I docenti sono interessati ai corsi di soft skills professionalizzanti al fine di migliorare la comunicazione con i ragazzi, avere più stimoli per ideare percorsi didattici paralleli ai percorsi scolastici e conseguire maggiori riconoscimenti economici. Le famiglie degli studenti chiedono agli insegnanti di instaurare con i loro figli dialoghi costruttivi per aiutarli a realizzarsi. Al via il nuovo corso semestrale gratuito “Life skills” utile per lo sviluppo di imprenditività e prevenzione dei fenomeni di bullismo.
Crescita professionale ed economica
In occasione del nuovo corso gratuito sulle LIFE SKILLS al via il 28 gennaio 2023 organizzato da OSM edu, realtà di formazione e orientamento immersivo specializzata nel settore scolastico, emerge la richiesta da parte dei docenti italiani di nuove occasioni di crescita professionale ed economica.
Alla luce della prima edizione del corso Life skills per docenti conclusosi a dicembre 2022, è emerso che su 147 docenti italiani interessati al corso di formazione, più della metà era di ruolo, i restanti precari. I primi sono docenti che hanno già a disposizione ore di formazione gratuita previste dall’istituto scolastico che però non affrontano tematiche simili, pertanto cercano di sopperire a questo gap formativo con corsi terzi.
Per chi partecipa ai corsi di soft skills, è importante fare formazione su questo tipo di competenze con l’obiettivo di acquisire i crediti formativi previsti dal MIUR. Accrescere le proprie competenze dal punto di vista umano e relazionale è visto da molti quale occasione per divenire promotori di attività didattiche previste al di fuori dell’orario scolastico, incrementando così anche le proprie finanze.
Imprenditività e desiderio di migliorare la propria comunicazione coi ragazzi
Emerge l’aspettativa condivisa di acquisire competenze life skills e consapevolezza di sé attraverso un percorso di formazione ad hoc, per capire se si hanno “le carte in regola” per cimentarsi in attività didattiche parallele di proprio sviluppo, da poter proporre come corsi extra scolastici pomeridiane, sia all’interno sia all’esterno della scuola.
I docenti che hanno partecipato alla prima edizione del corso hanno dichiarato che sviluppare le proprie soft skills significa mettersi alla prova, acquisire competenze per avere più opportunità nel settore formativo, lavorare al meglio con gli studenti, supportarli nell’apprendimento e fornire loro più che un semplice sapere nozionistico.
L’obiettivo è divenire consapevoli di come fornire ai ragazzi gli strumenti migliori per gestire gli eventi della vita senza farsi sopraffare. C’è chi ritiene che sapersi relazionare al meglio con loro, significhi instaurare dialoghi costruttivi capaci di individuare, prevenire e sanare fenomeni di bullismo. Vi è in generale consapevolezza che il lavoro del docente comporti un processo di “life learning” continuativo e che l’acquisizione di competenze trasversali sia fondamentale anche per rendere proficuo il rapporto con i colleghi.
Per i genitori, i docenti devono aiutare i ragazzi ad autorealizzarsi
Secondo un’indagine precedentemente realizzata da OSM Edu, il 40,9% dei genitori intervistati ha come primo desiderio che i figli non perdano mai fiducia nelle proprie capacità. Per il 25%, inoltre, nella scuola manca il necessario orientamento per supportare i ragazzi nella propria auto-realizzazione. Si evidenzia quindi un’esigenza, da parte delle famiglie, di trovare negli insegnanti un supporto umano importante, capace di aiutare davvero i ragazzi e non solo di soddisfarne le esigenze nozionistiche.
La comunicazione efficace è uno dei principi del percorso Life Skills di OSM Edu per insegnanti. Viene affrontata da diversi formatori con specifiche competenze, al fine di sviluppare un approccio causativo all’insegnamento, che consenta ai docenti di mettersi in discussione con la consapevolezza di poter influenzare le performance dei ragazzi anche grazie al proprio approccio relazionale. Il giusto modo di porsi, spiegare e interagire è alla base della relazione proficua tra professore e allievo.
Altro argomento importante è la collaborazione tra colleghi, al fine di divenire promotori di una reciproca crescita professionale e di sviluppare relazioni costruttive. Ulteriori focus vertono sulla gestione organizzata del tempo scolastico, sull’apprendimento di tecniche di problem solving e di approccio costruttivo verso i ragazzi con maggiore difficoltà.
