Link al: Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia 2022
Il giorno 10 aprile 2022, in occasione dell’inaugurazione della Borsa Internazionale del Turismo di Milano, è stato presentato in anteprima nazionale il Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia 2022: “Come rendere l’Italia una destinazione attraente e ospitale per remote worker e nomadi digitali” realizzato dall’Associazione Italiana Nomadi Digitali ETS, con il contributo di Airbnb.
L’obiettivo del Rapporto sul Nomadismo Digitale
L’obiettivo di questo report è comprendere quali siano le esigenze, le aspettative, le criticità, i servizi richiesti dai remote worker e indagare quali siano gli aspetti decisivi e strategici da considerare per fare dell’Italia una destinazione attraente e ospitale per lavoratori da remoto e nomadi digitali provenienti da tutto il mondo. I risultati sono basati sui dati raccolti da un sondaggio internazionale realizzato nel mese di Marzo 2022 a cui hanno risposto oltre 2200 remote worker e nomadi digitali provenienti da diversi Paesi.
Alberto Mattei, Presidente dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali spiega: “Ci troviamo di fronte alla straordinaria opportunità per i nostri territori di attrarre un “nuovo tipo di persona”, libera di vivere e lavorare da remoto ovunque nel mondo, più consapevole e attenta alla qualità della vità, al benessere e ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Temi come il lavoro da remoto e il nomadismo digitale – se seriamente considerati – possono contribuire a ridurre il divario economico, sociale e territoriale in Italia.”
Giacomo Trovato, Country Manager di Airbnb Italia, sottolinea “Con l’affermazione del lavoro da remoto, sono sempre di più coloro che non hanno la necessità di recarsi in ufficio quotidianamente: per la prima volta, milioni di persone possono vivere ovunque, determinando così il più grande cambiamento nel mondo dei viaggi […]” I principali risultati emersi dal sondaggio sono: ✔ L’Italia risulta essere una destinazione molto attraente agli occhi dei remote worker e i nomadi digitali: il 43% degli intervistati sceglierebbe il Sud Italia e le Isole come destinazione privilegiata, il 14% una destinazione del Centro Italia e solo il 10% il Nord Italia.
I quattro pilastri del remote working
I quattro aspetti più rilevanti e irrinunciabili per i remote worker che vorrebbero vivere un’esperienza di nomadismo digitale nel nostro Paese e che influenzano la scelta della loro destinazione sono:
- la qualità della connessione a Internet
- costi della vita adeguati alle loro esigenze
- attività culturali
- la possibilità di sperimentare le tradizioni locali.
Nel dettaglio:
✔ Il 42% è interessato a soggiornare in Italia per periodi che variano da 1 a 3 mesi, il 25% da 3 a 6 mesi, mentre il 20% sarebbe disposto a fermarsi anche per più tempo.
✔ Il 93% vorrebbe vivere la propria esperienza da nomade digitale soggiornando per periodi di tempo variabili in piccoli comuni e borghi dei territori marginali e aree interne del nostro Paese, considerati luoghi dove la qualità della vita è migliore, rispetto ai grandi centri urbani.
✔ Le attività che vorrebbero maggiormente sperimentare sui territori e che interessano di più remote worker e nomadi digitali sono: gli eventi culturali e quelli enogastronomici (circa il 60% degli intervistati), seguiti dalle attività a contatto con la natura (47%), corsi di lingua italiana, eventi sportivi ( 36 %) e tutto ciò che riguarda esperienze legate alle tradizionali del territorio e attività di socializzazione e scambio con la comunità locale (34%).
✔ Le principali criticità che emergono sono: costi della vita elevati per soggiorni a lungo termine, connessioni alla rete non adeguate soprattutto nelle aree marginali del Paese e normative contrattuali, fiscali e burocratiche eccessivamente complesse.
Lavoratori in Remote Working nel mondo
L’Italia ideale per il nomadismo digitale
Questo rapporto dimostra come l’Italia abbia tutte le caratteristiche ambientali e di contesto necessarie per essere una destinazione attraente per remote worker e nomadi digitali di tutto il mondo. E’ però importante aumentare la consapevolezza di operatori pubblici e privati, istituzioni e cittadini su chi siano realmente i “remote worker e i nomadi digitali” e quali sono loro le loro esigenze. Inoltre, bisogna progettare offerte coordinate e strutturate di prodotti e servizi specifici e sviluppare una comunicazione adeguata in grado di informare e attrarre questi viaggiatori/lavoratori.
Al contrario del luogo comune che identifica i nomadi digitali unicamente come giovani freelance, single che girano il mondo zaino in spalle, l’età media delle persone che hanno già fatto, o che vorrebbero, fare esperienze di nomadismo digitale, è di 37 anni, senza particolare differenza di genere.
L’Associazione Italiana Nomadi Digitali, attraverso il suo network professionale, dal 2021 è già impegnata attivamente in diverse progettualità per contribuire a rendere l’Italia una destinazione attraente e ospitale per lavoratori da remoto e nomadi digitali provenienti da tutto il mondo.
Ci impegneremo a portare questo report all’attenzione di istituzioni nazionali, amministratori ed enti locali, tavoli di lavoro, imprese (profit e no-profit) del settore pubblico e privato che si stanno, o vorranno, impegnarsi attivamente per rendere l’Italia una destinazione attraente e ospitale per remote worker e nomadi digitali.