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Sostenibilità per uscire prima dalla crisi

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Una Pmi su tre è convinta che la sostenibilità la farà uscire prima dalla crisi. E’ quanto riporta Il Sole24Ore che cita l’indagine del Forum per la finanza sostenibile presentata in occasione della nona edizione della Settimana Sri, un’iniziativa del Sole24Ore con l’Osservatorio Esg.

Nell’evento inaugurale della Settimana SRI emerge che le imprese italiane sono consapevoli dell’importanza della sostenibilità ma poco avvezze ad adottarla nelle scelte strategiche. L’Italia è indietro sulla finanza pubblica “green”

Finanza sostenibile

Fatto sta che ben il 37% delle Piccole e medie imprese intervistate prevede – nell’attuale contesto condizionato dalla pandemia – un aumento dell’attenzione su tematiche ambientali, sociali e di governance. Ora tutto sta a orientare il timone verso il futuro atteso, dotandosi di strumenti e risorse adeguati al cambiamento richiesto. La sostenibilità aiuterà le aziende a uscire in maniera più veloce dalla crisi provocata dal Covid-19. E, visto che ne è convinta più di un’impresa su tre, fra quelle che hanno risposto all’indagine “Pmi italiane e sostenibilità” condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con BVA Doxa, ora la questione diventa di organizzazione generale, oltre che di volontà individuale. La aziende devono potersi muovere in uno scenario agevole e, i nuovi fondi in arrivo dall’Europa, prevedono proprio un mirato sostegno in questo senso.

La sostenibilità è una strada obbligata oramai: un passaggio epocale che proietterà l’Italia, se ben colto, in un futuro di rilancio e che impone, dunque, una rivoluzione culturale non solo tra le imprese e le Pmi in particolare, ma anche tra i player finanziari e delle istituzioni..

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Il ricorso a strumenti di finanza sostenibile presenta ampi margini di progressione, legati principalmente alla necessità di potenziare la promozione dei prodotti disponibili sul mercato e di focalizzare l’informazione sui vantaggi concreti, anche in termini economici, delle politiche di sostenibilità. “Oggi il Forum avvia la nona edizione della Settimana Sri, al termine di un 2020 caratterizzato da complessità di tipo climatico e sanitario a cui il settore degli investimenti sostenibili può fornire una risposta adeguata. In questa prima giornata presentiamo una ricerca che sarà certamente di aiuto ad aziende e operatori finanziari in questo particolare momento storico: il tema della sostenibilità abbinato a una parte importantissima del tessuto produttivo del paese – quali sono le Pmi – si dimostrerà un driver utile per l’uscita dalla crisi e per una rinnovata crescita.” Queste le parole del presidente del Forum per la Finanza Sostenibile Gian Franco Giannini Guazzugli con le quali è stata introdotta la ricerca che ha coinvolto 477 aziende distribuite sul territorio nazionale.

Pmi e sostenibilità

Per oltre l’80% delle Pmi intervistate, la sostenibilità è un elemento importante nelle scelte strategiche e d’investimento; più di metà del campione ha in programma di integrare considerazioni sui temi Esg nella strategia complessiva dell’impresa. La dimensione ambientale è quella più conosciuta, apprezzata e codificata.

Gli operatori di finanza sostenibile e le Pmi possono ricoprire un ruolo cruciale per la ripresa economica del nostro Paese attraverso investimenti e politiche indirizzati verso la transizione a sistemi più inclusivi e a ridotto impatto ambientale. Il dialogo e la collaborazione tra istituzioni pubbliche, investitori e aziende sarà fondamentale per un impiego efficace ed efficiente delle risorse del piano Next Generation Eu: ci auguriamo che le nostre iniziative possano contribuire a rafforzare questa collaborazione” ha concluso Francesco Bicciato, Segretario Generale del Forum, il quale ha anche presentato otto proposte al governo sull’utilizzo di strumenti di finanza sostenibile per il rilancio dell’economia in ottica di de-carbonizzazione e inclusione sociale. 

