Grazie all’innovazione legata all’AI, il rapporto tra medicina e lavoro sta entrando in una nuova era. La realtà aumentata o la robotica stanno disegnando quella che sarà la sanità del futuro. Servono, però, nuove competenze che diventeranno, con il passare del tempo, sempre più centrali. Facciamo il punto con Silvia Movio, Director di Hunters Group.
Intelligenza artificiale, robotica, nanotecnologie
Intelligenza artificiale, nanotecnologie, stampanti 3D, robotica e realtà aumentata. Sono alcuni dei progressi tecnologici degli ultimi anni che, in modo sempre più deciso, stanno entrando anche nell’ambito della medicina e della salute che, proprio grazie all’innovazione, potrebbe diventare sempre più efficiente.
“Dobbiamo – precisa Silvia Movio, Director di Hunters, brand di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – fare una prima premessa che è molto importante: la tecnologia, in qualunque sua forma, non sostituirà mai il preziosissimo e fondamentale lavoro di medici, infermieri e operatori sanitari, ma l’automazione e la possibilità di elaborare e interpretare una grande quantità di dati potranno sicuramente migliorare la diagnosi e il trattamento di numerosissime patologie. Questa rivoluzione si traduce, ovviamente, nella necessità per le strutture pubbliche e private di trovare competenze sempre più specifiche. Nei prossimi mesi, infatti, cresceranno dell’8% le opportunità per Medici Radiologi – Oftalmologi e Medici impiegati nella telemedicina”.
L’impatto della tecnologia sulla medicina: le opportunità di lavoro
Gli algoritmi stanno cambiando radicalmente anche il modo di fare diagnosi, sono fondamentali nella fase di interpretazione delle immagini e aiutano ad analizzare enormi quantità di dati per fornire una visione completa e sempre più accurata del quadro clinico dei pazienti, portando a diagnosi sempre più accurate, tempestive e precise.
L’IA non solo identifica i rischi di malattie, ma aiuta anche a personalizzare le strategie preventive. Basandosi su variabili come l’età, il genere, la storia clinica e lo stile di vita di un individuo, l’IA può suggerire piani di intervento preventivo su misura. Questo approccio personalizzato è fondamentale, poiché ciò che funziona per una persona potrebbe non essere efficace per un’altra.
Medicina e lavoro: nuove competenze cercasi
“Nei prossimi anni – aggiunge Silvia Movio – le competenze, anche in ambito tecnologico, per medici, infermieri e operatori sanitari saranno sempre più centrali. I medici del futuro saranno chiamati ad interagire sempre di più anche con le macchine per fornire ai pazienti un supporto sempre più accurato e preciso”.
Non parliamo quindi di nuove professionalità, ma di reinvenzione del mestiere del medico. Ad esempio, tecnologie basate sull’AI controllano già oggi le grandi apparecchiature di diagnostica per immagini (Tomografia Computerizzata, TC o Risonanza Magnetica, RM), standardizzando i protocolli di acquisizione e riducendo drasticamente i tempi di acquisizione degli esami, al fine di migliorare la compliance e il comfort dei pazienti. Differenti specializzazioni mediche si distinguono già per un alto impatto dell’AI nei processi di indagine ed analisi.
La maggior parte di queste applicazioni infatti riguarda la radiologia: molto avanzate sono le applicazioni dell’IA alla mammografia, per lo screening oncologico, ma ce ne sono anche in medicina interna, oftalmologia e in ambito gastro-enterologico a supporto degli esami endoscopici. Interessanti anche le prospettive per i medici impiegati nella Telemedicina, sempre più centrale nella sanità del futuro.
Il PNRR 2024 sottolinea il suo potenziale innovativo per un sistema sanitario italiano più efficiente, equo e accessibile a tutti i cittadini e sempre nel 2024 è previsto il lancio del Portale nazionale che non erogherà servizi di telemedicina, ma monitorerà la diffusione della telemedicina nelle attività di assistenza sanitaria erogate su tutto il territorio nazionale.