Presentati come una celebrazione della vittoria dell’umanità sul coronavirus, i giochi potrebbero essere fermati, proprio dalla pandemia, per la seconda volta.
Gli anelli olimpici sono stati sistemati e si affacciano ancora una volta sulla baia di Tokyo. Gli orologi del conto alla rovescia sono stati resettati, e suggeriscono ai passanti che mancano solo una manciata di giorni all’inizio dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020.
Una posizione incerta
Il Giappone è stato tra i primi paesi a segnalare casi di Covid-19 dopo che il mondo è stato avvisato del virus nel dicembre 2019. Ma poco più di un anno dopo, è l’ultima grande economia a distribuire un vaccino, una misura ampiamente riconosciuta come la migliore per sperare in un ritorno a qualcosa di simile alla vita normale.
Secondo il ministero della salute, ben 20.000 operatori sanitari in prima linea saranno i primi a farsi vaccinare alla fine del mese prossimo, seguiti intorno ad aprile da altro personale medico e da 36 milioni di persone di età superiore ai 65 anni. Mentre le persone con condizioni preesistenti, il personale delle case di cura e quelle di età compresa tra 60 e 64 anni, saranno immunizzate a partire da giugno, ha dichiarato il ministero, ma non ha fornito dettagli per le persone di età compresa tra i 16 ei 60 anni.
“Non credo che il programma di vaccinazione sia troppo lento”, ha detto Masayuki Miyasaka, professore emerito di immunologia all’Università di Osaka. “Ci dà tempo sufficiente per osservare da vicino la frequenza e la natura delle reazioni avverse indotte dal vaccino all’estero. Poiché i vaccini a mRNA (come quelli sviluppati da Pfizer e Moderna) sono nuovi per noi, dovremmo prestare la massima attenzione ai possibili rischi per la salute indotti dalla vaccinazione”.
L’insistenza del Giappone sul fatto che si stia preparando a ospitare delle Olimpiadi del tutto sicure, ha spinto a pensare che sarebbe stato tra i primi paesi a ricorrere a vaccinazioni di massa per proteggere la sua popolazione prima dell’arrivo previsto di decine di migliaia di atleti e funzionari questa estate. Ma così non è andata.
Il primo ministro, Yoshihide Suga, ha descritto i vaccini come un elemento rivoluzionario nella lotta globale contro la pandemia, ma ha affermato che non erano un requisito per lo svolgimento dei Giochi. “Ci prepareremo per un’Olimpiade sicura e protetta senza fare della vaccinazione una precondizione”, ha detto Suga la scorsa settimana, mentre da più parti già si speculava che i Giochi avrebbero dovuto essere annullati.
Scetticismo sui vaccini
Cresce l’incertezza sulla capacità del Giappone di implementare il suo programma di immunizzazione da 14 miliardi di dollari – il più grande della sua storia – in tempo per i Giochi, nonostante abbia ordinato 310 milioni di dosi di vaccini Pfizer, AstraZeneca e Moderna, sufficienti per ogni persona nel paese per ricevere le due dosi previste.
Gli esperti hanno affermato che il governo non ha avuto altra scelta che sostenere un piano cauto, dati gli alti livelli di scetticismo sui vaccini che possono essere ricondotti ad altri programmi di inoculazione di massa. Il governo giapponese, infatti, ha affrontato molte cause legali dopo che un certo numero di bambini che avevano ricevuto il vaccino combinato contro morbillo, parotite e rosolia (MMR) hanno sperimentato reazioni avverse alla fine degli anni ’80.
La metà degli intervistati a un recente sondaggio dell’emittente pubblica NHK ha affermato di voler essere immunizzato contro il Covid-19, ma il 38% ha affermato di non avere intenzione di somministrarsi il vaccino.
In uno studio condotto da Lancet su 149 paesi pubblicato a settembre, il Giappone si è classificato tra i più bassi in termini di fiducia nei vaccini, con meno del 25% delle persone che concordano sulla sicurezza, l’importanza e l’efficacia del vaccino.
23 luglio: ora x
Vaccinare un numero significativo di persone prima che le Olimpiadi apriranno il 23 luglio, comporterà uno sforzo senza precedenti da parte di un sistema sanitario a corto di personale che sta già lottando per far fronte al recente afflusso di pazienti Covid.
Gli organizzatori sono convinti di poter monitorare la salute e controllare i movimenti di 15.400 atleti olimpici e paralimpici in una “bolla sanitaria”. Gli spettatori, tuttavia, rappresentano un problema molto più grande. Le idee lanciate dal CIO e dagli organizzatori vanno dal consentire stadi pieni, dimezzare le capacità dei locali e vietare gli spettatori – un approccio pubblicamente sostenuto da Mitt Romney e Sebastian Coe, i quali hanno precedentemente organizzato i Giochi Olimpici – in quelle che sarebbero le prime Olimpiadi guardate solamente e interamente in TV.
Quasi un anno dopo che Tokyo 2020 è diventata la prima olimpiade a essere rinviata nei 125 anni di storia delle Olimpiadi moderne, funzionari e politici affrontano l’opposizione del pubblico giapponese e, soprattutto, lo scetticismo tra atleti, sponsor e volontari. E mentre il mondo è alle prese con una pandemia che ha ucciso più di 2 milioni di persone, la linea ufficiale è che i Giochi si apriranno, come previsto, il 23 luglio. Questa settimana gli organizzatori e il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) pubblicheranno i “playbook” Covid che descrivono esattamente come intendono realizzare questo obiettivo.
Qualunque sia l’opinione prevalente tra i politici, alcuni atleti e inserzionisti sembrano avere dei ripensamenti. Non convinti dalle assicurazioni ufficiali, gli sponsor olimpici giapponesi hanno ridotto le campagne pubblicitarie e ritardato gli eventi di marketing. Le aziende, tra cui Canon e Japan Airlines, temono che gli organizzatori non abbiano condiviso piani di emergenza per una cancellazione.
Indiscrezioni dal Times
C’è stata indignazione dopo un recente rapporto secondo cui il governo giapponese aveva ammesso privatamente che i Giochi avrebbero dovuto essere annullati. Yasuhiro Yamashita, presidente del Comitato Olimpico del Giappone, ha respinto quanto scritto sul Times, descrivendolo come “sbagliato e ridicolo”, mentre il governo giapponese ha affermato che le indiscrezioni riportate erano “categoricamente false”.
“Non stiamo speculando se i Giochi avranno luogo”, ha detto di recente Thomas Bach, il capo del CIO. “Stiamo lavorando su come si svolgeranno i Giochi”.
Le sue parole suoneranno familiari ai seguaci più attenti del dramma che si sta svolgendo intorno a Tokyo 2020. L’ultima volta che Bach ha insistito che non c’era alcun bisogno di un “piano B” è stato nel marzo 2020, pochi giorni prima che la pandemia – e questa realtà parallela – raggiungesse con il suo devastante impatto anche il movimento olimpico, fermandone l’intera macchina organizzativa.
Fonte: The Guardian