di Giacomo Torresi –
“Non sarà assolutamente un click day” dicevano, lo è stato a tutti gli effetti.
Martedì 3 novembre alle ore 9:00 è iniziata ufficialmente la lotteria dei rimborsi per chi, nei mesi precedenti, avesse acquistato una bicicletta o un mezzo elettrico come il monopattino. Come preventivato è successo di tutto. Essendo interessato direttamente ho deciso di riportare la mia esperienza da film horror e condividerla con i lettori di InsideMagazine.
Fase preparativa: ho aperto in 4 schede di 4 browser differenti (Chrome, Edge, Firefox e Safari) il portale del Ministero dell’Ambiente creato appositamente per la procedura. Ogni scheda è stata aperta a distanza di 30 minuti l’una dall’altra per avere più possibilità di accedere nel caso di problemi tecnici.
Ore 9:00: il portale non è attivo, si comincia bene.
Ore 9:15: portale attivo, riesco ad accedere e a mettermi in coda per entrare poi nella fase di registrazione. Davanti a me risultano in attesa 550.000 utenti, molto lentamente dalle 10:00 alle 13:00 la fila scorre.
Ore 13:30: arriva il mio turno con il primo browser, attendo la schermata dove inserire lo SPID e qui inizia il calvario. A causa dell’enorme richiesta l’app di PosteItaliane che gestisce lo SPID va in crash, non funziona più nulla. Provo e riprovo ma nulla, l’app non risponde e dopo 20 minuti il sito mi rimanda alla pagina iniziale del portale, la sessione per provare a registrarmi era scaduta, bisogna rifare la fila. Ovviamente stesse problematiche con le altre 3 schede aperte. Primo tentativo fallito, iniziato alle 13:30 e terminato miseramente alle 15:00.
Ore 15:00: seconda coda di attesa, davanti a me 623.000 utenti.
Ore 17:00: arriva di nuovo il mio turno, stessa triste fine, app PosteID fuori uso, scadono i 20 minuti, devo rimettermi in coda.
Ore 17:30: sono in fila, davanti a me 489.000 utenti.
Ore 20:00: terzo tentativo, ovviamente fallito, inizio a innervosirmi. Sono trascorse 11 ore in cui non mi sono mosso dalla scrivania con gli occhi fissi sui due computer e vedo inesorabilmente scendere la cifra di 215 milioni di Euro che il Governo aveva stanziato.
Ore 20:30: riesco a mangiare un panino e mi rimetto in coda, davanti a me “solo” 389.000 utenti. A questo punto dopo aver capito che il problema dell’app non sarebbe mai stato risolto cerco una soluzione alternativa. Fare un altro SPID non era fattibile, soprattutto per le tempistiche. Cerco di capire come bypassare l’accesso tramite app e leggo che è possibile autenticare l’accesso SPID anche attraverso SMS. Corro sul sito delle Poste, attivo il livello 2 con autenticazione tramite SMS, attendo la conferma e mi preparo al mio turno che sarebbe arrivato 3 ore dopo.
Ore 23:30: tocca a me, sono pronto anche se stanco, visibilmente alterato e con gli occhi iniettati di sangue. Arrivo alla pagina di accesso, seleziono “accedi con SMS”, mi arriva il messaggio sul telefono, lo inserisco e…sono dentro!!!
Inserisco i dati necessari, nome e cognome, e-mail, importo pagato, data fattura, numero partita IVA esercente, IBAN personale per ricevere il rimborso, confermo…è fatta!
14 ore davanti al PC per fare una procedura da 3 minuti. Almeno questa volta il portale realizzato dal Ministero dell’Ambiente ha funzionato, ad avere problemi gravi sono state le app per l’accesso tramite SPID, soprattutto quella di PosteItaliane. La morale è che comunque da qualche parte l’intoppo c’è sempre, i problemi si presentano puntuali e per fortuna che siamo nel 2020, nell’era della digitalizzazione!
E per chi non c’è riuscito? Dal Governo fanno sapere che altri fondi verranno stanziati, di conservare le prove d’acquisto e di aspettare almeno fino a febbraio 2021; mi consolo, 14 ore sono nulla a confronto dei 3 mesi che separano migliaia di persone dal tanto agognato rimborso.
Al termine di questa giornata assurda mi sorge spontanea una domanda: ma non sarebbe stato più semplice se avessero creato un form di inserimento dei dati e della fattura di acquisto con una deadline precisa e, una volta terminato tale periodo, iniziare a erogare il bonus in base all’ordine cronologico di acquisto? Probabilmente sarebbe stato troppo democratico e corretto, meglio lasciar scannare centinaia di migliaia di persone per ore e ore davanti a uno schermo alla ricerca di qualche Euro.