“Così le persone salveranno le imprese”, ecco la visione di Gary Hamel.
La crisi scaturita dal Coronavirus ha investito non solo il piano sanitario ma anche e soprattutto quello economico-finanziario. Non sorprende, dunque, che stia mettendo a dura prova l’adattabilità delle organizzazioni amplificandone i limiti, già evidenti nel passato. Partiamo da una considerazione tratta proprio dal pensiero di Gary Hamel: ogni grande organizzazione del Pianeta ha un “cuore burocratico”. Le strutture di potere autoritario ed i processi soffocati dalle regole sono un enorme ostacolo alla resilienza organizzativa oltre che un fardello insostenibile in un mondo di accelerazione del cambiamento e di mega-minacce globali.
Il webinar di Ruling Companies
Proprio di questo si è parlato nel webinar, organizzato da Ruling Companies, al quale hanno partecipato Gary Hamel, Keynote Speaker e Paolo Lavatelli partner, KPMG Advisory e Pasquale Natella, Amm Delegato EXS Italia.
“Occorre sostituire stratificazione, standardizzazione, specializzazione, formalità e routine con sperimentazione, meritocrazia, apertura, senso di community e di appartenenza”, sostiene Gary Hamel, uno dei business thinker più influenti e iconoclasti del mondo, il quale propone un piano radicale ma pratico per lo smantellamento della burocrazia e la costruzione di organizzazioni che siano adatte al futuro e alle persone. La rivista Fortune descrive Hamel come “il principale esperto mondiale delle strategie di business”, il Financial Times lo definisce come “un innovatore del management che non ha eguali” e il Wall Street Journal l’ha classificato come il business thinker più influente del mondo.
“L’ azienda media oggi – sottolinea il nostro business thinker – non ha tempo e spazio per intuizione, spirito artistico, curiosità e oggi ne paghiamo lo scotto. Abbiamo bisogno di qualcosa di meglio, abbiamo bisogno di una rivoluzione. La burocrazia è stata costruita per massimizzare la compliance, oggi abbiamo bisogno invece di un modello organizzativo costruito sulla massimizzazione del contributo umano per tirare fuori il meglio da ogni singolo essere umano.
Abbiamo bisogno di una vera e propria rivoluzione. Dobbiamo sostituire la mera tecnologia con la tecnologia dei successi umani. I modelli utilizzati fino adesso, sono ormai superati. La burocrazia è il nemico da combattere all’interno delle moderne organizzazioni. È un mostro in continua espansione in tutto il mondo: spegne lo spirito d’iniziativa, schiaccia la creatività e inibisce l’assunzione di rischi. Tanti pensano che sia inevitabile, ma così non è. Secondo una recente ricerca, solo il 15% dei dipendenti è realmente impegnato in un coinvolgimento aziendale. Un vero spreco di capacità umane. Il problema non è il lavoro, ma come viene gestito“.
Rivoluzione? Via!
– Parole chiave sono: trasformazione digitale e innovazione, necessarie per competere sul mercato che, avverte Hamel “si concretizzano solo se, in un mondo sempre più veloce. Le aziende se ne liberano, abbandonando i vecchi modelli gerarchici troppo stratificati, dove il cambiamento è imposto dall’alto e le persone non hanno autonomia. Si deve guardare avanti, verso un futuro che attende nuovi modelli dove il 90% dei lavoratori si consideri imprenditore. Il successo non deve più essere costruito solo dall’alto. Si tende a separare chi pensa da chi fa e questo è deleterio per chi vuole dare vita a un’organizzazione resiliente”, sottolinea Hamel.
Il punto di Paolo Lavatelli
“Nessuno è immune dalla burocrazia”, aggiunge Paolo Lavatelli, partner, KPMG Advisory. “E’ senza dubbio difficile avviare una trasformazione di questo tipo ma dobbiamo partire da una considerazione centrale che deve guidarci nelle scelte: dove si lascia spazio alla sperimentazione, lì c’è un’azienda fertile“.
HUMANOCRACY
La parola è un misto tra umanità e burocrazia, come ha chiarito Hamel in più occasioni. Ma è anche il titolo del suo ultimo libro. Il concetto di Hamel è chiaro: occorre umanizzare le aziende. Nell’era degli sconvolgimenti, le strutture di potere dall’alto verso il basso e i sistemi di gestione soffocati dalle regole sono una responsabilità.
Schiacciano la creatività e soffocano l’iniziativa”, sottolinea ancora. Oggi le imprese devono diventare dei network, per esempio attraverso la de-centralizzazione o grazie al coordinamento “alla pari” tra i dipendenti. Burocrazia e gerarchia non possono funzionare per le imprese del futuro.
Ci sono aziende nel mondo che hanno superato il modello burocratico quindi non serve una formula magica, non stiamo parlando di nulla di particolarmente difficile: appiattisci la piramide, spacchi unità grosse in piccole, insegni a tutti i dipendenti a pensare come imprenditori, a tutti dai un conto economico e sposti la decisione più vicina al cliente con un vantaggio finanziario reale e tratti ogni posto di lavoro come essenziale per il successo dell’ azienda.
In questo modello “umanocentrico” non c’è un sistema di casta, tutti contano.
Un esempio? Una società californiana, Morning Star, ha circa 40 anni ed è la più grande azienda al mondo di trasformazione di pomodori. Processa circa il 30% di tutti i pomodori negli Usa. Ebbene, ha 500 dipendenti e nessun manager.