Il Roma Whisky Festival 2025 ha confermato il suo ruolo centrale nel panorama degli eventi enogastronomici italiani. Nella sua seconda edizione, il festival ha attratto migliaia di appassionati, esperti e curiosi, consacrando ancora una volta la Capitale come punto di riferimento per la cultura del whisky.
Lo scorso 1 e 2 marzo, il Salone delle Fontane all’EUR si è trasformato in un crocevia di degustazioni, masterclass, blend rari e distillati provenienti da ogni angolo del mondo. Una celebrazione sensoriale, ma anche una fotografia vivida di un settore in crescita, capace di fondere tradizione e innovazione sotto l’egida della divulgazione.
Un appuntamento che non perde un colpo

Nel corso degli ultimi anni, abbiamo assistito a un fenomeno che ha del sorprendente: il whisky, distillato spesso associato a cerimonie austere o club esclusivi, è riuscito a reinventarsi, trovando nuovo slancio tra le generazioni più giovani e diventando un simbolo di cultura pop raffinata.
In questo contesto, il Roma Whisky Festival è diventato molto più di una semplice fiera: è oggi una piattaforma culturale, un luogo di incontro tra produttori, distributori, bartender e consumatori sempre più esigenti e preparati. L’edizione 2025, curata da Andrea Fofi e dal suo staff, ha proposto un programma fittissimo in grado di soddisfare ogni tipo di palato e curiosità.
I numeri parlano chiaro: 4.300 visitatori, oltre 200 brand presenti, più di 1.000 referenze in degustazione, 16 masterclass, 130 partecipanti ai corsi “ABC del Whisky” e oltre 400 drink serviti nei cocktail bar dell’evento. Un successo quantitativo e qualitativo, con un pubblico sempre più variegato per età, genere e livello di competenza.
“Già da qualche anno, accanto ai tradizionali appassionati, vediamo la presenza sempre crescente di neofiti, di entrambi i sessi e di tutte le fasce di età, che approfittano della nostra manifestazione per avvicinarsi a questo magnifico distillato”, ha dichiarato Andrea Fofi. “Per questa ragione abbiamo costruito un’edizione con una proposta quanto mai ricca e variegata, in grado di offrire l’imbottigliamento giusto per ogni genere di avventore”.

Una delle novità più apprezzate è stata l’espansione dell’Area Vintage, che ha attirato esperti e collezionisti grazie a bottiglie rare e distillati da meditazione. Menzione speciale anche per l’area dedicata ai brown spirits, sempre più amati e valorizzati nel contesto del festival. Ma è soprattutto nella sua capacità di educare che il Roma Whisky Festival si distingue: i corsi per neofiti, le degustazioni guidate e le masterclass si confermano strumenti indispensabili per coltivare una cultura diffusa e consapevole.
Roma Whisky Festival: non solo un evento di degustazione

Come dicevamo, il cuore pulsante di questa edizione sono state le 16 masterclass, dedicate a distillati provenienti da Scozia, Irlanda, Italia, Cina e Stati Uniti. Gli ospiti internazionali (più di 30 in rappresentanza di prestigiose distillerie) hanno offerto contributi fondamentali per la comprensione della filiera e delle nuove tendenze globali.
Come sottolinea Andrea Fofi, ideatore e organizzatore del Festival: “Già da qualche anno, accanto ai tradizionali appassionati, vediamo la presenza sempre crescente di neofiti, di entrambi i sessi e di tutte le fasce di età, che approfittano della nostra manifestazione per avvicinarsi a questo magnifico distillato”. Da qui, l’introduzione dei corsi ABC del Whisky, che in soli due giorni hanno visto l’adesione di 130 iscritti.
Il premio Whisky & Lode si conferma come uno degli appuntamenti più attesi del Festival. Quest’anno, la categoria Best Scotch Whisky è stata dominata dal Caol Ila 2011 Berry Bros. & Rudd (11 anni, 54,6%), distribuito da Pallini Spa, mentre tra i Best World Whisky ha brillato l’italianissimo Erètico 7YO di L. Psenner Srl, invecchiato in botti di grappa e gewürztraminer. Una menzione speciale anche per la categoria Best Cask Strength, dove si è imposto il Wolfburn Cask Strength (56,9%) grazie al lavoro di Spirits & Colori Srl.
Il dato interessante? L’Italia, oltre a essere sempre più centrale come mercato di consumo, inizia anche a dire la sua come paese produttore, con realtà come Psenner che dimostrano come il single malt non debba per forza parlare scozzese per essere eccellente.
Il Festival riflette così un trend globale: quello della personalizzazione del gusto e della ricerca del racconto dietro ogni bottiglia. Non è più solo questione di annate o torbiature, ma di storie, luoghi, processi artigianali. Ogni whisky è una narrazione invecchiata in botte.
Un altro dato rilevante emerso durante le masterclass è l’interesse crescente verso il “cask strength” – ossia il whisky imbottigliato alla gradazione naturale di botte – apprezzato da un pubblico sempre più informato e curioso. Anche la mixology continua a giocare un ruolo chiave: il seminario dedicato ha messo in evidenza come il whisky stia conquistando anche i cocktail bar italiani, dimostrando una versatilità forse impensabile fino a pochi anni fa.
In un Paese dove la cultura del whisky è cresciuta silenziosamente, ma in modo costante, il Roma Whisky Festival rappresenta oggi molto più di un semplice evento fieristico: è una dichiarazione d’amore al distillato e a chi, ogni giorno, ne custodisce e rinnova la tradizione.
Questo è ciò che pensiamo di questo evento unico nel suo genere: in un’epoca in cui il tempo sembra scivolarci dalle mani, c’è qualcosa di profondamente umano nel fermarsi, annusare, sorseggiare, ascoltare la storia di un distillato che ha attraversato oceani e secoli per arrivare fino a noi. Il Roma Whisky Festival 2025 non è stato solo un’occasione per degustare ottimi whisky, ma un rituale collettivo per riscoprire il valore dell’attesa, della scoperta, della lentezza. E se è vero – come dicono gli scozzesi – che il whisky non si beve, si ascolta, allora possiamo dire che a Roma, anche quest’anno, si è tenuto un concerto straordinario.
I vincitori del premio Whisky & Lode 2025
Best Scotch Whisky:
- Caol Ila 2011 – Berry Bros. & Rudd (54,6%) – Pallini Spa
- Benrinnes 11YO – The Whisky Cellar (56,2%) – Spirits & Colori
- Meikle Tòir 5YO – The Chinquapin One (48%) – Lost Dram Selection

Best World Whisky:
- Erètico 7YO – Grappa & Gewürztraminer Casks (47%) – L. Psenner Srl
- Goalong Single Malt – Chinese Whisky STR Wine Cask (56%) – D&C Spa
- Erètico 7YO – Grappa & Amarone Casks (47%) – L. Psenner Srl
Best Cask Strength:
- Wolfburn Cask Strength (56,9%) – Spirits & Colori Srl
- Teeling Blackpitts Cask Strength (56,5%) – Rinaldi 1957 Spa
- Kilchoman Batch Strength (57%) – Fine Spirits Srl
La presenza crescente di whisky italiani tra i premiati dimostra la maturità raggiunta da una filiera nazionale che punta sull’innovazione senza perdere il legame con le materie prime locali.