Biden ha affermato che l’attacco all’Ucraina non è stato provocato e non ha alcuna giustificazione. Putin ha parlato di un necessario intervento per estirpare il neonazismo e demilitarizzare l’Ucraina. Zelensky ha incoraggiato la sua gente affermando che “le nostre difese si oppongono brillantemente al secondo più potente esercito del mondo”.
Chi tra i tre è più sconnesso dalla realtà?
Tra i tre, quello sconnesso dalla realtà sembra essere il dittatore russo. E questo appare in tutta evidenza se si analizza quest’altra sua affermazione: “La fine dell’Unione Sovietica è stata la più grande catastrofe geopolitica del secolo”. Ma in un secolo dove ci sono state due guerre mondiali, l’olocausto, gli assassini in massa di Stalin e Pol Pot, e innumerevoli altre tragedie, dire che la raggiunta ed agognata indipendenza di nazioni satelliti del blocco sovietico sia stata la tragedia peggiore del secolo assomiglia più a una farneticazione.
Ma tornando alla guerra e citiamo ancora Putin; egli ha affermato che i russi sarebbero stati accolti dagli ucraini da liberatori. E mai affermazione si è rivelata più confutata da tutti i reportage mediatici di mezzo mondo. Ma leggiamo un resoconto ufficiale, datato 24 febbraio, del Ministero della Difesa Britannico: “Forze Russe hanno verosimilmente catturato l’impianto nucleare di Chernobyl… – Si riporta che Forze Armate Ucraine abbiano fermato l’avanzata dei russi verso Chernihiv…”
Obiettivi militari cercasi
E’ inverosimile che la Russia abbia raggiunto gli obiettivi militari pianificati per il primo giorno di guerra. Le Forze Ucraine stanno offrendo una feroce resistenza su tutti gli assi di penetrazione russi. E, datato 25 febbraio, leggiamo un altro resoconto del Ministero della Difesa Britannico: “Le forze corazzate russe, avendo fallito la cattura di Chernihiv, stanno avanzando verso Kiev lungo una nuova rotta. – Il grosso delle forze russe che avanzano verso Kiev rimangono a 50 Km dal centro della città”.
Vi sono rapporti di sporadici scontri nella periferia a Nord di Kiev che continuiamo a monitorare. All’inizio dell’invasione vi erano due colonne che puntavano su Kiev, ma per evitare l’accerchiamento, secondo il Caucasus War Report, Forze Ucraine hanno fatto saltare alcuni ponti fermando la colonna sinistra, quella di Chernobyl. Mentre quella destra, avendo dovuto bypassare Chernihiv, è stata rallentata. Ed anche se ad un certo punto si prevede che i russi entreranno a Kiev, per conquistarla veramente gli si prospettano feroci combattimenti casa per casa. Anche il Pentagono ha informato che “i russi hanno perso il momentum ed hanno rallentato la marcia su Kiev… Non si muovono su Kiev così veloci come avevano anticipato.”
Analizzando la differenza tra le forze in campo, si nota subito che l’Ucraina è fortemente svantaggiata. Il grosso del suo equipaggiamento, essendo un retaggio dell’epoca sovietica, è superato, il potere aereo anche se operativo è limitato, e sia nel Baltico che nel Nero la propria efficenza navale è pressoché nulla. Senza contare il potere nucleare della Russia. Ed allora come si spiega che i Russi non abbiano ancora occupato Kiev, una città a 4 ore di macchina dal confine bielorsso da cui è partito l’attacco, dopo quasi una settimana di combattimenti?
Come si spiega?
Se la storia insegna qualcosa, le lezioni di Corea, Vietnam, Iraq, Afghanistan, non dovrebbero essere andate perse; e dovrebbe quindi essere risaputo che anche l’esercito di una grande potenza può essere fermato da azioni di guerriglia. Ci si aspettava che l’occupazione dell’Ucraina, invasa da ogni possibile direttrice, con forze di terra, cielo e mare, sarebbe durata tre giorni, con l’esercito ucraino dissolto ed in ritirata. Ma non è stato questo il caso. Non solo i Russi sono stati fermati, ma è stato riportato che un missile ucraino ha colpito un obiettivo militare in Russia.
