di Ileana Barone –
Si è spento a 92 anni Gianluigi Colalucci, restauratore e accademico italiano.
Colalucci tra il 1980 e il 1995 portò a termine il restauro della Cappella Sistina che raccontò nel libro “Io e Michelangelo” attraverso fatti, scoperte e persone che hanno caratterizzato il “restauro del secolo” come è stato definito.
La vita di Colalucci
Nato a Roma nel 1929 da una famiglia di avvocati, si diploma all’Istituto Centrale per il Restauro di Roma, diretto da Cesare Brandi. Nel corso della sua vita, ha lavorato per le Sovrintendenze dei Beni Culturali della Sicilia, Creta e Padova.
Viene nominato restauratore capo del Laboratorio Restauro Dipinti e Materiali Lignei dei Musei Vaticani nel 1979, e nell’anno successivo capo del restauro della Cappella Sistina.
Colalucci ha restaurato tanti alti capolavori della storia dell’arte, tra cui opere di Raffaello, Guido Reni, Lorenzo Lotto, Mantegna, Tiziano, Caravaggio, Dosso Dossi, Guercino e gli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova.
È stato anche docente universitario in Europa, Stati Uniti, Australia e Giappone, e nel 1991 ha ricevuto la laurea honoris causa dalla New York University e nel 1995 dall’Università Politecnica di Valencia.
La Cappella Sistina
È il 1980 quando ha inizio l’impresa più importante della sua vita: il restauro della Cappella Sistina.
Il lavoro di Colalucci ha comportato numerosi dibattiti e polemiche ma ha contribuito a dare una nuova spinta agli studi sulla pittura di Michelangelo.
Sotto la sporcizia, il fumo e la cera accumulatasi per secoli, sono venuti a galla i colori originali dei cicli pittorici più importanti al mondo e soprattutto la potenza espressiva della pittura del Maestro.
La potenza del blu, del rosso e del giallo usato da Michelangelo nei suoi affreschi sono l’espressione più importante della tradizione manierista, anche se inizialmente l’impatto del generato dal prima e dopo il restauro ha dato origine a numerose perplessità tra gli intellettuali e addetti ai lavori.
Disse una volta Colalucci:
La Sistina è così non perché è pulita troppo forte, ma perché è pulita fino al punto da recuperare la pittura di Michelangelo. Punto e basta. Se poi il salto tra com’era ridotta a com’erano i colori di Michelangelo è forte, non è un problema mio.
I funerali
Tantissimi i messaggi di cordoglio per la morte di Gianluigi Colalucci quando la notizia si è diffusa.
Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani ha dichiarato:
Ci ha lasciato un grande uomo, un grande professionista, uno dei più grandi restauratori dell’ultimo secolo. Colalucci si è distinto a livello internazionale non soltanto per aver avuto il coraggio, la forza, la capacità di affrontare il restauro del secolo.
Gli allora direttori delle Gallerie di pitture e dei Musei Vaticani, Fabrizio Mancinelli e Carlo Pietrangeli, si sono decisi ad affrontare quel restauro perché avevano come tecnico, come figura di riferimento, Gianluigi Colalucci.
È stato l’erede di una grande tradizione vaticana e italiana del mondo del restauro, della tutela e della conservazione. Con lui agli inizi degli anni Ottanta il laboratorio restauro è ritornato ai livelli di Biagio Biagetti e Bartolomeo Nogara, ovvero dei tempi della direzione di cinquant’anni prima.
I funerali si sono svolti a Roma oggi, martedì 30 marzo, nella Chiesa di Santa Chiara a Piazza dei Giochi Delfini.