Ipervigilanza e Iposoddisfazione sono le due cause del malessere generalizzato di cui è preda la maggior parte delle persone dei nostri tempi e che riducono di molto le loro performance quotidiane. Per performance intendo quella capacità di esprimere il proprio potenziale, eliminando le interferenze.
Performance? Elimina le interferenze
La causa è da riscontrare nel tipo di vita che facciamo oggi. Una vita sempre più lontana dalla dimensione naturale e sempre più costruita e artefatta. Un esempio sono gli uffici o gli appartamenti: scatole chiuse all’interno delle quali si sommano persone a stretto contatto tra loro.
A tal proposito, oggi si progettano gli edifici per uffici in un modo del tutto nuovo, mettendo l’uomo al centro. Un esempio è The Spiral, grattacielo “green” che verrà costruito a New York (leggi Qui il pezzo su I’M).
Un tempo Il modello era basato su una comunità che condivideva i fatti del giorno, portati a entrare in relazione nelle piazze, intorno alle chiese. Oggi in Italia si costruiscono nuovi quartieri che al centro non hanno un cuore. Dormitori trasformati in piccoli nuclei separati da altri piccoli nuclei. Questo porta ad esasperare quello che è il livello di stress a cui siamo giornalmente sottoposti. Per non parlare delle automobili chiuse nel traffico, piccole scatole in cui siamo da soli ad affrontare altre piccole scatole e allora… rompersi le scatole diventa davvero molto facile!
Le cose stanno cambiando, ma ancora troppo lentamente alle nostre latitudini. Il nuovo Ministero per la Transizione Ecologica forse potrà dare spunti maggiori, vedremo. Ma torniamo al motivo di questo articolo.
Ecco allora che alcuni principi di geografia sociale ci suggeriscono come gestire il nostro spazio, come posizionarci nel nostro ambiente in relazione e in confronto con le altre persone in modo tale da sollevarci il più possibile da questa sensazione di affronto derivata dall’ipervigilanza che non è altro che la riproposizione nel mondo moderno di quella antica sensazione di pericolo derivata dalla presenza di un predatore. In questi casi il nostro sistema nervoso simpatico agisce immediatamente determinando tutte le caratteristiche funzionali e vegetative dell’organismo nella modalità lotta o fuga. In questo stato, detto anche hyperarousal, ipereccitazione o reazione acuta da stress in cui l’uomo moderno generalmente passa gran parte della sua giornata, è difficile ottenere buone performance, perché siamo troppo impegnati a difenderci o attaccare qualcosa o qualcuno. In realtà le risposte archetipiche ad un predatore sono tre, dobbiamo aggiungere l’immobilità o la mimetizzazione, ma il risultato non cambia: performance al minimo. Pensa che a livello del nostro cervello arcaico immobilizzarsi per difesa significa “fingersi morto”!
Si rende pertanto necessario ribaltare i due fattori del malessere- Ipervigilanza e Iposoddisfazione – e costruire un insieme di modalità e tecniche nella nostra vita che possano portare a una nuova e ribaltata impostazione basata su: ipersoddisfazione e ipovigilanza. Ed ecco allora le tre tecniche che possono essere utili alla donna e all’uomo moderni, lavoratori dai ritmi solitamente sfrenati ancora costretti a vivere in una “scatola”.
Le 3 vie del benessere
Il primo spunto: imparare a rilassarsi. Tecniche di rilassamento possono essere lo yoga come anche fare del semplice stretching quotidiano. Quello che voglio proporti ora è un approccio focalizzato al respirare. Farlo profondamente in modo cadenzato concentrandosi esclusivamente sul respiro, e farlo varie volte al giorno, aiuta a riportare uno stato di equilibrio al sistema neurovegetativo.
“Respirare relax“
Come funziona? Nella prima fase del nostro esercizio, quando inspiriamo dal naso pensiamo “sto ispirando”, e quando espiriamo dalla bocca pensiamo “sto espirando”. Tra inspirazione ed espirazione facciamo una breve pausa di 4-6 secondi. Una delle più potenti tecniche di rilassamento che conosco è quello della visualizzazione che nella seconda fase dell’esercizio uniremo al solo respirare. Ideale è scegliere un posto comodo e piacevole, una posizione comoda. A questo punto, chiudere gli occhi mette il nostro cervello in modalità alpha, ovvero su onde di frequenza più lunghe. Questo permette alle connessioni tra i neuroni di allargarsi aumentandone la capacità creativa (diffuse mode). In questo stato, insomma, siamo più ispirati e più facilmente possiamo ricevere intuizioni.
Fare questo esercizio non richiede molto tempo e può essere fatto anche in pausa caffè, in ufficio. Puoi anche settare un timer su 5 – 10 minuti e darti il permesso in quel lasso di tempo di dedicarti a visualizzare immagini piacevoli, in contesti rilassanti e felici.
Ripetuta ciclicamente tutti i giorni almeno una volta al giorno, possibilmente nella stessa fase del giorno – la mattina subito dopo essersi svegliati è l’ora ideale – può essere molto prezioso per affrontare poi la giornata con il giusto spirito. Ancora meglio è dedicarsi a 5 minuti di respiro + visualizzazione ancora nel letto e a 5 minuti di leggero stretching, e magari ad ulteriori 10 minuti di lettura di un libro. A me piace leggere manuali che mi possano ispirare e insegnare cose nuove, ma qualsiasi libro ti piace va benissimo, basta che parli di aspetti positivi e possa esserti di ispirazione.
