di Giacomo Torresi –
Unilever in una sede in Nuova Zelanda paga i suoi dipendenti per 5 giorni alla settimana ma li fa lavorare per 4.
La società olandese – britannica, titolare di 400 marchi tra i più diffusi nel campo dell’alimentazione e dei prodotti per l’igiene (Lipton e sapone Dove per esempio), ha deciso di iniziare la sperimentazione della settimana corta proprio dai suoi 81 dipendenti presenti nello stato insulare dell’Oceania.
Al termine dei 12 mesi di sperimentazione, Unilever analizzerà la produttività della filiale neozelandese e, qualora i risultati fossero positivi, si dice pronta a estendere la settimana lavorativa di 4 giorni a tutti i suoi 155.000 dipendenti sparsi in tutto il mondo.
L’obiettivo è riuscire a concentrare i doveri lavorativi di una settimana in soli 4 giorni, ma restando negli orari di lavoro tradizionali. Nick Bangs, amministratore delegato di Unilever Nuova Zelanda, in una intervista al Financial Times ha affermato: “Se si finisce per lavorare 4 giorni con orari molto più lunghi allora non abbiamo raggiunto lo scopo. Si tratta di cambiare radicalmente il nostro modo di lavorare. La pandemia ha contribuito a modificare il tradizionale pensiero sulle dinamiche lavorative”.
Il progetto è tra gli sforzi più ambiziosi finora compiuti per testare una pratica lavorativa che rende i lavoratori più felici, più in salute e più produttivi. La Unilever non è la prima azienda al mondo a sperimentare la settimana lavorativa di 4 giorni. Da almeno 2 anni si contano diversi esperimenti da parte di grandi aziende, anche se i critici sostengono che un giorno in meno di lavoro settimanale manderebbe molte aziende in perdita. Non la pensa così Microsoft, che ha riscontrato un aumento della produttività dei dipendenti da quando, per il mese di agosto 2019, ha offerto una settimana di 4 giorni al suo staff in Giappone, paese dove notoriamente gli orari di lavoro sono tra i più lunghi al mondo.
Alan Jope, amministratore delegato di Unilever, afferma: “Immaginiamo un futuro di lavoro ibrido, in cui le persone potrebbero trascorrere un paio di giorni in ufficio e due o tre giorni a casa o lavorare a distanza”.