Attraverso il post di Gian Luca Teppati, Founder OOMM Consulting srl, diamo un ulteriore sguardo al mondo del lavoro in Italia. Per carità, potrebbe succedere ovunque, ma a quanto pare l’Italia dei diritti stenta a decollare. Tanto che il gesto dell’imprenditore Simone Terreni, CEO di VoipVoice, di assumere una ragazza, nonostante fosse rimasta incinta, è addirittura andato a finire nei TG, nelle trasmissioni televisive, sui giornali, alla Radio, sui Social, sulle Riviste On line.
Simone Terreni ha raccontato sul suo canale social professionale la storia di Federica Granai che, dopo aver superato i colloqui in VoipVoice, ha scoperto di essere incinta e prima di cominciare a lavorare, per serietà e correttezza, e con una certa preoccupazione, ha voluto informare della cosa il capo. Che con sua sorpresa le ha risposto con un sorriso. “Tutto qui?”. Simone Terreni, ha anche aggiunto: “L’arrivo di un bambino per noi non è un problema”.
Un gesto normale nella loro azienda. Ma nella nostra Italia diventa invece straordinario, eclatante, stupefacente.
Etica è meglio
Simone ha ammesso qualche settimana dopo l’avvenimento e il clamore suscitato: “sono arrivati solo nell’ultima settimana 56 Curriculum. Questo vuol dire che molti vorrebbero lavorare per noi e che quindi siamo un’azienda appetibile, che attira talenti”. Ed è questa forse la riflessione più importante: l’etica alla fine paga. Perché quando rispetti le persone le persone cominciano a tenerci a te, all’azienda per cui lavorano, se ne sentono parte e la rappresentano con fierezza. Non è difficile capirlo.
Ebbene, nonostante le norme per tutelare i diritti delle donne esistano, le donne vengono continuamente discriminate sul lavoro per la maternità. “Quello che deve interessare durante una selezione” scriverà Simone, “è capire se il candidato o la candidata abbiano le competenze necessarie per ricoprire quel ruolo. Chissene se ha figli o li vuole fare”.
Anche i papà pagano pegno
Eppure la piaga della discriminazione per maternità, strano a dirsi, non riguarda solo le donne. Il caso è ben più raro, ma ecco che ci racconta nel suo Post Gian Luca Teppati: “Quando leggo di situazioni in cui le donne hanno problemi a dire ai loro capi che aspettano un bambino, sorrido. Perché io la pancia l’ho portata per 33 anni. Non solo 9 mesi. E non recrimino. Ne piango.
Quando dissi al mio capo che mia moglie mi aveva mollato lasciandomi mio figlio di 5 anni pronto per la prima elementare, mi disse: “mettilo in collegio, se vuoi lavorare con noi”. Il signore me lo fece dire per interposta persona. Ero già dirigente. Cifre astronomiche. Mi sono licenziato.
Volevo dovevo stare con lui. Mio figlio valeva molto più di una dirigenza. E tutti quei soldi.
Soldi che non ho più. Ma ho quella forza, quel vigore e quella gioia di vedere mio figlio a 38 anni, realizzato, innamorato, buono e onesto. Ne è valsa la pena.
E poi ho imparato a guadagnarmi la pagnotta da solo. È un panino all’olio, piccolo e saporito. Non più d’oro e di brillanti. A volte mi chiedo: Gian sei un fallito? Poi mi guardò allo specchio. Dall’altra parte c’è un papà che mi dice: sei un uomo di valore, molto di più.
Lascio stare la “riccanza” agli altri che amano sfoggiarla.
Mi rimbocco le maniche, sto sul marciapiede e mi sento una roccia.
Un bacio a tutte le signore, che come me sono state e sono genitori single.”
La mela lontana dall’albero
Simone e Gian Luca hanno entrambi qualcosa in comune. Valori. I valori che li guidano nella vita sono gli stessi che mettono nel lavoro, e si vede. Si vede perché entrambi hanno costruito aziende dove è bello lavorare, dove gli “impiegati” diventano partner, sentono di essere utili e di far parte di qualche cosa. Ecco come si presenta e presenta la sua OOMM Gian Luca Teppati:
“A 52 anni ho deciso di rimettermi in gioco. Volevo un brand che rappresentasse la mia idea di modello di business, basato su i seguenti valori: leggerezza, gratitudine, gentilezza, ascolto e distruzione. L’ultimo valore è veramente disruptive e necessario se si vuole sostenere il pensiero creativo. Sono rapito dall’innovazione sia nell’ottica di contenuti sia di delivery. Per questo ho fatto “il matto” perchè OOMM diventasse partner di Beaconforce: con questa app possiamo misurare il livello di engagement delle persone attraverso smartphone e tablet. Mi sono circondato di giovani, tutti sotto i 40 anni, perchè voglio apprendere da loro sempre. In OOMM c’è quello che in molte aziende manca ed è l’amore. OOMM non ha uffici, ma una casa bella e confortevole dove si respira energia pura.“
L’Italia segua esempi del genere, e improvvisamente diventerà un Paese migliore in cui vivere e lavorare.