di Giacomo Torresi –
La pandemia ha favorito l’emersione di una parte di lavoro nero di colf e badanti nelle case italiane spingendo il totale di regolari oltre quota 1 milione.
Lo rivela il 2° Rapporto annuale sul lavoro domestico 2020 di Domina- Fondazione Moressa: il saldo fra i rapporti avviati e cessati tra febbraio e giugno nel 2020 è infatti positivo e segnala un incremento occupazionale di 18.344 rapporti.
Dei 177.239 contratti avviati durante la prima ondata della pandemia (sempre da febbraio a giugno), 95.358 (il 53,8%) riguardano badanti. È probabile che si inverta, dunque, a favore di chi assiste persone anziane o non autosufficienti, il rapporto tra colf e badanti che, finora, nella platea degli 848.000 lavoratori regolari registrati all’Inps, ha visto prevalere le prime (52%, contro il 48% delle badanti). E questo nonostante la scomparsa di molti anziani assistiti, proprio a causa dell’epidemia.
Il picco delle nuove assunzioni è stato registrato nel mese di marzo: il saldo fra i rapporti attivati e quelli cessati segna +20.000.
A spingere la regolarizzazione dei lavoratori domestici durante il lockdown, è stata la necessità di dover documentare la propria situazione lavorativa per potersi spostare a casa dell’assistito (o degli assistiti).
È arrivata poi la sanatoria prevista dal decreto Rilancio (Dl 34/2020), che ha aperto una finestra alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro domestico, con la possibilità per le famiglie di fare domanda dal 1° giugno al 15 agosto. Nonostante la chance riguardasse anche il settore agricolo, l’85,2% delle richieste presentate, oltre 176.000 su 207.000, è stato appannaggio del lavoro domestico e di assistenza alla persona.
Il numero dei lavoratori domestici regolari supererà per la seconda volta il milione proprio in questo 2020. Sarà comunque necessario osservare quanti di questi rapporti resteranno nell’alveo della regolarità o resteranno nel settore domestico. Già dopo la sanatoria del 2012, infatti, lo stock in regola aveva oltrepassato il milione. Ma da quell’anno in poi si è costantemente assottigliato, arrivando agli attuali 848mila, con una stima di almeno un milione di lavoratori in nero.
Il rapporto di Domina fa il punto anche sulle prestazioni assistenziali che sono andate direttamente o indirettamente a beneficio dei lavoratori del settore. L’indennità da 1.000 euro introdotta dal Dl 34/2020, 500 euro per ciascuno dei mesi di aprile e maggio, è stata percepita da 219.396 lavoratori, per una spesa di 219,4 milioni di euro. Il bonus baby sitter, introdotto per finanziare un aiuto occasionale a fronte della chiusura delle scuole, ha avuto 1,3 milioni di richieste (in media, 256 euro a bambino).
Da gennaio 2021, dovrebbe partire anche un aiuto per i datori di lavoro domestico non autosufficienti: un assegno mensile compreso fra 250 e 450 euro, che sarà finanziato con l’aumento dei contributi alla cassa, stabilito con il nuovo contratto collettivo.
Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina, spiega: “Il lavoro domestico sta acquistando dignità e aumentano i lavoratori italiani nel settore. Per incentivare le famiglie a mantenere i lavoratori in regola sarebbe utile tradurre in pratica la previsione contenuta nel Family act di una percentuale di detraibilità o della deducibilità delle spese per gli addetti ai servizi domestici e all’assistenza di familiari“.