Si intitola McCartney III. Non a caso, visto che è il terzo album della trilogia di classici di Paul McCartney. Il nuovo album dell’ex Beatles, sarà disponibile dall’11 dicembre su etichetta Capitol Records.
Il primo della serie, McCartney, è stato pubblicato nel lontano 1970. Sono passati 40 anni e dal secondo 30. Poi più nulla, fino alla nuova ispirazione che è avvenuta proprio durante l’ultimo lockdown. Costretto a casa il cantante ha trovato il tempo e lo spazio creativo per un nuovo lavoro da solista.
Quando l’artista riesce a focalizzarsi, trova anche in tempi stretti il modo di essere concreto e trasformare una dozzina di schizzi, di idee, di intenzioni, in musica. Un’opera del tutto autoprodotta che probabilmente segna l’inizio di un nuovo periodo caratterizzato da una nuova vena “on the road”. Infatti, McCartney III è stato realizzato sommando riprese dal vivo di voce e chitarra. In altri pezzi è il piano a dominare, accompagnato dall’immancabile basso e da una batteria sovraincisa.
Tutto è partito, a detta di Paul, dal brano When Winter Comes, un inedito datato anni ’90 coprodotto da George Martin.
“Vivevo in isolamento nella mia fattoria con la mia famiglia e andavo ogni giorno nel mio studio. Dovevo fare un po’ di lavoro su un po’ di musica da film e questo si è trasformato nel brano d’apertura e poi, quando è stato fatto, ho pensato: cosa farò dopo? Avevo delle cose su cui avevo lavorato nel corso degli anni, ma a volte il tempo si esauriva e rimanevano a metà, così ho iniziato a pensare a quello che avevo. Ogni giorno iniziavo a registrare con lo strumento su cui avevo scritto la canzone e poi, gradualmente, stratificavo il tutto. Ho fatto musica per me stesso, cose che mi piaceva fare. Non avevo idea che il lavoro sarebbe diventato un album”, racconta McCartney.
A volte i periodi di crisi nascondono opportunità, come in questo caso. Sono proprio quei momenti in cui l’artista trova in sé le emozioni giuste da esprimere. Coinvolgendosi, coinvolge.
Paul McCartney ha poi passato la palla alla figlia, per fare gli scatti fotografici che accompagnano l’album. A quelle di Mary McCartney si sommano quelle del nipote di Paul, Sonny McCartney, e quelle scattate da Paul con il suo telefono. Insomma, un vero e proprio album fatto in casa.
Oggi realizzare musica tra le quattro mura domestiche non solo è possibile, ma con i giusti strumenti di lavoro, come in questo caso, si possono produrre brani di tutto rispetto, magari affidandosi a un bravo professionista per i tocchi finali. I’M ne ha parlato già all’inizio della sua avventura, in un articolo a firma del producer Mickhail Fasciano.