Seth Godin: «Gli influencer sono il passato, caduti nella trappola dei social», queste le parole dello scrittore e imprenditore statunitense, guru mondiale del marketing che ha parlato a Il Sole 24 Ore, in una illuminante intervista di Giampaolo Colletti e Fabio Grattagliano. Autore di ben 19 best seller internazionali tradotti in 35 lingue che hanno cambiato radicalmente il modo di pensare e fare il marketing. Il suo blog è il più seguito al mondo, letto ogni giorno da più di un milione di lettori.
Parola di Seth Godin
Godin continua: «Le star del web? Sono hacker egoriferiti legati alle pubbliche relazioni e per giunta scarsamente remunerati». Una bella stoccata, non c’è che dire: se fino a poche ore si faceva a gara a pubblicare un post dietro l’altro sui propri account social, con l’ambizione di essere riconosciuti e affermarsi come “influencer”, ora qualcuno sta cominciando a riflettere se questa sia in effetti una carriera valida come un’altra nel prossimo futuro. Secondo Godin no. O, almeno, non proprio. Le trappole in agguato sono tante e le spiega (quasi) tutte nel suo nuovo libro “La pratica“, edito da Roi Edizioni.
«Il futuro degli influencer appartiene già al passato. Perché nella maggior parte dei casi coloro che vengono definiti influencer non lo sono affatto. Piuttosto sono hacker egoriferiti legati alle pubbliche relazioni, e per giunta spesso scarsamente remunerati. D’altronde raccontarsi sui social media è una corsa che non porta alcun vantaggio, perché nel lungo periodo non genera né attenzione e né fiducia. Nella stragrande maggioranza dei casi i social sono una trappola. Certamente ci forniscono un microfono, ma sta poi soltanto a noi decidere come utilizzarlo al meglio».
La Pratica
Nel suo libro Godin parla di creatività, caratteristica che mette al centro della pratica di marketing e di gestione del cliente. Le strategie “acchiappa like” sono una parte, ma non quella focale e che perde sempre più terreno nello sviluppo di una strategia di comunicazione davvero efficace. Nella pratica di un business, qualsiasi esso sia, che intende fornire valore e qualità oggi sostanzialmente sostiene Godin, non c’è più spazio per la “fuffa”, traducibile con superficialità e sterile apparenza.
«Oggi l’accesso per tutti a un microfono è un dato di fatto, la differenza la fanno però quelle persone che decidono di apportare cambiamenti reali nel mondo, lavorando generosamente e senza distrazioni. Ecco perché il vero creativo è il leader che crea la soluzione del problema. La creatività è una scelta ed è un’abilità, non un talento. È il lavoro di ascolto, di comprensione del cliente e del mercato. Questa visione affonda le radici nella tradizione italiana: la si coglie in Leonardo, in Michelangelo, in Dante. Quello che impariamo da queste figure è che essere pionieri e affrontare le difficoltà è il segreto per una leadership efficace».
Persone con queste qualità di guida e orientamento, oggi possono diventare i nuovi punti di riferimento che sostituiscono i cosiddetti influencer, che sono soprattutto immagine, superficie e poca concretezza o reale conoscenza, studio meticoloso, preparazione costante, pratica. Questo perché, soprattutto nei periodi di crisi e post crisi, come quello che stiamo vivendo e che vivremo, abbiamo tutti necessità di nuovi punti di riferimento decisamente più affidabili, di leader e di mentori capaci di traghettarci oltre l’ostacolo.
«Il marketing? Troppe parole, bisogna agire», sottolinea Seth Godin. «È ciò che facciamo ogni giorno, la storia che raccontiamo, le persone che serviamo. Non dovremmo perdere tempo a parlare e dovremmo impegnarci ad ascoltare, mostrandoci con empatia. Solo così si potrà generare il vero cambiamento”. Cosa rimane, allora? Semplicemente “l’esperienza autentica del cliente, un mosaico di aspettative racchiuse nei suoi bisogni spesso disattesi e nel suo vissuto da ascoltare».
Il Coach vince sull’Influencer
A sentire le parole del guru del marketing mondiale, sembra venga tessuta l’immagine di un coach, un nuovo tipo di coach intimamente connesso al mercato digitale, capace di dare forza all’azione di comunicazione catturata dalle esigenze di un qualsiasi committente.
Il Coach Editoriale, o editorial-Coach, è proprio quella figura coniata da InsideFarm, un elemento fondamentale chiamato a servire da chiave di volta per avvicinare e tenere saldi i due elementi di un discorso sempre attivo: l’azienda e il cliente. Una figura capace di connettere il primo con una serie di servizi di ultima generazione, come Content Marketing, Link Building, Publishing editoriale, creazione di video, audio ecc. Un professionista del genere, secondo Seth Godin, deve saper essere innanzitutto creativo, e poi saper esprimere attraverso la pratica (ed ecco il titolo del libro) una particolare capacità di concretezza. Dall’idea all’azione, quindi.
Questi tipi di «leader dipingono un quadro del domani e ci incoraggiano ad andare lì con loro. Che è ciò che sta facendo chiunque generi un cambiamento attraverso il proprio lavoro creativo».
Professionisti sì, ma creativi
Professionalità e creatività, è questo il binomio, oggi. Che significa? Che qualsiasi lavoro deve passare da una gestazione mirata a sviluppare futuro: nuove idee, nuove opzioni, nuove possibilità, nuove sfide. Poi deve seguire la pratica, nella quale la professione viene messa alla prova. Si tratta di costruire un Piano d’Azione e seguirlo. Sviluppare una strategia e su questa basare un progetto.
E’ questa la dimensione pratica il cui cuore, dice Godin, è la fiducia: fiducia in se stessi, nel proprio pubblico e nel proprio lavoro. E se fiducia attrae fiducia, il proprio pubblico, i propri colleghi e partner, persino noi stessi, vorremo restituirla. Un rapporto a due vie. Con La pratica Seth Godin offre a imprenditori, comunicatori, artisti e creativi (insomma, a chiunque voglia portare un suo contributo personale nel mondo) una guida e un’ispirazione per vincere i blocchi e rilanciarsi in un nuovo futuro del quale si può essere co-creatori, servitori, insomma, creativi portatori di innovazione.