L’apporto umano che una guida femminile può dare alle aziende riguarda sia la sfera pratica, che quella relazionale, grazie in primis a un’innata sensibilità. La diversità di genere, inoltre, migliora i risultati d’impresa e facilita l’attrazione di talenti, come confermato dal rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Soft skill che risultano oggi più che mai necessarie, in un mondo del lavoro in grande evoluzione e sempre più indirizzato verso un nuovo equilibrio tra sfera lavorativa e privata.
“Oggi sono le persone a scegliere le aziende e non più il contrario” afferma l’imprenditrice Paola Veglio, AD di Brovind, azienda piemontese specializzata nella movimentazione industriale su base vibrante.
Con Paola alla guida, Brovind ha intrapreso un percorso di crescita, passando da 39 a 165 addetti, e da 5,4 a 20 milioni di Euro di fatturato.
La sua storia, però, è lontana dallo stereotipo della donna in carriera, racchiude forte determinazione e impegno, in un settore poco avvezzo alle figure femminili, oltre a essere un esempio di come si possa coniugare il successo imprenditoriale con il benessere del territorio.
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“Quando entrai in Brovind nel 2006, l’azienda versava in gravi condizioni e le mancava la scintilla per invertire la rotta. L’ho cercata a lungo. La gavetta mi ha permesso di entrare in contatto con pregi e difetti dell’impresa, per provare a risanare la situazione. Giovanissima e donna, con fatica mi sono ritagliata una posizione di leadership, pur avendo molti contro, incluso mio padre, che sosteneva fosse troppo presto per guidare l’azienda. Mi sono scontrata con persone che lavoravano in Brovind da 30 anni e con la logica del “si è sempre fatto così”. Circondandomi di collaboratori fidati, ho progressivamente stravolto l’organigramma e i processi aziendali, diversificato i mercati, assunto giovani e ampliato le vendite. I risultati sono arrivati e con loro anche il rispetto di molte persone che inizialmente mi avevano osteggiata. È stata una sensazione impagabile” racconta Paola Veglio.
Un welfare aziendale che fa la differenza
Brovind ha sede in un piccolo borgo storico, di 2100 abitanti e da tempo combatte contro un progressivo spopolamento. Consapevole delle difficoltà di vivere a Cortemilia, tra carenza di servizi e difficoltà logistiche, Veglio ha messo in atto una serie di iniziative per i dipendenti che, al contempo, generino delle ricadute positive per il territorio. “Ogni impresa è fatta di persone e il loro benessere è cruciale per la crescita dell’azienda stessa. In particolar modo in un piccolo borgo come il nostro, difficile da raggiungere. Per me il welfare non è mai stato il fringe benefit fine a sé stesso, si basa sull’ascolto del dipendente e sulla ricerca della soluzione più appropriata”. Ecco, quindi, che i figli dei dipendenti di Brovind hanno accesso di diritto al nido comunale, la cui retta è interamente coperta dall’azienda.
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Veglio ha riaperto e ristrutturato, con un investimento personale, un ristorante-pizzeria, abbandonato da sette anni e l’albergo adiacente, chiuso da 3, per creare l’hotel-ristorante Trepiasì, ora punto di riferimento per la comunità locale e i turisti. Il progetto ha anche una valenza welfare: “È in grado di ospitare 60 dipendenti Brovind, il cui pranzo è pagato per l’80% dall’azienda. Vista la progressiva crescita dell’organico, infatti, molte persone non potevano contare su strutture in grado di ospitarle”, racconta Paola Veglio. Oltre a garantire servizi essenziali, l’iniziativa stimola anche l’economia locale e offre nuove opportunità di lavoro.
Un esempio di leadership inclusiva e lungimirante
“Ci vuole coraggio a rimanere in un piccolo territorio come questo, ma noi ci crediamo e vogliamo dare valore al nostro borgo. Il contributo dei nostri dipendenti, molti dei quali del luogo, è la linfa vitale per continuare a crescere e guardare al futuro con ottimismo”, afferma l’imprenditrice.
Attraverso il suo lavoro, Veglio dimostra che è possibile costruire un modello d’impresa che genera valore non solo economico, ma anche sociale, trasformando il legame con il territorio in un fattore di successo. “La realtà è fatta di tante prospettive, non è detto che la nostra sia sempre quella giusta. Bisogna mettersi in gioco, senza arrendersi. Se si sa dove si vuole arrivare, dandosi obiettivi ben precisi e raggiungibili, il percorso si cambia in funzione dell’esperienza e degli errori pregressi, verso la meta. Chi ha ruoli come il mio ha il diritto e il dovere di mettersi a disposizione degli altri. La cosa più bella al mondo è fare qualcosa per qualcuno”.
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I progetti futuri
Paola guarda al futuro con ambiziosi progetti di riqualificazione. Tra questi spicca la ristrutturazione di un ex polo industriale di 33.000 metri quadri, che sarà trasformato in un moderno impianto produttivo con un investimento di oltre 12 milioni di euro, orientato alla sostenibilità energetica e al welfare aziendale.
“Cortemilia è un luogo ricco di bellezza, di natura e di quiete. Le sue potenzialità sono molteplici, ma naturalmente vanno scoperte, incentivate; bisogna lavorarci a testa bassa. Il mio sogno è di rendere questo territorio, noto principalmente per enogastronomia e turismo, un hub tecnologico, capace di attrarre giovani talenti e portare nuova linfa creativa, che possa ricondurre il borgo al suo antico splendore. Penso sia fondamentale procedere nel rispetto del territorio e della sua storia e, soprattutto, facendo rete tra privati, pubblica amministrazione e terzo settore; le singole iniziative individuali, per quanto lodevoli, non vanno molto lontano” conclude Paola Veglio.