Le eccellenze italiane raggiungono anche le stelle. Non si tratta di uno slogan, neanche molto originale, per una pubblicità. È un fatto: le mandorle siciliane sono uno dei cibi consumati dagli astronauti nello spazio.
“Il settore food made in Italy – precisa Davide Cambianica, Manager di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – è, insieme alla moda e al design, uno di quelli che probabilmente rende il nostro paese al di fuori dei confini nazionali. Ma per far conoscere le nostre eccellenze, in Italia e all’estero, sono necessarie competenze specializzate che le aziende stanno cercando, spesso con alcune difficoltà. I dati elaborati dal nostro osservatorio parlano chiaro: le esportazioni del settore sono cresciute sempre di più negli ultimi anni, segnando nel 2023 un +8%, incrementando la domanda degli Export Manager. Si tratta di professionisti che hanno interessanti opportunità di carriera e guadagno e che, più di altri, sembrano risentire meno della recente crisi economica. Non dimentichiamo, infatti, che entro il 2026 le esportazioni agroalimentari italiane potranno sfiorare i 70 miliardi di euro”.
L’export manager accompagna le aziende nel complicato processo di internazionalizzazione. Deve conoscere, ovviamente, i mercati di destinazione e deve saper creare relazioni durature che lo aiutino a sviluppare il proprio business all’estero. Sono indispensabili, naturalmente, conoscenza delle lingue straniere, capacità di negoziazione e di marketing e conoscenza dei processi di export. Gli stipendi per questi professionisti sono interessanti: si attestano mediamente tra i 50.000 e i 70.000 euro lordi all’anno che possono crescere in base alla grandezza dell’azienda, del mercato e del tipo di prodotti e/o servizi da esportare.
Investire nel settore agroalimentare
Negli ultimi anni, il settore agroalimentare italiano ha visto una crescita significativa, non solo nelle esportazioni ma anche nelle opportunità di investimento e sviluppo tecnologico. Con l’aumento della domanda globale di prodotti alimentari di alta qualità, l’Italia ha potuto sfruttare le sue eccellenze per penetrare nuovi mercati e rafforzare la sua presenza internazionale.
Investire nel settore agroalimentare italiano può essere una mossa strategica e redditizia. Ecco alcuni passi chiave per iniziare:
- Ricerca di mercato: Prima di tutto, è essenziale comprendere le tendenze del mercato agroalimentare, identificare i prodotti più richiesti e i mercati di destinazione potenziali. Ad esempio, i prodotti biologici e a km zero stanno guadagnando sempre più popolarità.
- Conoscenza delle normative: Familiarizzare con le leggi e le normative vigenti è fondamentale per evitare complicazioni legali. In Italia, ci sono specifiche regolamentazioni riguardanti la produzione, la certificazione e l’etichettatura dei prodotti agroalimentari.
- Networking: Costruire una rete di contatti con altri professionisti del settore, partecipare a fiere e eventi specializzati può offrire preziose opportunità di collaborazione e partnership.
- Sostegni finanziari e incentivi: Sfruttare i finanziamenti e gli incentivi offerti dal governo italiano e dall’Unione Europea può ridurre i costi iniziali e favorire la crescita dell’attività. Ad esempio, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede investimenti significativi nel settore agroalimentare.
Risorse per investitori e professionisti
Esistono numerose risorse online che possono aiutare chi desidera investire nel settore agroalimentare italiano:
- Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MIPAAF): Offre informazioni aggiornate su normative, finanziamenti e opportunità di mercato.
- Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare): Fornisce dati di mercato, rapporti settoriali e strumenti finanziari per gli agricoltori e gli investitori.
- Coldiretti: La principale organizzazione degli agricoltori in Italia, fornisce supporto e consulenza per chi opera nel settore.
- Fiere e manifestazioni: Eventi come il Cibus di Parma, il Vinitaly di Verona e il Macfrut di Rimini sono ottime occasioni per incontrare esperti del settore, scoprire nuove tecnologie e tendenze di mercato.
- Corsi online
Innovazione e tecnologia nel settore agroalimentare
L’innovazione tecnologica sta rivoluzionando il settore agroalimentare. Tecnologie come l’agricoltura di precisione, l’Internet of Things (IoT), e l’intelligenza artificiale stanno migliorando l’efficienza e la sostenibilità della produzione agricola. Queste tecnologie permettono una gestione più precisa delle risorse, riducendo gli sprechi e aumentando la produttività.
Ad esempio, l’uso di droni per il monitoraggio delle colture e la raccolta di dati in tempo reale può aiutare gli agricoltori a prendere decisioni più informate. Inoltre, le piattaforme digitali stanno facilitando la tracciabilità dei prodotti lungo tutta la filiera, garantendo maggiore trasparenza e sicurezza alimentare.
Il ruolo degli Export Manager
L’export manager accompagna le aziende nel complicato processo di internazionalizzazione. Deve conoscere, ovviamente, i mercati di destinazione e deve saper creare relazioni durature che lo aiutino a sviluppare il proprio business all’estero. Sono indispensabili, naturalmente, conoscenza delle lingue straniere, capacità di negoziazione e di marketing e conoscenza dei processi di export. Gli stipendi per questi professionisti sono interessanti: si attestano mediamente tra i 50.000 e i 70.000 euro lordi all’anno che possono crescere in base alla grandezza dell’azienda, del mercato e del tipo di prodotti e/o servizi da esportare.
Il settore agroalimentare italiano offre numerose opportunità di crescita e investimento. Con una combinazione di eccellenza tradizionale, innovazione tecnologica e strategie di mercato mirate, l’Italia può continuare a rafforzare la sua posizione nel panorama globale. Per chi è interessato a investire, le risorse e le opportunità non mancano, e con il giusto approccio, il settore agroalimentare può rappresentare una fonte significativa di successo economico e imprenditoriale.