Secondo la ricerca presentata dal Forum per la Finanza sostenibile, la maggior parte delle Pmi, considera la sostenibilità un elemento importante nelle attività finanziarie e creditizie. Infatti, l’80% ritiene che gli operatori finanziari dovrebbero affiancare gli indicatori Esg a quelli tradizionali per valutare adeguatamente il merito creditizio; per il 33% i progetti sostenibili dovrebbero beneficiare di condizioni di finanziamento migliori. Bicciato ha osservato che spendendo l’80% delle risorse europee nella decarbonizzazione dell’economia, “l’Italia potrebbe conseguire un aumento del 30% del Pil e un incremento del tasso di occupazione di 11 punti entro il 2030”. Il segretario generale ha puntato l’attenzione sulla convenienza al giorno d’oggi della finanza sostenibile, prova è stata la maggior resilienza durante la crisi dei quelle aziende che avevano spinto di più sulla sostenibilità.

Il ricorso agli investimenti sostenibili

“II ricorso agli investimenti sostenibili presenta ancora ampi margini di progresso. Infatti, solo un’azienda su tre ha preso in considerazione i prodotti di finanza sostenibile e meno del 30% ha adottato strumenti come i rating di sostenibilità o ha redatto una dichiarazione non finanziaria. La ragione principale consiste nel fatto che promozione e comunicazione sono ancora limitate: al 70% delle aziende intervistate non è mai stato proposto di valutare forme di finanziamento per progetti sostenibili.” E’ quanto si legge sul Sole24Ore.

La sostenibilità non rappresenta più solo un’esigenza, ma un vero e proprio strumento strategico per uscire positivamente dalle emergenze e dalle crisi. Una consapevolezza sempre più diffusa anche tra le Pmi italiane, che hanno ormai compreso i vantaggi in termini di competitività. È quindi il momento di metterla in pratica, anche se le difficoltà rimangono: un’impresa su due trova un freno nelle barriere burocratiche e amministrative“, ha spiegato Simone Pizzoglio, Partner, Head of BU Finance & Utilities di BVA Doxa.

La banca può essere un partner di crescita delle Pmi,  particolarmente in chiave di sostenibilità”, ha commentato  durante il Forum Anna Maria Roscio, executive director Sales&Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo, osservando come “gli istituti dovrebbero inserire la sostenibilità nei criteri di valutazione del merito di credito.”

Proprio a tal proposito, gran parte delle Pmi intervistate chiede agli operatori finanziari di incrementare l’informazione e il sostegno sulla finanza sostenibile. Le banche emergono come il principale punto di riferimento: la maggior parte delle PMI attribuisce loro una funzione importante, sia nella scelta degli strumenti finanziari (41% del campione), sia nella promozione dei prodotti SRI (per il 35%). Ma l’indagine del Forum per la finanza sostenibile evidenzia anche che le Pmi, anche se interessate alla sostenibilità, si fermano poi quando debbono produrre dati e documenti. Tra l’altro, la Commmissione Ue abbasserà la soglia (da 500 a 250 dipendenti) per le aziende obbligate a produrre tali informazioni.

Per quanto riguarda la sostenibilità, la dimensione ambientale è quella più conosciuta, apprezzata e codificata.
maggiori benefici che derivano dal perseguire iniziative di sostenibilità sono legati a strategie di marketing e di prodotto (nel 73% delle PMI intervistate), e al miglioramento della reputazione e dell’attrattività dell’azienda (nel 52% dei casi). Farsi conoscere come azienda attenta agli argomenti più importanti al mondo d’oggi, crea un grande impatto nella clientela. Ma non tutti avvertono le sfide per lavorare in chiave sostenibile, rappresentate principalmente da costi più elevati (52% del campione) e dalle difficoltà burocratiche per ottenere e mantenere le certificazioni (50%) come adeguate o facilmente raggiungibili. “Occorre far passare il messaggio che quelli connessi alla sostenibilità non sono costi, ma investimenti”, ha dichiarato il portavoce dell’Asvis, Enrico Giovannini.

Si gioca quindi in questi mesi la partita della sostenibilità. Chi non cavalcherà questo treno, in un modo o in un altro, avrà perso un’opportunità. Così come chi non lo cavalcherà per tempo.

Foto di ThisIsEngineering da Pexels

Paul Fasciano, Direttore di InsideMagazine e del Gruppo Editoriale Inside, è un mental coach prestato al mondo della comunicazione digitale. Con un background accademico in sociologia e una formazione in PNL, mindfulness e neuroscienze, ha dedicato oltre tre decenni allo studio delle dinamiche sociali odierne. E' autore di varie pubblicazioni incentrate sulla crescita personale nel complesso contesto contemporaneo. La sua missione è fornire ai professionisti le informazioni più aggiornate e rilevanti, migliorando la loro comunicazione e potenziando il loro mindset con strategie efficaci e mirate.

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