La seconda tecnica
La seconda tecnica. Per abbassare i livelli del nostro malessere e del nostro stress e aumentare allo stesso tempo le nostre performance, l’esercizio che ti suggerisco si chiama: “potare i rami secchi”. Significa eliminare tutte quelle parti della nostra giornata e della nostra vita che possono creare un appesantimento. Ti faccio l’esempio di un armadio. Nel nostro armadio ci sono vestiti che mettiamo spesso e vestiti che mettiamo ogni tanto, ma anche vestiti che non mettiamo mai, che proprio non ci piacciono! Ci stanno male, non ci fanno sentire bene con noi stessi, eppure li lasciamo lì perché da qualche parte nella nostra testa ci diciamo che prima o poi li indosseremo, che arriverà l’occasione. Così come le nostre case sono piene di oggetti e di cose di cui potremmo fare volentieri a meno, tra l’altro eviteremmo di doverle spolverare, cose che creano ulteriore lavoro. Così come quei vestiti che occupano spazio utile, quindi, la nostra vita si riempie di impegni inutili, di cose che facciamo che non hanno una funzione o un valore. Tempo che potremmo utilizzare meglio, finendo un lavoro, trovando nuove soluzioni e idee, o semplicemente dedicandoci ad un sano relax. Diffuse mode fa spesso rima con ozio, infatti. L’otium degli antichi latini che si alternava proficuamente al negotium.
A volte non ci rendiamo conto di quali impegni possiamo effettivamente eliminare perché non ci danno nulla in cambio.
Potare i rami secchi, significa iniziare a riconoscere quegli schemi di pensiero e comportamento che sono del tutto superflui e che potremmo sostituire con altro. Questa volta qualcosa che abbiamo scelto, come quel vestito nuovo che acquistiamo proprio perché ci cade a pennello. E non è una questione di egoismo, è una questione di portare qualità alla nostra vita, qualcosa che si rifletterà anche su chi ci è intorno.
Come con un albero, non possiamo tagliare “tutto”. E” necessaria una certa misura e abilità nel potare. Riconoscere i rami secchi e infruttuosi dagli altri è un’arte che si può imparare.
Partendo dallo stilare una lista dettagliata delle cose che fai giornalmente.
Per 7 giorni scrivi puntigliosamente ciò che fai, aggiornando un foglio, o un quaderno di appunti, ogni volta che fai qualcosa: dal prendere l’ascensore, al parlare con il portiere del palazzo, a chiacchierare al telefono. Alla fine di ogni giornata rivedi la tua lista e sottolinea le attività che avresti secondo te potuto sostituire o migliorare. Alla fine della settimana sarai in grado di riconoscere più agevolmente i tuoi rami secchi, e molti saranno già stati potati.
Il terzo segreto di…
Il terzo punto è questo: soffermarti sui dettagli, il che significa dedicarti a contemplare, e finalmente a godere delle cose belle ed essenziali (spesso sono sinonimi), che ti circondano. Nella mia camera da letto c’è un piccolo quadro che recita: “It is the sweet simple things of life wich are the real ones after all“. Inutile dire che ogni mattina mi ricorda che sono proprio le piccole cose, quei particolari colorati, belli, interessanti, piacevoli, che possono diventare la parte importante della mia vita.
Qualsiasi vita tu stia vivendo, infatti, la puoi trasformare in un attimo concentrandoti sul bello intorno a te. Anche in una discarica, qua e là, c’è un piccolo fiore che sboccia. In quel mare di rifiuti, puntando l’attenzione su quel fiore, l’esperienza nella sua totalità di quella discarica improvvisamente cambia. Gary Keller nel suo libro “Una cosa sola” descrive questa scena: sei a una festa e di fronte a te una coppia inizia a litigare aspramente. Se passi tutto il tempo ad ascoltare quella coppia, a chi ti chiede “com’è stata la festa?” dirai, “una vera schifezza!”. Nell’altra stanza e fuori sulla terrazza, in quella festa ci sono due gruppi di amici che chiacchierano e si divertono. Raggiungendoli avrai un’esperienza di quella serata del tutto diversa e a chi ti chiederà come sia andata, risponderai “una festa pazzesca!”.
Ecco qua il terzo, fondamentale, segreto per abbassare subito ipervigilanza e iposoddisfazione. Prendersi del tempo per concentrarsi su quelle cose che ti danno piacere, è in assoluto la maggiore di tutte le abitudini che dovrai acquisire per migliorare la tua vita e riportarla ad avere quella qualità che desideri.
Il tuo sistema di attacco e fuga viene naturalmente inibito se, una volta che sei riuscito a eliminare il superfluo o tutte le cose della tua vita che creano disagio e lavoro ulteriore, sarai in grado di iniziare a soffermarti sui dettagli armonici. Così facendo, riuscirai anche a trasformare quelle cose che hanno un potenziale inespresso, come un bel giardino non curato, o una bella casa disabitata per un po’. Dedicarti a questo tipo di attività, significa anche saper entrare in contatto con quella parte di noi stessi altrettanto bella. Perché le cose si accompagnano tra loro per risonanze e quindi, quando guardiamo il bello, o pensiamo a qualcosa di piacevole, coltiviamo il bello e il piacevole in noi. E così, esprimeremo e ci comporteremo allo stesso livello.
Inizia a fare tuoi questi tre comportamenti quotidiani, e un potente ingaggio creativo sarà capace di trasferire relax, energia e nuova linfa al tuo lavoro, alla tua vita.