanno al lavoro o a scuola e cioè proprio durante le ore in cui il sole è alto e quindi la produzione di energia elettrica è al massimo, la corrente non richiesta dagli elettrodomestici deve uscire di casa e iniziare un viaggio lungo la rete pubblica. Le conseguenze di ciò sono decisamente negative. Infatti, nel suo viaggio lungo la rete elettrica una sensibile parte di energia, circa il 7 per cento, viene persa trasformandosi in calore che va a riscaldare l’atmosfera accelerando gli sconvolgimenti climatici.
Un’altra conseguenza negativa è che durante le ore centrali della giornata, quando il sole è al massimo, può succedere che la produzione di corrente elettrica sia superiore al fabbisogno di quel momento. Quando ciò accade si è costretti a spegnere una serie di impianti di energia rinnovabile perché non si sa dove impiegare l’energia prodotta. Inoltre, poiché il fabbisogno di milioni e milioni di famiglie, fabbriche, ospedali e qualsiasi altra cosa che usi l’elettricità varia di continuo, è necessaria una costante, complessa operazione di aggiustamento della produzione. Questi continui aggiustamenti necessari per adattare la produzione ai bisogni degli italiani, istante per istante costano miliardi di euro ogni anno e sono pagati dalle bollette di tutti noi.
Comunità energetiche
Ma oggi le cose sono cambiate una legge votata a febbraio 2020 consente di creare le comunità energetiche vere e proprie.
Comunità in cui è possibile per i cittadini, enti pubblici ed imprese unirsi per costruire assieme impianti di produzione di energia rinnovabile condividendone poi l’energia prodotta. Questo significa, ad esempio, che in tutti i condomini si può finalmente installare un impianto fotovoltaico condominiale sul tetto così che tutti gli appartamenti che hanno scelto di far parte della comunità possano condividere l’energia che produrrà ed avere quindi un consistente risparmio sulla bolletta. Parliamo di circa il 20 per cento.
Ma il risparmio non si limita a questo. Infatti l’Europa e l’Italia vogliono sostituire al più presto le fonti fossili con quelle rinnovabili, naturalmente per limitare gli effetti devastanti degli sconvolgimenti climatici in atto.
Considerato il fatto che la produzione di elettricità da fonti rinnovabili determina un abbassamento del costo generale dell’energia, l’Italia ha deciso di incentivare economicamente le comunità tramite il versamento a ciascuna di esse di un premio in denaro su tutta l’energia che verrà auto consumata all’interno della comunità dal momento della loro nascita e per i successivi 20 anni. Le comunità energetiche non si limitano ai condomini, al contrario chiunque può farne parte all’interno di qualsiasi edificio o gruppo di edifici sia residenziali che pubblici o aziendali. Pertanto tra tali soggetti si possono costruire, per esempio, comunità di quartiere, comunità di condominio, comunità agricole, comunità di borgo, ecc.
Queste comunità potranno anche usare l’energia prodotta durante il giorno dagli impianti a fonte rinnovabile per caricare delle batterie in maniera da utilizzarla durante le ore notturne diminuendo quindi l’acquisto di energia dai fornitori tradizionali. E’ importante ricordare che la gestione delle comunità sarà sempre del cittadino perché la legge stabilisce che la comunità non può mai diventare un’impresa con scopo di lucro. Uno strumento tale nasce per condividere i risparmi derivanti dalla produzione collettiva di energia rinnovabile.
La legge stabilisce in maniera inderogabile che tutte le decisioni relative alla vita della comunità saranno prese dai suoi membri. Saranno quindi cittadini ed enti pubblici a stabilire dove costruire l’impianto, quale tecnologia usare, quanto grande e chi lo progetta, chi lo costruisce, chi lo monitora o ne fa la manutenzione e come verranno suddivisi i benefici tra i vari membri. Tutte queste decisioni saranno sempre prese dalla maggioranza dei membri della comunità e sempre col divieto di fare del profitto l’obiettivo primario della comunità stessa.
In conclusione, i vantaggi di un modello orizzontale di questo tipo, non sono solo per i membri della comunità energetica, perché aumentare la produzione di elettricità da fonti rinnovabili contribuisce a far diminuire il prezzo all’ingrosso dell’energia a beneficio di tutti gli italiani. Grazie alle comunità energetiche tutti oggi possono contribuire a rendere l’Italia e il pianeta un luogo più pulito, più giusto, più sostenibile.