Intervista a Loredana Toso, consulente di orientamento e professional branding con particolare focus al reinserimento lavorativo dei relaunchers.
Con Loredana Toso mi sono conosciuto pochi giorni fa e ho subito capito che la sua è un’attività davvero importante e che porta valore a molte persone. Lei si occupa di orientamento e professional branding. Che significa? Che aiuta le persone a rilanciarsi professionalmente dopo un career break. In questo periodo storico, dove lavoro agile, settimane corte, aziende che chiudono e start-up che nascono, in cui la persona sta tornando al centro del sistema lavoro e dove la qualità della vita viene avvertita come un valore fondamentale, una figura come quella di Loredana Toso diventa centrale e molto, molto preziosa.
Per questo ho voluto farle alcune domande per orientare chi, in questo momento, ha deciso di portare un cambiamento nella propria vita lavorativa, chi è ferm* da un po’ e non sa come fare per rientrare nel mercato del lavoro, chi è al suo primo impiego e vuole proporsi al meglio e attraverso i canali giusti, chi vuole fare esperienze all’estero di studio e lavoro ma non sa come scegliere e chi ha un diploma in tasca e non sa ancora bene che forma dare al tuo futuro.
Loredana, puoi spiegare a noi di InsideMagazine di cosa ti occupi?
Mi occupo di orientamento -professionale, scolastico, verso l’estero- e di professional branding. In pratica con l’orientamento aiuto le persone a identificare i propri talenti, la propria vocazione e a definire i propri obiettivi lavorativi e scolastici.
Attraverso le strategie di professional branding le supporto nella scelta di strumenti e canali di presentazione per farsi notare e scegliere sul mercato del lavoro.
Qual è il tuo percorso professionale?
Il mio percorso professionale è piuttosto articolato ma riconducibile ad un chiaro fil rouge.
Per oltre 20 anni mi sono impegnata per supportare l’incontro tra domanda e offerta di talenti su entrambi i fronti del mercato del lavoro. Ho ricoperto ruoli importanti in Agenzie per il Lavoro, imprese multinazionali, PMI, oltre a collaborare con Università ed enti di formazione, nel privato, nel pubblico e nel Terzo Settore, in Italia e all’estero. Mi sono occupata di HR, marketing, progettazione, orientamento e outplacement.
Finalmente alla tenera età di 50 anni ho deciso di capitalizzare il mio percorso proponendomi come libera professionista.
A chi ti rivolgi?
Mi propongo sia agli utenti finali che a realtà territoriali: amministrazioni locali, scuole, centri di aggregazione, etc. I miei clienti sono sia i giovani che si affacciano per la prima volta sul mercato del lavoro o che necessitano di un supporto nella scelta del percorso di studi o di esperienze internazionali, sia tutti coloro che desiderano migliorare la propria situazione lavorativa.
In particolare, negli ultimi mesi sto focalizzando le mie energie sul target dei relaunchers.
Chi sono i relaunchers?
Relauncher o returner è un termine riferito a quei professionisti che desiderano reinserirsi nel mercato del lavoro dopo un periodo più o meno prolungato di pausa, volontario o meno. Rientrano in questa categoria:
- le mamme che si sono dedicate a tempo pieno alla crescita dei propri figli,
- coloro che si sono presi cura di famigliari o cari in difficoltà,
- chi si è dovuto fermare per malattie invalidanti,
- chi si è trasferito senza poter portare con sé il lavoro,
- chi ha scelto di fermarsi per prendersi del tempo per sé o magari migliorare la propria professionalità – il cosiddetto “periodo sabbatico”
Quanti sono i relaunchers?
Per quanto ne so, al momento non esistono indagini riferite a questa categoria di aspiranti lavoratori, che rientrano nel calderone dei disoccupati o inoccupati. La percezione è sicuramente di un fenomeno in crescita, sollecitato da alcune condizioni quali la prolungata giovinezza dell’età di mezzo e l’allontanarsi del periodo pensionistico, uniti a necessità di tipo economico e motivazioni più personali legate alla propria soddisfazione e autostima.