Dal New York Times. “La Russia non ha preso nessun centro popolato e non è riuscita a raggiungere alcuna superiorità aerea sull’Ucraina. Il sistema di difesa aerea e missilistica ucraina è stato debilitato, ma la sua forza aerea è ancora operativa ed impedisce l’accesso agli aerei russi.”
Le città ucraine, come ogni centro urbano nel mondo, impediscono il traffico di attraversamento con bretelle e quant’altro. Ed i Russi si stanno servendo di questi corridoi stradali per bypassare i centri abitati, evitando di occuparli. Ma questo, non solo lascia la parte operativa della nazione in mano agli Ucrraini, ma rischia di interrompere le linee di rifornimento di un esercito corazzato che per funzionare ha bisogno di enormi quantità di rifornimenti. Evitare di sottomettere le città sulla loro strada verso Kiev, espone i Russi ad azioni di guerriglia dei reparti che vi sono asserragliati e che, dalle retrovie, attaccherebbero i mezzi che trasportano cibo, gasolio per carri armati – che per fare mezzo miglio ne consumano un gallone – pezzi di ricambio, ed ogni sorta di rifornimenti inclusa la parte medica sanitaria. Il Pentagono ha riportato che solo un terzo delle truppe russe ammassate intorno ai suoi confini, dai 150 ai 190 mila uomini, è stato utilizzato per invadere l’Ucraina. Questo presuppone che in qualsiasi momento i Russi potrebbero intensificare l’attacco. Ma sembra chiaro che se lo avessero potuto intensificare l’avrebbero già fatto. Perchè, allora, non l’hanno fatto?
Infrastrutture per guerra lampo cercasi
La risposta appare scontata: per la mancanza dell’infrastruttura necessaria per essere operativi in territorio ostile. Un carro armato, micidiale nella sua mobilità, se fermo sul ciglio della strada per mancanza di gasolio, è un ammasso di ferraglia che oltre a costituire un facile bersaglio, potrebbe anche essere preso e reso operativo dal nemico.
All’inizio dell’invasione dell’Iraq, vi furono 1700 incursioni aeree ed il lancio di 504 missili. La Russia col lancio di appena 200 missili e con la propria aviazione ingaggiata da quella ucraina, è lontana dal mostrare questo potere di fuoco e se ambiva a voler essere considerata una super potenza, questo obiettivo appare lontano dall’essere stato raggiunto.
Abbiamo parlato dell’inferiorità militare dell’Ucraina, ed abbiamo anche accennato alla perdita di morale di truppe per mesi lontane dalle loro basi. Questi due fattori si possono uguagliare se da una parte, combattendo per la propria libertà, la lotta incomincia ad apparire più alla pari, mentre dall’altra, truppe che non si propongono alcuno scopo per sacrificare la propria vita (alcuni soldati russi non sapevano neanche di essere penetrati in Ucraina) perdono morale e coraggio.
Intanto Putin con questa guerra sta ottenendo il contrario di quanto si proponeva, considerando che si stanno accelerando le discussioni affinché la Finlandia e la Svezia entrino a far parte della NATO. C’è da chiedersi cosa accadrebbe se l’Ucraina riuscisse a rigettare l’attacco russo. Qui mi affido all’eloquenza di un cartello apparso nelle mani di un dimostrante in Russia: “Dear Putin, let’s speed up to the part where you kill tourself in a bunker.” Ma ho cominciato questo resoconto con dichiarazioni al più alto livello, e finisco con un’altra, di Zelensky che sono sicuro rimarrà scritta sui libri di storia. Quando gli è stato offerto di essere estratto dall’Ucraina e posto in salvo, ha risposto: “Ho bisogno di munizioni, non di un passaggio!”