di Ileana Barone –
La più grande università d’Europa cambia rettore. Dopo sei anni di rettorato a cura Eugenio Gaudio, medico e amante della musica e della cultura classica, è stata eletta rettore de La Sapienza Antonella Polimeni, preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria, docente di Malattie Odontostomatologiche.
La strada per l’elezione non è stata facile, perché c’era una consistente parte dei votanti che si opponeva. Ma nonostante i problemi, causati anche dalla pandemia che ha portato per la prima volta ad un voto online, la Polimeni ce l’ha fatta comunque. E le conseguenze della pandemia saranno uno dei grandi problemi che la nuova rettrice dovrà affrontare visto che il Policlinico Umberto I è in prima linea.
A queste elezioni, dopo due rettori medici, Eugenio Gaudio e Luigi Frati, ci si aspettava un candidato di ingegneria, la Facoltà più numerosa dopo Medicina e quindi con una maggiore probabilità di vincere. Si era candidato infatti Teodoro Valente, prorettore alla ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico, Professore ordinario in Scienza e Tecnologia dei Materiali e Direttore del dipartimento di Ingegneria Chimica e Materiali e Ambiente, candidatura che però è stata ritirata dallo stesso Valente.
Preside di una delle facoltà di medicina, Antonella Polimeni ha una grandissima esperienza sul campo: da studentessa è stata rappresentante ricoprendo poi il ruolo di componente del nucleo di valutazione e consigliere di amministrazione. È la prima donna eletta preside nella facoltà di Medicina e Odontoiatria e ha presentato un programma elettorale di 34 pagine, dove ha spiegato come Sapienza “crescerà ulteriormente se saprà percepire la ricchezza del suo pluralismo e, se posso dire, della sua biodiversità, grazie alla forza della sua unità nel rispetto delle specificità e delle autonomie”. Sulla squadra che la assisterà Polimeni non ha ancora detto nulla.
Ha continuato dicendo: “mi presento alle Elettrici e agli Elettori con una esperienza venticinquennale maturata nella nostra Istituzione e negli Organi di Ateneo animata dall’entusiasmo e dalla forte determinazione a imprimere alla nostra grande Università un ulteriore salto qualitativo a tutti i livelli. Una riforma strutturale a medio termine – così la definirei – che si dimostri all’altezza della nostra indiscussa eccellenza”.
Polimeni ha aggiunto: “l’intento dichiarato di ricomporre la frattura tra scienza e società, vincendo le attuali, gravi diffidenze verso la ricerca. A ciò, infine, si aggiunga l’urgentissima promozione dell’internazionalizzazione del binomio ricerca e didattica, senza dimenticare le istanze della ricerca di base da sostenere e da accompagnare mediante aree dedicate dell’Amministrazione, nonché il rilancio dell’Area della Salute”.
La nuova rettrice arriva in un momento importante se non decisivo per invertire la rotta, come spiega il World Economic Forum, l’organismo che in 144 Paesi misura, ogni anno, il divario di genere. Infatti se ci fosse maggiore uguaglianza e se il gap tra uomo e donna venisse colmato, il Pil aumenterebbe di quasi 6 miliardi di dollari. E questa battaglia passa anche attraverso il rettorato della Sapienza.