Zonta: “Italia strutturalmente penalizzata”.
Mantovani (Manageritalia): “Io fiducioso, italiani bravi a operare fuori dagli schemi”.
Verderajme (GIDP – Associazione Direttori Risorse Umane): “Per un CPO stipendio da 50 a 500mila euro”.
E’ il procurement officer, ovvero lo specialista degli acquisti, il lavoro più richiesto nel 2023 secondo Indeed, sito numero 1 al mondo per chi cerca e offre lavoro, che ha analizzato le offerte postate sul proprio portale italiano per individuare le professioni che offrono le migliori possibilità occupazionali. Seguono poi, al secondo posto nella classifica stilata da Indeed, il manutentore elettromeccanico/manutentore meccanico, quindi il farmacista (3°), l’HR specialist ovvero l’addetto alle risorse umane (4°) e a seguire l’impiantista, progettista elettrico, payroll specialist, addetto alla pianificazione della produzione, contabile senior.
“Non stupisca che una professione sino a ieri non così nota, il procurement officer appunto, abbia oggi così tanta domanda” – spiega Fabio Zonta, massimo esperto del procurement in Italia.
Pandemia, guerra e crisi globali hanno fortemente impattato sulle nostre economie, sottoponendola a grande stress con una crisi degli approvvigionamenti (dall’energia, ai chip, ai componenti industriali, ai materiali edili, al grano) che ne ha impattato negativamente sulle catene di fornitura e modificando strutturalmente il macrosistema economico e produttivo.
“Per questo, frettolosamente le aziende a livello globale stanno modernizzando la direzione acquisti rafforzando i team, non solo in termini numerici ma soprattutto – evidenzia l’esperto – in termini di qualità e competenze professionali e in un mix uomo/donna necessariamente equilibrato Peraltro nella classifica ‘Procurement Top 100 Women’ stilata dalla testata internazionale ‘Procurement Magazine’ in collaborazione con EY è italiana la migliore direttrice degli acquisti al mondo, ovvero Anna Spinelli, Chief Procurement Officer di Deutsche Post DHL.”
Anche in Italia si è manifestata questa forte esigenza in un contesto però, rispetto agli USA ad esempio, che ci vede partire da un livello culturale nella gestione moderna degli acquisti un po’ più arretrato e per giunta in un’economia caratterizzata prevalentemente da piccole e medie imprese che facilmente non hanno né mezzi né competenze per attuare velocemente questo urgente cambio di paradigma nella loro organizzazione.
“In Italia – spiega Fabio Zonta, autore insieme a Lorenzo Zacchetti del best seller “Procurement Rievolution” (Franco Angeli) – la direzione acquisti deve evolversi significativamente, assommando a sé competenze che spaziando dall’AI, al risk management, alla comprensione dei modelli predittivi, tecniche di negoziazione internazionale, gestione delle risorse umane, finanche alle competenze tecniche. Una figura per la quale serve, e molto velocemente, – commenta Fabio Zonta – formare una classe dirigente per riposizionare la funzione al centro delle scelte strategiche aziendali e quale primo consigliere dell’amministratore delegato”.
“Fatta salva questa fotografia– riflette Mario Mantovani presidente di ManagerItalia – va però, come nota positiva, considerato che i manager italiani sono ben preparati in quella che è la loro specializzazione o settore, ma soprattutto sono elastici, eclettici, ‘fantasiosi’ e quindi più capaci di giocare nell’emergenza fuori dagli schemi. Questo a differenza ad esempio di cinesi, americani o tedeschi, tanto per citare tre economie, che invece sono molto più ‘diligenti’ e che nell’emergenza confidano molto più su schemi e modelli, che però oggi non esistono. Inoltre – continua Mantovani – l’Italia col suo cosmo di imprese super-specializzate potrebbe avvantaggiarsene, ritornando valore allo stesso tessuto produttivo”
“Per le aziende è diventata fondamentale la valutazione e gestione dei rischi esterni per una efficace continuità d’impresa nonché l’investimento investire nella formazione di manager con competenze specifiche che consenta all’azienda di prevenire e indirizzare il proprio business verso la costante crescita anche diversificando le attività – spiega Marina Verderajme, Presidente Nazionale di GIDP Associazione Direttori Risorse Umane – La figura professionale si trasforma pertanto dall’attuale responsabile acquisti con una retribuzione tra i 50 e 60 mila euro a un Chief Procurement Officer che nelle grandi imprese raggiunge fino a 500mila Euro.”