Età compresa in prevalenza tra i 20 e i 30 anni, ma con molte eccezioni addirittura sopra i 50 anni, e il desiderio di approcciare un lavoro da remoto, senza barriere e molto futuribile. È questo l’identikit di chi fa dropshipping in Italia, una professione digital nata sulla scia degli e-commerce e che ha beneficiato, per ragioni intuitive, della fase pandemica.
Il suo funzionamento? Vendere prodotti senza possederli fisicamente.
Soltanto nel 2021, il mercato globale è stato valutato in 155,6 miliardi di dollari dalla compagnia di analisi Allied Market Research, con prospettive di crescita che fino al 2031 dovrebbero sospingere il settore verso quota 1670,1 miliardi, con una crescita annua stabile del 27,1%.
Luca Del Prete, campano, classe 1999, è il fondatore della società LDP Consulting. Stava studiando medicina all’estero, quando con lo scoppio della pandemia decise di ritornare in Italia e iniziare ad approfondire le possibilità di questo lavoro, che da sempre lo appassionava, decidendo di dedicarvisi a tempo pieno. Del Prete ci spiega così il boom di questo nuovo lavoro tra giovani e giovanissimi: “il dropshipping esiste da sempre, nonostante abbia raggiunto oggi una forma più evoluta, digital e globalizzata.
Significa vendere prodotti senza possederli, un’attività che posiziona l’esperto come un vero e proprio intermediario tra il cliente finale e il fornitore. Il vantaggio, la funzionalità e le differenze del dropshipping rispetto agli e-commerce tradizionali sono estremamente rilevanti.
Innanzitutto non avere né dover acquistare la merce in anticipo, affrontando quindi un grosso investimento economico in fase iniziale e dagli esiti incerti, rappresenta un incentivo molto importante affinché sempre più giovani possano mettersi in gioco.
In secondo luogo, manca tutta la parte di gestione diretta della spedizione, che è a carico del fornitore, e ciò consente una gestione più economica e semplificata. Il dropshipping si può applicare a prodotti e servizi, sebbene la nostra specializzazione di mercato sia al momento proprio quella dei prodotti”.
Il settore delle spedizioni online sta crescendo in tutto il mondo, e anche il nostro Paese non fa eccezione. Secondo un report stilato dall’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, le vendite online sono aumentate del 26% nel 2020, l’anno del Covid, mentre nel 2021 lo shopping virtuale è stato al centro di un ulteriore incremento del 38,4% secondo l’Istat.
“Le persone comprano sempre più online – spiega Del Prete – e si sono innescate dinamiche per cui, dopo aver visto e fotografato un prodotto in un negozio fisico, l’acquisto viene comunque effettuato via internet. Questo avviene ad esempio nel mondo fashion, dove sempre più consumatori preferiscono evitare le file e approfittare della comodità di un ordine che arriva direttamente a casa. Anche il dropshipping beneficia di questo incremento, perché in tempo di crisi sempre più persone vogliono partire con un business nuovo ma dovendo sostenere il minor investimento possibile.
Si tratta inoltre di un’ottima opportunità anche per chi parte da zero, sia a livello di competenze sia di budget limitati. Questa dinamica consente ai dropshipper di focalizzarsi in maniera esclusiva sullo sviluppo del business e sull’incremento dei capitali, che in molti casi porta anche a lavorare con gli e-commerce tradizionali. Si tratta di una professionalità attraente per i giovani, ma anche per chi ha un’età più avanzata, vuole rimettersi in gioco e ha trovato nell’online una modalità giusta per farlo”.