L’approdo di tutti i principali leader di partito su TikTok, la piattaforma dei record, segna un punto di svolta nel panorama politico italiano. Non solo perché avvenuto in prossimità di una campagna elettorale cruciale per il Paese, ma anche per la sua chiara valenza simbolica: così come le imprese, che usano il social cinese per fare business ormai da due anni, anche la classe dirigente è chiamata ad adattare e modernizzare la propria strategia comunicativa. Ne parliamo con Mik Cosentino.
Tik Tok il milionario
Con un milione di utenti attivi di cui oltre il 67% con un’età superiore ai 25 anni, TikTok non è più (soltanto) un passatempo per adolescenti. Al contrario, costituisce oggi un importante se non fondamentale bacino elettorale a cui attingere.
Ci incontriamo con l’imprenditore digitale Mik Cosentino, presente sulla piattaforma con un seguito di oltre 59mila follower, il quale ci spiega che “TikTok basa il proprio modello d’intrattenimento su dinamiche e algoritmi diametralmente diversi rispetto a quelli degli altri social. I video sono ad oggi lo strumento comunicativo più efficace in assoluto, e aiutano i creator a far percepire la propria autenticità attraverso modalità animate anziché statiche come quelle delle immagini.
Questa logica ha naturalmente reso il colosso cinese molto appetibile agli occhi dei politici, alla ricerca di una platea giovane con cui interfacciarsi e mossi dalla necessità di adottare linguaggi efficaci in vista dell’imminente appuntamento elettorale.
Un tema importante non soltanto per gli attori in campo, ma più in generale per tutta la società”.
Già dai primi giorni di settembre TikTok ha deciso di applicare ai contenuti relativi alle elezioni politiche del 2022 in Italia delle specifiche etichette per garantire trasparenza, veridicità e fact-checking ai contenuti. Che cosa ne pensi?
“TikTok è stato descritto per anni come un social network frivolo e incentrato sul divertimento, mentre queste settimane ci dimostrano che la realtà è molto più articolata. Oggi, per i politici, l’importante è essere su TikTok, in modo da cavalcare al meglio la svolta informativa intrapresa dalla piattaforma, facendosi trovare pronti.
Il pubblico si è adattato a questa tipologia di contenuti e l’arrivo dei politici è una dimostrazione di avanzamento da parte dell’utente medio. Da un punto di vista tecnico – prosegue Cosentino – questo social ha la straordinaria capacità di rendere virali i video caricati, con percentuali di interazione ed engagement senza precedenti, del tutto sganciati dal numero di follower dei singoli account che li generano.
La situazione odierna vede la campagna elettorale puntare al 70% dell’utenza di Instagram e TikTok, composta di under 34, utilizzando però un linguaggio comune al restante 30% degli utenti dei due social. Nonostante ci siano ampi margini di miglioramento, alcuni politici si stanno muovendo particolarmente bene in questo mondo tutt’altro che facile”.
Se i video si riconfermano come la modalità di comunicare in assoluto più informale e percepita come veritiera, a fare la differenza sono però la modalità comunicativa adottata e i valori alla base del messaggio. La conclusione che ne possiamo trarre?
“Sposare cause last minute per mere finalità elettorali e sbarcare su TikTok senza avere le idee chiare su come esporsi può risultare controproducente o addirittura pericoloso per un politico.
Può sembrare banale, ma il modo migliore per scongiurare questi rischi è essere se stessi. Chi forza la propria comunicazione, oltre a renderla inadeguata, tende a risultare ridicolo e più in generale poco credibile; un errore che un politico, specialmente in momenti così delicati, non può assolutamente permettersi. Proprio perché i video sono più diretti, arrivano al cuore delle persone e coinvolgono la maggior parte dei sensi dell’essere umano, dall’udito alla vista fino alla sensazione cinestesica, è importante riuscire a trasporre i propri punti di forza in video concisi ma d’impatto.
Questa interazione più diretta è stata finora usata con successo da alcuni leader, su tutti Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Mentre il video inaugurale dell’ex premier ha raggiunto quasi 9 milioni di persone, la gestione della comunicazione del volto della Lega è, secondo tutti gli indicatori statistici, la più efficace.
L’errore più grave che un politico può compiere su TikTok, in definitiva, è semplicemente diventare ciò che in realtà non è”.