Come investire in una startup nel 2024

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Esistono diversi modi per trarre un vantaggio economico dalla creazione di una startup. Infatti, se da una parte c’è la possibilità per chi l’ha creata di farne il proprio business principale, dall’altra ci sono gli investitori alla continua ricerca di nuovi progetti da finanziare e far crescere.

In entrambi i casi, però, la domanda da farsi è: com’è possibile investire in una startup nel 2024? Quali sono i rischi e i vantaggi di questa operazione?

Investire nelle startup nel 2024: i vantaggi

Per definizione le startup sono progetti in stato embrionale che possono portare potenzialmente un alto ritorno economico, ma che possono comportare diversi rischi.

Quando si valuta la possibilità di investire denaro su una startup, vanno individuati gli elementi critici che possono portare a una riduzione del ritorno sull’investimento, così come va preso in considerazione il cosiddetto Capital Gain.

Se è vero che le startup comportano un elevato rischio di fallimento o di perdita di capitali, è anche vero che, in caso di successo, possono portare potenzialmente un elevato ritorno economico.

Inoltre, finanziare queste imprese permette di poter diversificare i finanziamenti e, allo stesso tempo, contribuire alla ricerca e all’innovazione sia tecnologica che del mondo del lavoro.

Investire in una startup: come fare

Non sempre chi ha un’idea imprenditoriale innovativa dispone dei fondi necessari per dare vita al proprio progetto e creare una startup.

Per fortuna, però, esistono diverse opzioni per ottenere le risorse necessarie.

Diciamo da subito che uno dei modi più diffusi, e che è possibile approfondire cliccando al seguente link, è di rivolgersi a un incubatore d’impresa.

Un’altra modalità comune è quella del crowdfunding che permette a un gruppo di investitori, attraverso apposite piattaforme online, di supportare economicamente un progetto sviluppato da startupper.

Altra possibilità per finanziare un’impresa di questo tipo è di diventare un business angel. Cosa significa? Si tratta di un investitore privato che non solo mette a disposizione il proprio capitale, ma anche la propria la sua esperienza e competenza nel settore.

Infine, esiste l’opzione rappresentata dai venture capital, solitamente gestiti da fondi di investimento o società specializzate che entrano nel capitale sociale, portando risorse finanziarie e supporto strategico.

Va detto però, come si può leggere in questo articolo, che nel 2023 il venture capital ha subito un brusco calo in Italia. 

Come gestire l’investimento in una startup

Com detto, Investire comporta sempre alcuni rischi, ma per fortuna esistono diverse strategie per gestire e mitigare gli inconvenienti. Ecco le principali:

  • exit: questa strategia consiste nella vendita della propria quota azionaria a un compratore diretto o a una società più grande;
  • acquisizione: in alcuni casi, una startup può essere acquisita da un’azienda più grande, comportando anche un profitto nel caso in cui l’acquisizione dovesse avvenire a un valore superiore rispetto a quello iniziale;
  • IPO (Offerta Pubblica Iniziale): l’IPO, da approfondire leggendo questo articolo di Forbes, è il processo attraverso il quale una startup diventa una società quotata in borsa, mettendo a disposizione degli investitori una parte del proprio capitale sotto forma di azioni;
  • quotazione in borsa: quando una startup si quota in borsa, vende una parte delle sue azioni agli investitori. Queste azioni vengono poi scambiate sul mercato, e il loro valore viene determinato dalle dinamiche di domanda e offerta.

Essere consapevoli di questi rischi e delle strategie disponibili per gestirli, è fondamentale per chiunque voglia investire in una startup. Valutare attentamente ogni opzione può aiutare gli investitori a prendere decisioni informate e proteggere il loro capitale.


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