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Costellazioni aziendali: la chiave del successo. Scopriamo perché

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Il metodo delle costellazioni aziendali e delle Management Constellations viene praticato da anni con successo ed è in fase di espansione. Questo aspetto lascia aperto un grande varco come grandi sono le sue potenzialità, riconosciute e sperimentate solo da pochi. Questo metodo, capace di innestare la spinta verso processi di management di successo si sta radicando, grazie proprio alle esperienze positive e di eccellenza che sta sommando.

Il successo di un metodo che è stato più spesso applicato, e con straordinari risultati, alle relazioni famigliari ora viene adattato a realtà e tipologie di relazioni di natura totalmente diversa. L’azienda vera, d’altronde, è qualcosa di molto diverso rispetto a quel tipo di struttura che si studia nei corsi di microeconomia. Anche questa, come una famiglia, è fatta di persone in carne ed ossa, con le loro passioni, i loro pregiudizi, le loro relazioni. Le aziende sono organizzazioni complesse fatte non solo di macchine per massimizzare il valore degli azionisti. Sono veri e propri sistemi che cambiano e mutano, come fanno le forme in natura, ed hanno pertanto bisogno di essere studiate e analizzate in quanto tali, con strumenti analitici appropriati capaci di comprenderne il dinamismo  e aiutare davvero.

Perplessità

Eppure molte sono le perplessità nei confronti delle costellazioni aziendali che ancora rimangono nell’ambiente aziendale, soprattutto in Italia. Qui fatichiamo sempre un poco di più a stare al passo coi tempi in certi ambienti legati al management. Proprio per questo, in questa rubrica, mi propongo di aprire una finestra su un metodo che tutti i giorni dimostro ai vari manager, CEO e leader del Belpaese, quanto sia funzionale a risolvere le varie criticità di un’organizzazione.

Perplessità sulle Costellazioni Sistemiche ce ne sono ancora. Sicuramente perché è ancora un metodo poco pubblicizzato e forse anche perché è un approccio che richiede in qualche misura di mettersi in gioco. Il timore arriva quando abbinati al Management Constellations si sentono espressioni come: rappresentazione teatrale, emozioni, percezioni corporee, dinamiche nascoste, conoscenze implicite...

La domanda che più spesso mi pongono è come si possa in effetti convincere un manager a mettere in scena la rappresentazione della propria azienda, partendo da come essa è e arrivando, nel giro di poche ore o giorni, a come essa dovrebbe essere.

L’unica risposta che ho è nei numeri e nei risultati. Praticamente ogni giorno mi connetto in remoto con un nuovo manager da qualche parte dell’Italia, realizzo insieme a lui la rappresentazione della sua azienda, e trasformiamo puntualmente i problemi in soluzioni percorribili. Scopriamo cosa nello specifico non funziona, dove e perché e quanto è preziosa la Leadership Sistemica per gestire l’azienda, individuare chi può, e chi deve, fare cose specifiche per arrivare a risultati specifici, e così costruiamo modelli aziendali migliori. Sistemi che funzionano, finalmente!

I successi con questo metodo sono all’ordine del giorno e in passato molte aziende illustri e di livello internazionale hanno risolto annosi problemi grazie alle Costellazioni Aziendali. E’ successo un numero straordinariamente alto di volte ma se ne parla un numero straordinariamente basso di volte quanto in effetti abbia sempre portato risultati concreti, veloci, entusiasmanti.

Tanto per fare un esempio noto agli addetti ai lavori, era il 1996 quando in Alitalia Gordon Bethune, il Ceo di Continental, dopo una lunga sessione di “autocoscienza” in cui era emerso chiaramente che Alitalia non funzionava anche per via di radicate e profonde rivalità fra le persone, concluse che: “In America non facciamo le cose in questo modo. Voi sbagliate tutto. L’azienda è diversa dalla famiglia. Di famiglia ne abbiamo una e ci basta. In azienda non importa se le persone si vogliono bene o si odiano. Ciò che conta è che tutti lavorino per gli obiettivi dell’azienda: massimizzare il valore. Questo in pratica significa due cose molto semplici: far partire gli aerei in orario e essere gentili con i clienti”. Eppure la domanda che Gordon avrebbe dovuto porsi in quell’occasione era un’altra: come mai gli aerei in Alitalia partono “puntualmente in ritardo” e come mai il personale non è generalmente cordiale con i clienti?

Quello di Gordon Bethune era allora, ed è tuttora, assolutamente un approccio scettico, certo condivisibile sul piano logico. Ma è anche figlio di una fondamentale confusione dovuta al fatto che, visto che si parla di “costellazioni” di “sistemi” e di “persone”, in questo ambito si perda di vista la pragmaticità necessaria ad affrontare le problematiche di un’azienda. Eppure sono proprio queste, le problematiche che esistono tra i vari reparti e ai vari livelli di un’organizzazione, che fanno la differenza tra un’azienda che ha successo e una destinata a fallire.

E visto che essere confusi non piace a nessuno, semplicemente in certe organizzazioni ancora oggi si decide che, visto che si tratta di lavoro, le cose devono essere fatte “in un certo modo”. Tornando a parlare di cifre, di standard aziendali, di manuali. Io invece sottolineo che, proprio perché si tratta di lavoro e il lavoro è svolto da persone, le cose devono essere analizzate “in un certo modo”. Non si può applicare lo stesso tipo di modelli che funzionano con le catene di montaggio, ad ambienti in cui sono i rapporti tra le persone a discriminarne la riuscita.

Alla ricerca del successo

Buona parte della letteratura sul management è dedicata alla ricerca delle chiavi del successo. Ne sono nati, negli ultimi decenni, parecchi modelli manageriali di comprovata utilità. Anche se c’è un fatto che a tutti generalmente sfugge: l’aspetto decisivo, ovvero la centralità dell’essere umano così come il funzionamento delle cose che hanno a che fare con la vita (esseri viventi in generale) e con la società, quindi la socialità e, non per ultimo, con quella facoltà misteriosa che chiamiamo “intuizione” grazie alla quale, più spesso di quanto si creda, un manager riesce a trovare soluzioni nascoste alla vista solo un attimo prima.

Questo è in effetti un approccio che permette, almeno in parte, di decodificare le strutture nascoste nei sistemi organizzativi, partendo proprio dalla centralità dell’intuizione.


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