Un tempo nel nostro Paese chi si allontanava dal mercato del lavoro non vi faceva generalmente più ritorno. Oggi le storie di coloro che si stanno riproponendo con successo, dopo mesi e anche anni di stop, sono in aumento. Guardandoci attorno nella nostra cerchia di amicizie e conoscenze non faticheremo a trovare un relauncher!
A livello internazionale, la sensibilità nei confronti di questo target è in crescita.
Nel mondo anglosassone conosco realtà dedicate nello specifico al rilancio dei professionisti fermi da un po’. Società come I-relaunch e WomenReturners -solo per citarne alcune – offrono ottimi programmi di reinserimento al lavoro, coinvolgendo al contempo le imprese nella realizzazione di returnships impostati per favorire un ambientamento progressivo e di successo.
Da dove è nato l’interesse per questo target?
Confesso che sono stata anche io una relauncher! Vera e propria workaholic, sono diventata mamma a 42 anni, e invece di ributtarmi subito al lavoro terminato il periodo di maternità, ho scelto di godermi appieno mia figlia sino all’età scolare.
Il periodo di lontananza dal lavoro si è protratto per 3-4 anni ed è stato in realtà molto prezioso per acquisire competenze “diverse” e per costruire la mia nuova attuale identità professionale. Il riavvicinamento al lavoro con il necessario riallineamento delle skills è stato un percorso non immune da momenti di scoramento e sfiducia, che ho superato anche attraverso il supporto di professionisti eterogenei, ciascuno dei quali ha contribuito con un importante mattoncino al mio equilibrio attuale.
Come professionista, negli ultimi mesi – forse non casualmente- ho accompagnato verso il rientro lavorativo diverse clienti che come me avevano sperimentato le difficoltà dovute al periodo di stop. Da qui, il mio focus e impegno crescente verso questa categoria di professionisti.
Quali ostacoli incontrano i relaunchers e come possono superarli?
Praticamente tutti i relaunchers sono accomunati da un senso di inadeguatezza verso il mercato del lavoro. Alle consuete difficoltà nel trovare una collocazione professionale soddisfacente, si aggiungono ostacoli di natura pratica, legata all’obsolescenza delle proprie competenze, ma soprattutto di natura emotiva, legata alle paure del fallimento e del rifiuto.
Entrambe queste tipologie di limitazioni sono superabili attraverso percorsi di up e/o re-skilling, per aggiornare le proprie competenze nella direzione dei trend e delle parole chiave del mercato del lavoro di interesse. Ma soprattutto, le difficoltà si possono attenuare grazie alla guida di professionisti e di un vero e proprio programma di riavvicinamento al lavoro, che coinvolga la persona nella sua dimensione professionale, ma anche personale.
Serve un metodo per strutturare le azioni “tecniche” di riavvicinamento al lavoro, per guidare la rielaborazione dell’immagine ma soprattutto per ricostruire una rinnovata identità professionale, compatibile con la nuova situazione personale.
Cosa proponi ai relaunchers?
Per le ragioni appena illustrate, ho creato un Programma di Rilancio, specifico per questa categoria di persone, che abbina azioni di rinforzo della sfera personale – finalizzate a generare fiducia, focus e funzionali alla presa di decisione – a strumenti di orientamento e indagine del sé – per identificare i propri talenti e definire gli obiettivi professionali – a tecniche di professional branding – per presentarsi efficacemente al target di interesse.
SI tratta di un percorso che si avvale della collaborazione di un team di professionisti eterogenei – coach, psicologi dell’immagine, ma anche altri specialisti – ognuno col proprio contributo in termini di strumenti e risorse per ricostruire l’identità professionale dei relaunchers.
Seguendo con metodo e impegno un programma di rilancio strutturato, il rinserimento professionale diventa possibile e le storie di reinserimento virtuoso non possono che aumentare.
Per entrare in contatto con Loredana Toso il modo più semplice è scrivere a: info@loredanatoso.com