Il percorso oltre a fornire strumenti e formazione mette a disposizione degli insegnanti dei consulenti familiari a cui chiedere consiglio per la gestione dei casi dei ragazzi più problematici.
“È fondamentale che vi sia uno sviluppo di competenze non legate solo alle conoscenze disciplinari ma anche a flessibilità, problem solving e interazione positiva. – Spiega Corrado Troiano, founder di OSM Edu e coideatore del corso Life Skills. – Il docente diventa infatti un intermediario tra mondo del lavoro, vita personale e vita scolastica al fine di contribuire allo sviluppo di un individuo consapevole, critico e resiliente, in qualsiasi fase del processo formativo: dalla scuola materna fino alla superiore.”
Tra i relatori, Paolo Ruggeri, founder della società di consulenza manageriale OSM, esperto in public speaking e management; Sandra Goracci, Top manager OSM esperta in processi formativi; Paola Scoponi, consulente familiare certificato Sicof; Corrado Troiano, consulente familiare e founder di OSM Edu. Anche professori, come Davide Curreli che insegna alle scuole superiori e Antonio Farchione, che insegna marketing presso la facoltà di economia aziendale all’Università G. D’Annunzio di Pescara e si occupa della direzione tecnica di OSM Edu.
Per informazioni e iscrizioni consultare il sito: https://scuola.osmedu.it/life-skills/.
La giovane età come strumento vincente: la storia della prof under 30 Mikaela Libertini
Mikaela Libertini, giovane abruzzese, non voleva fare l’insegnante nella vita. Avrebbe voluto fare l’interprete. Quella dell’insegnamento è una passione venuta dopo, col tempo, che l’ha spinta a sostenere esami integrativi per poter entrare in graduatoria. Tanto studio, tanta fatica e, finalmente, è arrivata la chiamata: il primo incarico da precaria, da insegnante supplente. Si ritrova così da aver accettato l’incarico di gestire una classe, senza affiancamento da parte di nessuno.
La capacità di gestire il gruppo di studenti e le sue dinamiche relazionali, soprattutto se sei un insegnante giovane e che, per questo, rischia di non essere considerato da subito autorevole, non è un’abilità innata. Il primo anno è stato difficile da affrontare; per questo quando è venuta a conoscenza del corso di soft skills organizzato da OSM Edu, Mikaela ha deciso di iscriversi, ritenendo potesse fornire competenze adatte a migliorare la comunicazione con gli studenti.
La giovane età da potenziale limite è diventata opportunità grazie alla gestione consapevole delle dinamiche di comunicazione. Grazie alle nozioni apprese, Mikaela ha acquisito strumenti e una carica motivazionale profonda; è diventata consapevole di quanto migliorando sé stessa avrebbe potuto migliorare anche gli altri.
Nel 2022 Mikaela ha ricevuto la terza convocazione come supplente in una scuola di Roma. Oggi ha nove classi in gestione per la sua materia per un totale di 225 giovani dagli 11 ai 14 anni. Tra queste, c’è anche una classe difficile e molto numerosa con 27 ragazzi. Le scuole medie sono complesse da gestire; ancora di più in una realtà scolastica grande come quella in cui ora sta lavorando. Mikaela ha percepito infatti come l’ambiente meno familiare possa avere un’influenza sui ragazzi e sul loro modo di relazionarsi con i docenti.
È qui che le sue nuove competenze di “lettura delle persone” e di gestione delle relazioni le hanno consentito di individuare un fenomeno di problema familiare importante, celato dietro ai comportamenti aggressivi di una bambina. Il suo disagio a scuola era figlio di una svalutazione forte vissuta all’interno dell’ambiente domestico, che la portava a creare un vero e proprio “personaggio” diverso in classe, a cui venivano di riflesso attribuite colpe e responsabilità da parte di compagni e insegnanti stessi, alimentando il suo senso di inadeguatezza.
Il percorso formativo di soft skills ha permesso a Mikaela di trovare i giusti strumenti per comunicare con la studentessa che ha deciso di confidarsi, aiutando così la scuola ad aprire una relazione con la famiglia.