La storia dell’imballaggio è antica come l’uomo: da quando esiste, l’essere umano ha sempre sentito l’esigenza di trasportare cose e proteggerle, prendendo ispirazione dalla natura che, attraverso sistemi come gusci e bucce protettive, difende quelli che per lei sono vita, come i semi delle piante. Ebbene già le anfore e le ceste potevano dirsi sistemi di trasporto e imballaggio, adibite a trasportare spezie, vino e olio. Attenzioni particolari venivano date alle merci preziose, inserite in contenitori ancor più resistenti per salvaguardarle. Si è cominciato a parlare di imballaggi di cartone, uno dei materiali maggiormente impiegati in questo settore, verso la fine dell’Ottocento, quando ci si è resi conto che era un prodotto multi-funzione, perfettamente in grado di rispondere alle esigenze di confezionamento, trasporto e spedizione di prodotti e merci. La diffusione capillare degli imballaggi ha spinto col tempo, in parallelo ai cambiamenti del mondo che guarda sempre più a un’economia circolare, a chiedersi come tutelare il Pianeta di fronte all’uso smisurato che si è iniziato a farne, per sopperire ai bisogni commerciali. Ed è qui che l’uomo ha cominciato a fare passi indietro, cercando involucri che, proprio come quelli delle piante alle origini, proteggessero non solo il contenuto del packaging ma anche l’ambiente.
Perché la rotta è cambiata
L’attuale sfida delle aziende è coniugare sostenibilità e innovazione per creare imballaggi funzionali, sprecando meno risorse possibili senza perdere l’efficienza. Prestazioni dunque, ma anche riciclo, raggiungibili solo studiando con attenzione i materiali, combinandoli correttamente, dandogli una precisa forma e utilizzando determinate tecnologie.
Durante l’utilizzo, l’imballaggio dovrà comunque rispettare gli standard richiesti di conservazione, protezione e trasporto del prodotto, per evitare che vadano sprecati o per non incorrere in danni economici importanti. Finita la vita del packaging, questo sarà reintrodotto sul mercato per mezzo dell’economia circolare.
A guidare innovazione e sostenibilità degli imballaggi una serie di fattori: innanzitutto i consumatori hanno avvertito la necessità di packaging più performanti per proteggere i prodotti, oltre ad aver sviluppato un’attenta sensibilità ambientale che, connessa anche alle politiche di riciclabilità messe in atto dai governi, fanno sì che gli imballaggi si siano col tempo modernizzati e fatti più green.
In generale, c’è una forte domanda di innovazione a livello di packaging, che spinge a investire fortemente nel campo, puntando a farlo progredire continuamente.
Packaging moderno, ma anche sostenibile
Cosa rendere un imballaggio innovativo, ma anche eco-friendly? In primis i materiali, biodegradabili, riutilizzabili e riciclabili. Imballaggi a base cellulosica, come carta e cartone, continuano a primeggiare: i produttori stanno progressivamente riducendo le grammature per offrire soluzioni sempre più leggere ed ecosostenibili. C’è anche la polpa di cellulosa, di origine vegetale, con fibre vergini di scarto dalla lavorazione della canna da zucchero e del bamboo, biodegradabile e compostabile al 100%. Per realizzare imballaggi è in netto aumento anche l’impiego delle bioplastiche compostabili come il cellophane, trasparente e flessibile. Persino i rotoli bolle d’aria si sono fatti ecologici, realizzati con materiali rigenerati, così come il film estensibile ecologico prodotto con plastica riciclata, allo stesso modo dei nastri d’imballo.
Innovazione nel processo d’imballaggio
Insieme ai materiali, sono state sviluppate precise tecnologie d’imballo nel tempo, svolte da moderne macchine per imballaggio e confezionamento che consentono di ottimizzare e velocizzare i processi. Le più conosciute sono senz’altro le macchine confezionatrici, adottanti sistemi di imballaggio ad aria per isolare e proteggere i prodotti con cuscini appositi. Fanno parte di questo gruppo anche le macchine termoconfezionatrici. Per sigillare l’imballo si usano macchine di chiusura, necessarie a far sì che il contenuto del packaging non si apra e si rovesci irrimediabilmente fuori durante il trasporto. Ne fanno parte le macchine nastratrici, che assicurano una chiusura impeccabile della scatola sia sul lato inferiore che superiore; reggiatrici, impiegato in caso si debbano spedire merci particolari per svolgere i lavori di impacchettamento in sicurezza; e le macchine avvolgitrici, che possono ruotare velocemente intorno agli imballi avvolgendoli con celerità e utilizzando una quantità inferiore di film estensibile, risparmiando sui materiali di consumo. Di solito si impiegano quando bisogna spedire una gran quantità di merci. Infine, le etichettatrici, per applicare etichette sulle confezioni, fondamentali nel mondo moderno per controllare e tracciare gli imballaggi.
Il packaging guarda al futuro
Riassumendo, si può dire che combinando l’utilizzo di materiali sostenibili, senza compromettere l’efficienza e in grado di sostenere l’upcycling, alle nuove tecnologie d’imballaggio, affrontare le sfide operative e ambientali dell’industria legata al trasporto e alla spedizione diventa meno complicato del previsto. Tra le nuove frontiere del riciclo c’è anche il packaging monomateriale, che facilita il processo di riutilizzo essendo prodotto con un unico materiale, aiutando a ridurre lo spreco perché non vengono disassemblati in fase di raccolta. Anche Internet ha ‘invaso’ il mondo dell’imballaggio, sfruttando strumenti come codici QR, etichette intelligenti e tecnologie RFID o chip NRF, garanzia di sicurezza e autenticazione. E ovviamente si continuerà a spingere sull’automazione dei processi, dalla formatura fino alla pallettizzazione, che vanno sempre più verso la robotica: combinata al supporto umano riesce a migliorare lo smistamento dei prodotti e il controllo qualità.